La somiglianza con la nuova fuoristrada Ford non è un caso, poiché è frutto dello stesso progetto. La versione Mazda è un poco meno rude e più elegante, con il classico frontale di famiglia. Due i motori a benzina e molte le opzioni per personalizzare l’abitacolo.
Se il prezzo, comunicato al momento del lancio previsto per il prossimo autunno, sarà competitivo, la Tribute ha tutte le carte in regola per destare preoccupazione tra le concorrenti. Il primo contatto, quello con lo stile, è positivo: belle proporzioni, stile pulito ma con qualche tocco da fuoristrada vero, come i parafanghi allargati e l’utile protezione in plastica che protegge tutto il perimetro, dai paraurti alle fiancate. Il grande lunotto che si allunga verso il basso per favorire la visibilità in manovra si apre per facilitare il carico di oggetti piccoli e leggeri senza dover aprire tutto il portellone, incernierato in alto come quello di una wagon.
All’interno lo stile è automobilistico al 100%, con la plancia caratterizzata da un grande cruscotto che si allunga fino a comprendere la consolle centrale. Lo spazio a bordo non manca e i 440 centimetri di lunghezza sono sfruttati bene per gli umani e per i bagagli. Con il sedile posteriore abbassato, il vano di carico piatto consente, dichiara Mazda, di caricare due mountain bike senza smontare le ruote.
Due sono i motori disponibili, entrambi a benzina; un quattro cilindri 2 litri da 124 Cv (91kW) e un V6 3 litri da 197 Cv (145kW) abbinato a un cambio automatico a 4 rapporti. La trazione Rotary Blade ripartisce la trazione tra le ruote anteriori e quelle posteriori alla bisogna, con la possibilità di bloccare grazie a un pulsante la ripartizione al 50% su ogni assale, come una vera 4x4, per avventurarsi su percorsi più impegnativi e per affrontare le discese più ripide con il freno motore ripartito su quattro ruote. Da fuoristrada l’impianto frenante, con dischi davanti e tamburi alle ruote posteriori.
1 marzo 2000