Castelli, buon vino e paesaggi bucolici. Quart-Saint Marcel-Nus, un viaggio di gusto e cultura lungo la valle centrale
TRA PASSATO E PRESENTE Cucina saporita, vigneti pregiati e affascinanti castelli e manieri sono il fil rouge che collega la Valle d’Aosta d’oggi al Medioevo. Per scoprirlo basta uscire da Aosta e imboccare la strada verso la valle centrale, scivolare da una sponda all’altra della Dora Baltea per arrivare fino a Nus, piccolo borgo inserito in un’ariosa cornice di prati, vigneti e castagneti allo sbocco del vallone di Saint-Barthélemy. In totale meno di una quindicina di chilometri ma densi di suggestioni e di storia che sembra di vivere in modo più intenso quando si percorrono su un belvedere a quattro ruote come la Citroën C4 Picasso.
QUART DI NOBILTA’ Lasciando Aosta in direzione Torino, il primo pit-stop si può fare già a Quart. Superato il comune di Saint-Christophe e guardando fuori dagli ampi finestrini, sugli assolati pendii sulla sinistra, si nota un castello dall’aria severa, aggrappato alla roccia che domina il fondovalle: è il castello di Quart. Costruito in varie epoche e articolato in diversi volumi, deve la sua struttura attuale all’epoca in cui era sotto il dominio diretto dei Savoia, il cui stemma rimane tuttora dipinto in più punti. Isolata dal castello sorge anche una cappella risalente agli inizi del XVII secolo, nata sulle ceneri di una cappella medievale e decorata con pregevoli stucchi di Giovanni Gabuti. Interessante, appena sotto il castello, la necropoli neolitica del villaggio di Vollein, tra le più antiche testimonianze di insediamenti umani in Valle d’Aosta.
CIN-CIN Quart ha una spiccata vocazione agricola: ciò significa piccoli villaggi sparsi e, a più alta quota, numerosi alpeggi, tra cui l’Alpe Fontin, da cui, secondo alcuni, deriverebbe il nome della Fontina, il più famoso formaggio valdostano. Suggellato il passaggio con buon bicchiere di Gamay o di Chambave Rouge (magari alla storica Maison Vigneronne Grosjean, 0165.775791), si può ripartire. Una manciata di chilometri più avanti, sulla riva destra della Dora, stavolta, si raggiunge il paese di Saint-Marcel, anch’esso impreziosito da un castello risalente al XIV secolo, appartenuto al ramo Aymavilles degli Challant, famiglia nobiliare valdostana molto influente durante il Medioevo ed il Rinascimento cui si lega a doppio filo la storia di Saint-Marcel.
SAINT-MARCEL Il castello si trova nel villaggio di Surpian, in una posizione un tempo strategica per il controllo del fondovalle. Inizialmente, infatti, il castello aveva una funzione agricolo-militare, salvo poi subire una metamorfosi e trasformarsi tra il XV ed il XVI secolo in un castello di tipo rural-residenziale. A Saint-Marcel, merita una visita anche l’antico Santuario di Plout, intitolato a “Notre Dame du Tout Pouvoir” e oggetto di una forte e diffusa devozione popolare, nonché meta di frequenti pellegrinaggi.
PANORAMI STELLARI Per chiudere un suggestivo (e gustoso) trittico, l’approdo finale ideale potrebbe essere Nus, un borgo di poco meno di 3.000 abitanti che offre vari spunti di interesse. Il più recente è il famoso osservatorio astronomico situato nella frazione di Saint-Barthélemy, sede annuale dello Star Party più antico d’Italia. Ma a Nus ha vissuto anche una delle più importanti ed antiche signorie feudali della Valle d‘Aosta, i “Seigneurs de Nus”, e perciò non mancano reperti storici di rilievo. Tra questi il castello di Pilato (dove avrebbe soggiornato, secondo la tradizione, Ponzio Pilato esiliato da Caligola), del quale restano soltanto le due torrette angolari pensili e tre dei quattro muri, e il castello di Nus (nelle vicinanze della frazione Plane). Anche se forse, per visitare castelli, varrebbe la pena prendere la macchina e spostarsi - questione di pochi minuti - nel vicino comune di Fénis, dove giace il più famoso e scenografico maniero della Valle d’Aosta, anch’esso appartenuto alla casata Challant. Niente di meglio per far immaginare ai più piccoli di essere cavalieri con tanto di armatura ai piedi delle mura.
SALUTI E BACI Stelle e castelli non sono però l’unica attrattiva Nus, che è anche, in estate, meta di alpinisti e di escursionisti, e in ogni periodo dell’anno isola felice per i golosi di tutte le età. Dal vino al dolce, Nus ha qualcosa di rigorosamente autoctono da offrire; si segnalano la ricercata Malvoisie e il “Vien de Nus”, un rosso che nel mese di maggio anima un omonimo festival, mentre i Baci di Nus sono dolcettisimili ai più noti “Baci di Dama” di origine piemontese ma fatti con una percentuale maggiore di noci anziché di nocciole. E se il tour de force cultural-culinario impone una pausa, pronte soluzioni per tutte le tasche: dall’Ostello di Lignan (ostello@coopindaco.it, tel. 0165.760040 - 340.5185483) all’hotel Dujany (tel. 0165 767100), passando per il B&B L’Antico Borgo (0165767632, lidiadovis@libero.it) dove vi aspetta la signora Lidia.