I neopatentati sanno davvero guidare un'auto? Le lezioni di guida sono sufficienti a preparare un giovane ad affrontare il traffico? La risposta è no. Basta un semplice corso di guida sicura per capire perché. Ecco dove si impara veramente.
LA CORRIDA La scritta, almeno in teoria, dovrebbe lasciare spazio a poche incertezze. "Scuola guida", non è un concetto che si presta a molte interpretazioni: si suppone che insegnino a guidare e pure bene. La strada invece sembra sempre più il palco de "La Corrida", con i dilettanti mandati allo sbaraglio…
PRONTI? VIA! Giusto pochi giorni fa ci si chiedeva da queste stesse pagine quale senso abbia rilasciare il "patentino" ai giovani ciclomotoristi sulla striminzita base di un esame di teoria. Parole sante: dalla subacquea allo sci, esistono mille attività pericolose (o, meglio, presunte tali) che richiedono una buona dose di pratica prima che il neofita si cimenti seriamente.
ALLORA E’ UN VIZIO Qui invece no. E ciò nonostante il fatto che circolare per strada non sia certo un’impresa facile. Una scorsa al manuale, una trentina di risposte (ma ne bastano 26 giuste, fa niente se magari non si sanno le precedenze…) e, come per incanto, secondo la legge si diventa provetti motociclisti in erba. E’ un caso unico? Purtroppo no. Perché se per conseguire il patentino è sufficiente qualche giornata a capo chino sul manualetto, ben più grave è secondo me quanto accade nel mondo dell’auto.
VIA IL SASSO Il sassolino dalla scarpa me lo volevo togliere da tempo e la scelta di farlo ora nasce da una concomitanza di due eventi. Da una parte la già citata triste vicenda del patentino. Dall’altra la mia recente partecipazione a un corso di guida di quelli veri, quelli che i più chiamano scuole di pilotaggio, poco conta se a torto o a ragione. Si è trattato del Corso Z-Experience, realizzato dal Driving Camp di Carlo Rossi con le Nissan 350 Z sulla pista di Monza, ma avrebbe potuto essere un qualsiasi altro corso.
DUBBIO ATROCE Il punto della questione è piuttosto semplice e riprende quanto argomentato sopra. Chi arriva a ottenere la patente B è davvero capace di guidare come si deve un’auto, senza rappresentare un potenziale pericolo per se stesso e per gli altri? Io onestamente qualche dubbio ce l’ho.
CONTA SOLO IL RISULTATO Nella stragrande maggioranza dei casi la preoccupazione di tutti è passare l’esame. L’importante è arrivare all’ambita tesserina rosa, non conta come e grazie a quali reali capacità. Gli esaminatori vogliono che all’esame si guidi come se si stesse alle testa di un corteo funebre? Presto fatto: nelle autoscuole insegnano a guidare proprio così. E non se ne può fare loro più di tanto una colpa: il cliente, in fondo, vuole solo quello.
DURA REALTA’ Malauguratamente, poi, la vita reale sulle strade è completamente diversa. A parte la durata dell’esame, avete mai provato anche solo per dieci minuti a guidare rispettando i limiti imposti? Si rischia di essere linciati al semaforo o di essere travolti da chi sopraggiunge. E così anche il neopatentato più ligio finisce col guidare adeguandosi al flusso del traffico. In condizioni e in situazioni, però, mai sperimentate prima.
SI BRANCOLA NEL BUIO Ogni tanto ce ne dimentichiamo ma chi consegue la patente in Italia non ha maturato la necessaria esperienza di guida in autostrada o lungo le arterie a scorrimento veloce. E che dire della guida notturna? Le autoscuole che portano gli allievi a fare le guide dopo l’imbrunire sono rare come le mosche bianche e spesso non lo fanno perché serve. Lo fanno semplicemente perché chi deve fare la guida lavora e prima proprio non può.
LACUNE ENORMI Alla luce del sole le cose non è che vadano meglio. Giusto per fare un esempio, alzino la mano coloro cui è stata fatta provare, durante le guide pre-esame, una frenata d’emergenza. Di quelle che si fanno quando un bambino attraversa di colpo, giusto per capirsi. Un deserto desolato... E dire che è un esercizio fattibile quasi ovunque, estremamente utile e che potrebbe far evitare molti inicidenti. Così come utile sarebbe anche una infarinatura su come si controlla il sottosterzo che si manifesta talora in curva. Bastano un piazzale vuoto e un po’ di buona volontà…
VALORE AGGIUNTO Probabilmente certe cose non arriveranno mai a far parte del programma d'insegnamento istituzionale. Chissà invece che, in una logica di sana competizione tra le autoscuole, la cosa non venga utilizzata dai più scaltri come strumento commerciale: una formazione più completa come valore aggiunto per portare a casa più clienti. Pare che qualcuno si stia già attrezzando in questo senso: ben vengano davvero simili iniziative!
UN BUON INVESTIMENTO Diversamente, se proprio avanzasse qualche centinaio di euro in tasca, il consiglio è di investirlo in sicurezza. E per una volta non mi sto riferendo ai pur utilissimi dispositivi elettronici dell'auto. Quelli se ne vanno con l'auto quando la si vende. Il suggerimento è di fare di tutto (come un corso, appunto) per migliorare la propria capacità di guida. Una volta acquisita, quella non la toglie più nessuno.
Ecco dunque un elenco delle principali scuole di pilotaggio indipendenti attive in Italia. Nei loro programmi ci sono corsi di varia natura, che hanno le durate e le finalità più disparate e che si tengono con mezzi che vanno dall'utilitaria alla monoposto. I prezzi differiscono molto da corso a corso, ma di massima, si va da un minimo di 400 euro per un primo approccio alla Guida Sicura, a 2500 euro e oltre per chi vuole provare l'ebbrezza della guida sportiva.
CIVIROSSI ITALIA di Carlo Rossi
GUIDA SICURA di Andrea de Adamich
GUIDARE PILOTARE di Siegfried Sthor
SPEED CONTROL di Andrea Pullè