UN COCKTAIL PER PALATI FORTI Solo il pensiero di un'auto del genere è fortemente ansiogeno, per chi conosce la Porsche 356 e la Porsche 930 Turbo. La prima era un'auto decisamente sensibile e incline al sovrasterzo; la seconda aveva un motore dal temperamento irascibile. Quindi l'idea di mettere il motore della prima 911 sovralimentata sotto al cofano (posteriore) della 356 sembra la ricetta per un ordigno pericolosissimo. Esattamente come quello che si è appena regalato Walter Rohrl: leggenda dei rally e per anni capo-collaudatore della Cavallina di Stoccarda.
PURE ROHRL ERA INTIMIDITO Beh, direte voi, se dietro al volante si siede un simile manico... Ebbene, anche il manico in questione era davvero perplesso nei confronti della trasformazione. Quasi preoccupato: “Mi sono avvicinato a questa 356 B Roadster convertita con le sue parti turbo molto cautamente; sembrava che fosse stato modificato troppo”, ha detto Rohrl.
DA 90 A 260 CAVALLI Non dimentichiamo che le Porsche 356 B Roadster del 1959, come quella oggetto della trasformazione, ospitavano in origine un quattro cilindri da 1.600 cc e 90 CV. Il motore della Porsche 930 Turbo del 1977 è un classico Boxer a sei cilindri di 3.000 cc ed eroga la bellezza di 260 CV. Preoccupante, non è vero? E invece la Porsche 356 3000 RR, ossia Rohrl Roadster, pare sia formidabile.
INVECE, UN SUCCESSO! “Date le premesse, ero ancora più sbalordito di come [l'auto] sembrasse perfettamente bilanciata fin dall'inizio della prima prova. Il basso profilo anteriore, il pesante motore dietro, 260 cavalli – è fluida e precisa da guidare, divertentissima”, dice Rohrl. E a colpo d'occhio non è da meno. Fianchi allargatissimi che coprono parte delle ruote posteriori fanno sembrare la 3000 RR l'anello di congiunzione tra la 356 e la 911 Turbo.
Walter Rohrl con la sua Porsche 356 3000 RR (Rohrl Roadster)
DETTAGLI DI STILE La sensazione è amplificata da tanti particolari presi in prestito proprio dalla Carrera: dai cerchi Fuchs fucinati al volante, dal labbro aerodinamico anteriore che assomiglia a quello di una 911 S a parte della strumentazione. A bordo, a sedili dal design d'epoca si abbinano moderne cinture di sicurezza a 4 punti di ispirazione racing. Ma com'è nata una simile meraviglia?
CHI HA AVUTO L'IDEA A concepirla è stato l'austriaco Viktor Grahser, un meccanico aeronautico trapiantato in Australia, che proprio nella terra dei canguri è stato uno dei membri fondatori del locale Porsche 356 Register. Dopo molti anni dall'altra parte del Globo, Grasher è tornato in patria, portando con sé tre esemplari di 356, tra cui la Turbo.
UNA DI TRE Grahser conserava una delle auto nel soggiorno di casa e la Turbo in un container insieme a un altro 356 modificato con motore da 2,7 litri, sempre di derivazione 911. Nel container c'era pure una sedia imbottita, per rimanere a osservare le sue pupille. La 356/930 aveva bisogno di qualche restauro, ma l'improvvisa scomparsa nel 2008 impedì a Grascher di effettuare i lavori.
INTERVIENE LO SPECIALISTA Nel 2012, le tre Porsche 356 furono acquisite dallo specialista in Porsche classiche Rafael Diez di Diez Classic, che quasi immediatamente iniziò a prendersene cura. L'auto, originariamente con guida a destra come usa in Australia, venne convertita con la guida a sinistra. I parafanghi vennero allargati e la carrozzeria riverniciata in grigio ardesia, che contrasta in modo elegante con gli interni rossi.
L'INCONTRO COL CAMPIONE E poi l'incontro con Rohrl. Sulle due griglie del cofano motore, il due volte campione del mondo Rohrl ha fatto applicare i quattro distintivi che ricordano le sue vittorie al Rally di Monte Carlo. E certo non ci sono mani migliori per custodire il sogno di Grascher.