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Mitsubishi iCar


Avatar Redazionale, il 13/07/06

18 anni fa - Tuttodietro un po' iPod e un po' smart.

Tuttodietro, un po' iPod e un po' smart. La microcar che si fa guidare solo dai giapponesi offre quattro posti in poco spazio, turbo e trazione posteriore. Volendo c'è anche integrale. La vedremo mai dalle nostre parti?

"I" Il suffisso "i" che tanta fortuna ha portato all'iPod, si adatta alla perfezione a questa mini da percorsi urbani o, al massimo, suburbani. Nascosti in solo 3,34 metri (1,47 in larghezza e 1,60 in altezza) si trovano concentrati quattro posti veri, motori piccoli ma interessanti e ghirigori stilistici.

LEZIONE In Mitsubishi sembrano avere imparato e mandato a memoria la lezione della Smart. Una microcar non deve essere necessariamente cheap e con l'aria dimessa. Anzi. Detto fatto, solo che la ricetta è stata applicata trovando spazio per l'unica cosa che davvero manca alla piccola concepita dalla Swatch e adottata dalla Mercedes: i posti dietro.

EVOLUZIONE L'iCar made in Mitsubishi è interessante per molti aspetti. Intanto perchè sembra la naturale e doverosa evoluzione del concetto automobilistico avviato dalla Smart. Ma non solo. Stile, dotazioni e soluzioni tecniche parlano di una piccola curata, per un pubblico moderno e giovanile. Lo stesso nome non può essere e non è stato scelto a caso...

FORFOUR MANCATA A proposito, sembra molto più lei la Smart a quattro posti di quanto lo sia stata la incompresa ForFour. Strano? Fino ad un certo punto: in terra jap, dove gli spazi scarseggiano, hanno accumulato un discreto know-how. E questa volta gli è riuscita pure un po' meglio del solito.

MP3STYLE Dal punto di vista stilistico, specialmente vestita di bianco, sembra l'equivalente a 4 ruote del fortunato lettore mp3 con la mela griffata. Nulla di miracoloso, intendiamoci. Ma sia in tuttobianco che con altre cromie la iCar riesce ad avere un'aria trendy e svelta. Elementi base sono i gruppi ottici anteriori e posteriori che, come le ruote, sono posizionati a presidiare i quattro angoli. Ma non solo.

OVETTO La forma a ovetto è quella tipica delle micromonovulme, ma sapienti giochi di scuro su chiaro, la fiancata che punta verso l'alto e una cellula che richiama in modo morbido i concetti stilistici del Tridion, la rendono alla moda. Noi votiamo come più riuscita la vista di trequarti anteriore, mentre il posteriore risente dei soliti limiti delle auto troppo alte e troppo strette.

CON SORPRESA I benefici effetti stilistici si traducono in uno sfruttamento delle dimensioni ottimale in rapporto alle misure, e in uno stile che anche nella cellula abitativa mantiene un tono modaiolo, con strumentazione e consolle centrale dall'aspetto apprezzabile e lontano dall'effetto "bulgaro" di molte realizzazioni coreane. O anche europee...

POSIZIONE STRANA Determinante, in senso positivo, il posizionamento del motore posteriore che alberga a mezza via tra la panchetta posteriore e prima del retrotreno e concilia abitabilità e spazio nel portabagagli, regalando centimetri preziosi. A regalare vita agevole agli umani bisognosi di mobilità urbana ci pensano le quattro porte che fanno sempre piacere: regalano comodità e rapidità nell'accesso a bordo senza scocciature per nessuno. Senza penalizzare sportività presunte... che su auto come queste non hanno senso. I quattro ospiti a bordo del bozzolo con la i davanti, pur senza potersi stirare come usciti dal letto alla mattina non possono lamentarsi troppo. Il passo di 2.550 mm qui viene sfruttato fino in fondo...

TUTTODIETRO In terra d'oriente la iCar è disponibile anche con la trazione integrale. Sfizio interessante e magari utile per chi abita in un vicoletto a 3.000 metri d'altitudine e stava aspettando l'auto giusta. A noi invece piace notare che la moda del tuttodietro, re-inaugurata dalla Smart, non è destinata ad essere un fuoco di paglia. In fondo su auto che devono muoversi in ambito urbano regalando la massima abitabilità in poco spazio, il tuttodietro rimane una soluzione validissima. Per certi versi preferibile.

GUSTO DEL LIMITE Perchè? Per ragioni tecnico-produttive, per l'abitabilità certo, ma anche per gusto di... qualche piccola scodata. Lo diciamo sottovoce, e ai limiti dello scherzo, ma la trazione posteriore è la trazione posteriore. Come tutte le trazioni posteriori che si rispettino, stando alle impressioni di chi l'ha provata, l'iCar dovrebbe assicurare emozionanti gite al supermercato o ritorni meno noiosi dall'ufficio.

TRELe valvole sono tre per ogni cilindro, in tutto dodici quindi. La cilindrata è così piccola che non riusciamo a immaginare i pistoni: 0,6 litri in tutto. Ma, come tradizione vuole, i motoristi con gli occhi a mandorla hanno provveduto a dopare la meccanica gracilina. Il turbocompressore, e non poteva mancare l'intercooler, riesce a tirar fuori dalla iCar 63 cavallini e a farla correre fino a 140kmh. Acceleratore elettronico ed una particolare morigeratezza tanto nei consumi che nelle emissioni (già in regola con le severe normative jap del 2010) completano il quadro.

GIAPPONE-INGHILTERRA Dalle parti di Tokyo le iCar hanno già iniziato a popolare le strade. Nulla si sa di qualsivoglia sbarco europeo. Mentre appare probabileun arrivo per il 2007 in Inghilterra (sfruttando il vantaggio della guida a destra, che non richiede particolari adattamenti).

NANO EDITION In Giappone, che sono patiti di hi-tech, non potevano poi esimersi dall'equipaggiare la iCar con l'ultimo nato di casa Apple. Dando vita alla "Nano Edition". Non mancano comunque altri sfizi più legati alla natura di auto, come ad esempio il sistema keyless entry o la possibilità di avere il navigatore con schermo Tft. Di certo la iCar sembra un'auto intelligente e... un'occasione mancata per la Smart. I jap avranno trafugato il progetto dimenticato in un cassetto? Misteri del mondo automobilistico. Ma il tempo passa e tra poco torna il mitico cinquino Fiat, che non avrà bisogno di aggiungere la i al proprio nome, per acquisire fascino.


Pubblicato da Luca Pezzoni, 13/07/2006
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