Che siamo da meno? E' quello che si devono essere detti in Casa Mercedes-Benz di fronte a una foto di un esemplare Rolls-Royce. Risposta: no, anzi. E via con la produzione della "limou" dalla Stella a tre punte, che per l'occasione sfodera un marchio di prestigio, la "M" di Maybach. Da fine 2002, chi può, viaggia comodo.
E’ una vecchia storia quella che lega le due "M", Mercedes da una parte, Mayback dall’altra. Storia che risale agli inizi del secolo scorso e alle strette di mano tra Wilhelm Maybach e Gottlieb Daimler. In quegli anni, dai Venti ai Quaranta, il cognome di mister Wilhelm rimava con esclusività, perfezione tecnica e massimo livello per un’automobile. Le due "M" – che stavano per "Maybach Motorenbau" e staranno invece per "Maybach Manufaktur" – troneggiavano dalla griglia dei radiatori, incutendo rispetto e invidie.
Ebbene, rieccole le due emme, là davanti dove ci si aspetterebbe la stella a tre punte; rieccole, per sancire la rinascita di un nome (uno dei sei brand sotto l’egida del DaimlerChrysler Group: Mercedes-Benz, Maybach appunto, Smart, Chrysler, Jeep e Dodge) che ha nel mirino un’altra coppia di lettere, le regali due "R". Perchè quella attesa per fine 2002 sarà un’ammiraglia, se ce n’è una, da chauffeur per intendersi, da sei metri di lunghezza e abitacolo da suitte presidenziale.
Hanno iniziato da poco le prime Maybach a scorrazzare, travestite a dovere, per le strade di Germania e non solo: una ventina di prototipi, pare, a quasi quattro anni di distanza dalla presentazione della concept in quel di Tokio, in giro per le prove pratiche di routine. E c’è da giurarci che il risultato sfiorerà di pochissimo la perfezione, visti i padri del progetto, visti i 658 mila marchi (circa 650 milioni di lire) di soglia minima ipotizzabile per viaggiare comodi sulla versione "corta", quella sui 5,6 metri, che lievitano invece a 771 mila marchi per il modello da sei metri.
E considerando poi che molto difficilmente si vedranno in giro due Maybach uguali, già che – come le antesignane in "M" insegnano – il cliente decide e lo stabilimento di Sindelfingen sforna (non più di sette unità al giorno, sia chiaro).
Sotto l’immenso cofano ci sarà un propulsore inedito: un dodici cilindri a V, biturbo, di 5600 cc di cilindrata, 470 cavalli di potenza e 900 Nm di coppia massima, abbinato alla trasmissione automatica a sei marce con funzione sequenziale. Come dire: prestazioni e massimo comfort – immaginabile – grazie anche al nuovo dispositivo ad aria delle sospensioni, specificatamente sviluppato per la nuova limousine.
Mercedes prevede di attestarsi sulle 1500 unità vendute. Ottimistico? Parrebbe di no, visto che nel mondo si vendono 8000 auto sopra i 500 milioni di listino, come bere un bicchier d’acqua.