Nel 1971 Porsche bissa il successo a Le Mans dell'anno prima con una 917 KH Coupé rivista in alcuni dettagli. Arriva il telaio in magnesio, le pinne al posteriore e un motore da 600 cv.
E’ il 1971, l’anno delle pinne di squalo. Una, fra tutte le 917 KH Coupé che prenderanno parte alla classica francese, salirà sul gradino più alto del podio. E’ tutta bianca, con la caratteristica livrea Martini Racing (tanto cara alla Porsche) e monta due grosse pinne al posteriore. La bizzarria aerodinamica aveva lo scopo di aumentare la stabilità direzionale di una vettura capace di 600 cv e meno di 800 kg in ordine di marcia. Alla Porsche sono arrivati a questo risultato adottando, per la prima volta in gara, il telaio tubolare in magnesio. Il materiale ultra leggero, però, aveva alleggerito talmente tanto la vettura che, per ottimizzare la ripartizione dei pesi e raggiungere la soglia regolamentare di 800 chili, i tecnici dovettero sostituire il serbatoio dell’olio da 20 litri con uno da 55. Sul Circuit de la Sarthe la 917 KH Coupé di Gijs Van Lennep e Helmut Marko percorse i 5.335 chilometri all’impressionate media di 222,3 km/h stabilendo un record rimasto imbattuto per 39 anni. Piccola curiosità. La Porsche in quell’occasione si aggiudicò anche “L’Index of Performance”, riconoscimento per il minor consumo di carburante in rapporto alla cilindrata.
SCHEDA TECNICA DELLA PORSCHE 917 KH COUPE'
Motore: 12 cilindri boxer
Cilindrata: 4.907 cc
Potenza complessiva: 600 cv
Peso a vuoto: 800 kg
Velocità massima: 360 km/h