Costretti per 365 giorni all'anno a disegnare auto con poca personalità, i designer dei Centri Stile californiani sfogano la loro fantasia nell'unico concorso che li vede protagonisti assoluti. Con risultati discutibili, ma non assurdi. Ecco perché.
A BRIGLIE SCIOLTE Evidentemente le bestie non sono l'unica razza a soffrire in cattività, a giudicare da certi bozzetti. Roba da chiamare la Protezione animali... pardon, la Protezione Designer. Repressi da diktat aziendali, strategie di mercato che spesso li riducono a "copioni" della peggior specie, con mani e cervelli imbrigliati in gabbie per criceti nani, strozzati dalle logiche della produzione in serie e delle forme funzionali, l'estro dei designer trova finalmente sfogo in concorsi come il Design Challenge di Los Angeles.
LA SFIDA Succede ormai da quattro anni, dal 2005 a questa parte. I creativi di alcuni dei più importanti centri-stile della California svestono la corazza da designer sempre attento alla fattibilità del proprio progetto, per impugnare il bastone sciamanico e trasformarsi in visionari capaci di anticipare di un ventennio il futuro. A loro, stavolta, è stato chiesto di esplorare il futuro delle auto da competizione, per capire dove e come correranno, e quale energia le spingerà. Come sempre, a lasciare di stucco sono le forme, le soluzioni stilistiche,spinte un bel po' al di là dei limiti cronologici posti dai commissari del concorso.
OLTRE IL FUTURO Il 2025 (frontiera temporale prestabilita a tavolino) pare un po' troppo vicino per pensare di gareggiare su un mezzo come la MMR 25 proposta da Jon Hull, del centro Stile californiano di Mitsubishi, un all-terrain con il corpo pentagonale di un granchietto e le ruote articolate da "8x4". Fantasia pura, ma con un presupposto importante: i lavori di Hull e soci non sono exploit di aspiranti car designer ancora chini sui banchi di scuola, intenti a spremere la propria originalità nella speranza di una ribalta che apra loro le porte del mondo del lavoro. Sono invece professionisti affermati, portacolori di brand noti e della loro filosofia. E chissà che dietro alle strampalate evoluzioni estetiche di questi bozzetti, oltre che dietro al loro concept tecnologico, non si annidi, anche solo in minima parte, una progettualità già pianificata.
CINE-PRONIPOTI Anche perché, nell'ambito di un'espressione stilistica variegata e personale di Casa in Casa, c'è molto pensiero condiviso. Il leit-motiv ecologista scatena la fantasia ingegneristica: c'è chi ipotizza biocarburanti a base di alghe, chi affida l'alimentazione a uno strato epidermico di pannelli solari e celle fotovoltaiche, chi, come GM, immagina un perfezionamento del principio applicato su una concept già esistente (la Volt), mentre quasi tutti sono d'accordo che vetri e parabrezza non saranno più così fondamentali per il pilota, chiuso nel suo abitacolo-loculo e assistito da occhi digitali esterni e da una squadra di monitor per visualizzare l'ambiente che lo circonda.
TENZONE MULTIPLO Che abbia una pinna (Mercedes Formula Zero Race) o i tentacoli (Mitsubishi MMR 25), quattro o tre ruote (Mazda Kaan), che morda la sabbia (VW Bio Runner) o sia pronta a spiccare il volo (Honda The Great Race), che beva biocombustibile o succhi volt, l'auto da competizione del 2025 prende vita in un mondo da science fiction ma è stimolata da problemi e riflessioni quanto mai attuali. E le firme sulla scocca sono tutte d'autore. Per il titolo del 2009, il tenzone multiplo a colpi di matita oppone Audi, Bmw, Mazda, Mitsubishi, Mercedes, Honda, Volkswagen, GM e Toyota. La solita insigne giuria di professionisti nominerà l'eletta, quella popolare potrà al massimo contestare a posteriori. Vinca il migliore.