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Mentre la Volvo è ormai della cinese Geely, la Saab ha le ore contate: se non interviene qualcuno a salvarla sarà soppressa, parola di General Motors, che ne detiene il controllo. Ecco quanto perderebbe il mondo dell'auto da questa morte annunciata.
COUNTDOWN La Svezia sta per smobilitare la sua industria automobilistica: da un lato la Ford ha trovato l'accordo per cedere la Volvo alla cinese Geely, dall'altro la Saab potebbe addirittura scomparire dall'elenco dei produttori di auto: se GM e la Spyker non troveranno un accordo a breve, la Casa svedese chiuderà i battenti. Il tempo stringe, le trattative continuano, ma la situazione resta critica. Dacché gli americani hanno pensato di disfarsene viste le enormi perdite, per la Saab sono spuntanti diversi potenziali pretendenti: prima la Koenigsegg, poi i cinesi della BAIC, quindi la Spyker, senza che mai si chiudesse la trattativa. Ora gli olandesi rimangono l'ultima risorsa per sopravvivere. Altrimenti, addio a un pezzo di storia dell'automobilismo. Pur giovane (è nato nel 1949) il marchio Saab si è subito imposto per la qualità e per lo stile originalissimo delle sue vetture.
AUTO CON LE ALI In principio furono però gli aerei. La Svenska Aeroplan Aktiebolaget (nome esteso di SAAB) fu fondata nel 1937, a Linköping, per costruire aircraft e, solo nove anni dopo, ha iniziato a produrre auto. Il primo modello di serie, la Saab "92”, arrivò nel '49, stesso anno che sancì la fusione con il costruttore di camion Scania-Vabis. Da qui la compagnia ha preso il nome di Saab-Scania AB e lo ha mantenuto fino al 1995. Nel frattempo, ha aperto le porte gli americani.
BAGNO DI SANGUE Nel 1990 la longa manus di General Motors si è così posata sulla Saab per prelevare il 50% della parte aziendale destinata alla produzione di auto. Fu il primo passo verso la totale acquisizione del costruttore svedese, completata dieci anni dopo quando gli americani hanno rilevato anche la seconda fetta della torta azionaria. Cominciava così un matrimonio destinato a scricchiolare presto. Poi, ai primi di gennaio 2009, ecco i rumors di una possibile cessione.
ON SALE E' stata la stessa GM a fare outing: "Stiamo valutando la possibilità di vendere il marchio Saab” hanno detto dal quartier generale di Detroit. Da allora in Svezia è scattato l'allarme: in ballo ci sono le sorti di circa 3500 dipendenti, senza contare chi lavora nell'indotto generato dalla Saab. E come se non bastasse, all'indomani delle dichiarazioni di GM lo Stato svedese aveva pure negato qualsiasi prospettiva di partecipazione azionaria o l'ipotesi di varare un piano di aiuti. L'unica via restava trovare un altro padrone.
AIUTO CONDIZIONATO Il 20 febbraio, la Corte svedese stabilì di garantire alla Saab la protezione dai creditori qualora fosse riuscita a trovare un acquirente e quindi nuovi fondi. Tre giorni dopo, anche il governo si pronunciò a favore di un prestito alla Casa, per sostenere gli investimenti necessari al rilancio: sempre a patto che vi fosse un nuovo proprietario pronto a coprire l'altra metà dei finanziamenti.
IL BALLO DEI PRETENDENTI Questa situazione di stallo è proseguita fino all'estate, quando sono spuntati i primi nomi dei possibili pretendenti. La logica vorrebbe fosse stato un colosso a farsi avanti, e invece le sirene giungevano solo da piccoli costruttori. Koenigsegg, il primo della lista, è anch'egli svedese ed è specializzato in supersportive di lusso. Auto belle e costose, certamente, ma vendute nell'ordine di decine ogni anno. Come poteva un'azienda con 45 dipendenti acquistare la Saab? Eppure, il 18 agosto scorso, l'accordo per un passaggio di consegne entro il 2010 sembrava fatto.
SIRENE ORIENTALI Qualche giorno dopo, dietro la Koenigsegg è spuntata la BAIC (Baijing Automotive), una azienda automobilistica cinese gestita dallo Stato, che ha sottoscritto un accordo di partecipazione di minoranza (assieme a Koenigsegg) all'acquisto di Saab. Anche stavolta, però, la stretta di mano definitiva non è mai arrivata e, un mese e mezzo più tardi (21 novembre 2009), Koenigsegg si è ufficialmente tirato fuori dalla trattativa. Ciò nonostante, i cinesi si dichiaravano ancora interessati all'affare e, una decina di giorni fa, la bilancia della trattativa sembrava pendere proprio dalla loro parte.
TEMPUS FUGIT Il 14 dicembre scorso, infatti, la BAIC ha acquisito alcuni asset strategici di Saab, tra cui i brevetti dei modelli 9-5 e 9-3 ed alcune piattaforme per la produzione di queste vetture. Una mossa che aveva fatto presagire un passaggio di consegne definitivo che poi non si è concretizzato. E mentre il Governo svedese escludeva nuovamente un salvataggio della Compagnia da parte dello Stato, la General Motors aveva da qualche giorno (1 dicembre) girato la clessidra: ancora un mese per considerare nuove offerte, non di più, altrimenti si chiude, mancando concrete prospettive di vendita.
AL FOTOFINISH Così all'ultima curva si è inserita la Spyker. Ancora un marchio sportivo, ancora una piccola Casa che tenta la scalata alla Saab. Nel 2008 gli olandesi hanno costruito 43 auto di lusso; la Saab, in tutto il mondo, ne ha prodotte 93,295 delle sue: non un dettaglio la differenza di volumi di produzione. Tuttavia, il 22 dicembre la Spyker - azienda olandese ma foraggiata per il 30% dai capitali bancari russi del gruppo Convers - ha effettivamente avanzato a General Motors una proposta d'acquisto articolata in 11 punti che prevede una sorta di compartecipazione al salvataggio della Saab.
FIFTY FIFTY Saab e Spyker opererebbero a pari livello all'interno di un nuovo organismo: l'una mettendoci le strutture e la rete di distribuzione, l'altra intervenendo con le proprie competenze imprenditoriali. Tutto ciò – a detta di Spyker – indipendentemente dall'approvazione del finanziamento di 400 milioni dalla Bei (Banca Europea degli Investimenti), subordinato alla chiusura dell'accordo con GM entro il 31 dicembre.
GUERRA FREDDA? La trattativa è tuttora aperta: GM ha concesso a Spyker una proroga e ora attende un'offerta convincente. I tempi sono serratissimi e le divergenze non mancano. Soprattutto si parla di una certa ritrosia degli americani nel mettere la Saab in mano a capitali russi. Un'ipotesi da considerare nonostante rivelazioni del quotidiano svedese Svenska Dagbladet, secondo il quale, in base alle dichiarazioni di una fonte non specificata, Spyker avrebbe perfino modificato l'assetto societario alle spalle dell'offerta proprio per rassicurare GM sul fatto che non fossero coinvolte parti russe.