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Nuovi media:

Paraurti elettorali


Avatar Redazionale, il 28/10/04

20 anni fa - L'auto nella campagna eletterale Usa.

Usa: l'auto entra di prepotenza nella campagna elettorale. Con dichiarazioni di voto e "apprezzamenti" incollati sui paraurti e portati a spasso lungo le strade. Bumper stickers, come dicono loro. Che nella lotta all'ultimo voto tra Bush e Kerry rischiano di rivestire un ruolo determinante. Ecco una carrellata di quelli più originali.


NUOVI MEDIA

In ballo c'è la poltrona dell'uomo più potente del mondo, poca roba. Il D-Day è martedì 2 novembre: affollamento americano alle urne. Entro quel giorno vale quasi tutto: i due migliori nemici si danno appuntamenti in mondovisione, gli elettori si inventano simil campagne elettorali quantomeno inusuali. Una? Gli sticker.


SOLO IN USA

Basta mettere in moto e infilarsi nel traffico degli Stati Uniti per trovarseli davanti. Semaforo, coda: sticker. Passato l'oceano sono così: appiccicano sul paraurti per far sapere a tutti il proprio orientamento, convincere indecisi, semplicemente sparare a zero. Immaginatevi una cosa simile da noi... "Grazie Silvio" con foto imbandanata o "Fausto, uno di noi" di fianco al pugno chiuso: quanto ci metterebbe la macchina che sta sotto a quello sticker a fare una brutta fine? Americani: altra classe.


ELOGIO DELLA M...

E allora via con la collezione. Si va da un semplice "Stop Bush" al diretto "Kerry for president, ma della Francia", passando per "NB: not Bush" o "Dite no a Kerry". Ma basta cambiare reparto e rivolgersi a quello più esplicito per trovarsi un perifrastico "Kerry sucks", traducibile in svariati modi nessuno


dei quali particolarmente elegante ("Kerry fa cagare", insomma), fino al gruppetto di scimmie che non vede, non sente e non parla, ma sostiene Bush. Un po' come il montanelliano "turatevi il naso ma votate DC".


LIBERTA' DI PENSIERO

Campagna elettorale, anche questa, con prevedibili sguardi d'intesa o imprecazioni in slang, tra automobilisti. Di qua "Basta sangue per il petrolio", di là "Gli impotenti votano per Bush". E poi "Fuori Bush dalla Casa Bianca. Quanti altri buoni motivi vogliamo?", il tutto sopra una bara avvolta nella bandiera;


"Stupido è chi lo stupido fa"

, slogan di Forrest gumpiana memoria. Ma anche di peggio: "Corto di vista, arrogante e coglione" letterale, "Persino Dio sbaglia qualche volta", "Tirate lo sciacquone", tutti contro Bush.


GIOCHI DI PAROLE

Ti accodi a un pick-up e vedi un Kerry con la faccia da pazzo e i capelli in piedi, accosti una berlina e c'è un Bush con i baffetti di Hitler. E "Da qualche parte in Texas un villaggio sta cercando il suo idiota" e "Cacciate l'impostore" e giochi di parole vari ed eventuali storpiando i cognomi, abilità piuttosto comune da quelle parti.


IDENTIKIT

Non solo. Dimmi che auto guidi e ti dirò per chi voti. Questa l'ultima novità uscita dai cervelloni delle poll yankie. Mercury, Ford, GMC o Chevrolet? Evidente: stai dalla parte del Presidente tutta la vita. Hyundai, Toyota o Subaru: Kerry, senza dubbio. Insomma chi galoppa su enormi SUV non può che ammiccare per George W, che del resto non nasconde di girare per il ranch su Ford F-250. D'altra parte mettersi in box una berlina di importazione significa schierarsi con zio John, incline a dimensioni più europee e sensibile al fascino delle convertible, vedi la Dodge con la quale bazzica l'area di Washington D.C.


DUE NOVEMBRE Il tutto mentre Presidente e Senatore si odiano con il sorriso, i due clan scovano retroscena scottanti sull'avversario (non ultimi il presunto auricolare - in stile Ambra - attaccata a Bush nel faccia a faccia di fronte alle telecamere o il foglietto-bigino di Kerry), i rispettivi parenti si riempiono di cipria la punta del naso. Non ci resta che attendere la Commemorazione dei defunti, per sapere quali degli sticker continueranno ad essere liberi di circolare.


Pubblicato da Andrea Sperelli, 28/10/2004
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