Ha scelto una passerella speciale per il debutto su strada. Per la prima volta l'abbiamo vista in movimento. E se piaceva ai Saloni, all'aperto è ancora più bella. Per lei una standing ovation e non uno ma due prestigiosi premi. E' successo a Cernobbio, sul lago di Como, nella cornice speciale di Villa d'Este.
Un bel parterre, come si dice in questi casi, con auto che la storia ha ormai eletto a simboli eterni. Si rischia la figuraccia al confronto, e ci vuole una buona dose di coraggio ad affiancare un modello di oggi con questi mostri sacri. Ma è il bello delle sfide, nel nostro caso uno dei Concorsi d’eleganza più prestigiosi del mondo.
Alla Alfa Romeo 8C Competizione è stato sufficiente scivolare leggera sul tappeto rosso steso nel parco della villa per attirare subito l’interesse del pubblico, che si è trasformato in ovazione quando ha sostato davanti alla giuria per l’esame di bellezza. Per lei due premi su due: quello del pubblico per l’auto con il migliore design, confermato poi dalla giuria del Trofeo BMW, che ha dato il patrocinio alla manifestazione. Se il buon giorno si vede dal mattino, alla 8C Competizione non resta che passare alla linea di montaggio. Vista all’aperto, ambientata in un luogo che potrebbe esserle naturale e circondata dall’affetto del pubblico, si evidenzia di più la sua mole compatta e aggressiva, con quel frontale forse un po’ troppo carico di riferimenti storici ma più che mai riconoscibile. Più bella invece la vista posteriore, con la coda tronca, tozza ma muscolosa, forte. Così come il suono dell’otto cilindri che la muove. Un premio il suo ancora più importante visto soprattutto il livello delle partecipanti. Nel parco di Villa d’Este la prima che attrae l'interesse del pubblico è la Rolls-Royce 100 EX, il prototipone celebrativo del centenario del marchio messo in bella evidenza all'ingresso.Più avanti c’è lo "stand" (ma si può chiamare così un’isola erbosa?) di Zagato, animato soprattutto da Alfa e Lancia e forte di 85 anni di attività. Di fronte, l’area BMW che celebra i 75 anni del marchio. Del primo non si può non notare la Giulietta SZ, un concentrato di rabbia raccolto e rotondo. Ma non manca un boccone più succulento: un esemplare unico di Fulvia Zagato cabriolet, lo stesso che fu esibito ad un lontano Salone di Ginevra (1968) e che sorprende con il suo colore aragosta così Seventies.
E poi le Flaminia, eleganti e massicce insieme, altre Giulietta sportive della prima metà dei Sessanta, una Fiat Abarth 1000 (1960), una Maserati, una bella Fiat 8V. Chiudono due Alfa degne di nota: la 1900 SS Z, coupè del ’56 veramente straordinaria per il design futuribile e tecnico, e una carrozzeria anni ’80 meno felice ma sempre singolare. Oltre alle creazioni più recenti…In zona BMW non sono da meno. Si parte con grosse vetture di rappresentanza anni ’30 (ma al chiuso non manca una microscopica utilitaria che seguì la celebre Dixie), si prosegue con le forme un po’ pesanti delle berline ’50. Per fortuna c’è la roadster 507 del 1954, che unisce classicità e sportività con la maestria di poche altre, e non può non aver ispirato le moderne Z3, Z4 e soprattutto Z8. Si arriva alla 1500 disegnata da Michelotti (1962) e alla 2002 (1968) color spremuta, alla 635i del 1981 e alla prima M3 del 1986, senza dimenticare l’originale Z1 nata nel 1988.
Bertone, da parte sua, è rappresentato con due proposte così originali da smentire sua la fama di carrozziere spigoloso e geometrico. La prima è la Fiat Stanguellini 1200, creata nel 1957 con tratti
iperaerodinamici dal disegnatore Franco Scaglione. Muso da disco volante, fiancate incavate e pinne appoggiate sui parafanghi posteriori come tratti distintivi di un prototipo che, dopo essere approdato al Salone di Buenos Aires, fu miseramente dimenticato e restaurato solo a partire dal 1995. Oggi la 1200 arriva dall’Argentina (come non poche colleghe venute d’Oltreoceano) ed è esposta per la prima volta dopo il Salone di Torino del ’57.La seconda presenza by Bertone è simile alla prima ma ancora più audace. Si deve sempre all’estro di Scaglione: una coupé talmente futuristica e scolpita dall’aria da lasciare sconcertati. Se già in foto ricorda un film americano di fantascienza anni ’50, dal vivo la BAT 7 (1954) colpisce ancor più per le lamiere che coprono gran parte del corpo vettura, modellandosi senza rispettare la divisione fra
fiancata e finestratura. È un’unica piccola forma dinamica, con quelle "ali" laterali che sembrano pezzi di tessuto tesi dal vento. E con il frontale che assomiglia a quello dell’auto dei Thunderbirds…Continuando ad aggirarsi per i prati si scoprono altre chicche. Una di queste è la Studebaker Champion. La linea è molto yankee e appesantita dalle proporzioni; il frontale allungato e penetrato da un presa
d’aria orizzontale ricordò in passato un aspirapolvere Electrolux . Ma i tratti, pur sempre equilibrati rispetto agli eccessi Fifties, furono schizzati da una matita eccellente. Quella di Raymond Lowe, uno dei più produttivi disegnatori industriali del secolo scorso, autore per esempio della bottiglia della Coca Cola.Anziché studiarla sui libri, la storia del design si incontra passeggiando. Si notano poi la Delahaye 135 MS, del 1947, vistosa e insieme elegante come un attrice in pelliccia bianca, e l’Alfa Romeo 1750 prototipo classe 1968. Tutto l’opposto: dura, squadrata, disegnata con il righello, ma essenziale nella sua linearità come la francese nelle sue lamiere burrose. La coupè Alfa, comunque, metteva un vestito ultramoderno (e tipicamente anni ’70) alla classica meccanica Giulia, anticipando le correnti successive come GTV e Alfsud. Peccato che lo stilista sia sconosciuto – ci si divide fra Giugiaro e Frua – e che la Casa abbia bellamente deciso di vendere il prototipo in blocco con altri progetti nel 1985.
La Nissan Jikoo, presentata allo scorso Salone di Tokio, sembra la macchina di Paperino: a Villa d’Este ci sono anche loro, le concept attuali. E se i giapponesi – per la prima volta sulle sponde del lago – sono a metà fra il tecnologico e il ludico, c’è chi ha fatto di meglio. A partire dal solito Bertone, che oltre ad una Ferrari Testarossa ridisegnata all’inizio degli anni Novanta con frontale che anticipa la Enzo, ha mostrato la Jet 2 in versione dinamica.
Non mancano poi Mercedes CLS, Seat Altea, Pinfarina Enjoy, Renault Wind (molto più gradevole all’aperto con le proporzioni fluide e compatte), Rinspeed Splash, Subaru B9 SC e Volkswagen Concept C. È a Villa d’Este anche la Lancia Fulvia: e mentre si apprezza lo stile classico e misurato, eppure giovane, moderno, non si può non pensare a quanto sarebbe affascinante incontrarla per strada. Momento di tristezza…