Pimp My Ride è stato un vero programma di culto, ma quanto c'era di vero nel reality di MTV?
NON È TUTTO ORO Per chi ha passato i pomeriggi davanti a MTV a guardare Pimp My Ride, leggere questo articolo potrebbe essere un po' come scoprire che Babbo Natale non esiste. Però insomma, siamo adulti, e forse è giunto il momento di affrontare la realtà. Non che non potessimo aspettarci molte delle verità che vi riveleremo tra poco, o che non sapessimo che la televisione è essenzialmente spettacolo e finzione (anche quando si tratta di supposti reality show), però siamo sicuri che un po' di delusione farà comunque capolino nel cuore di chi si appassionava alle avventure di Xzibit nel mondo del "pimpaggio" automobilistico. Siete avvisati.
PIMP MY RIDE Qualche settimana fa ha fatto la sua comparsa su YouTubeun video che racconta un po' del dietro le quinte meno spettacolare e più tristemente realistico di Pimp My Ride, il programma andato in onda dal 2004 al 2007 e condotto dal famoso rapper. Nella trasmissione, Xzibit si presentava a casa di ragazzi con automobili particolarmente sgangherate e, dopo averle messe nelle sapienti mani del team della West Coast Customs (a un certo punto sostituiti da Galpin Autosports), gliele restituiva incredibilmente rimesse a nuovo. L'eleganza e l'understatement non erano le principali caratteristiche che ispiravano le modifiche, che non a caso erano denominate "pimpaggio": le auto diventavano dei bolidi estremamente vistosi e pieni di accessori pacchiani, per il divertimento del pubblico a casa.
Tutta la verità su Pimp My Ride: la racconta un video?
SIN DALL'INIZIO Ecco, il punto è proprio che, forse non troppo sorprendentemente, il destinatario finale del prodotto era in effetti soprattutto il pubblico a casa, molto più che i proprietari delle auto. Il video, che si basa fondamentalmente su un articolo-inchiesta dell'Huffington Post, a sua volta basato sulle testimonianze postate su Reddit da alcuni ragazzi che avevano partecipato alla trasmissione e sulle dichiarazioni raccolte direttamente dal giornalista, ci svela innanzitutto che già le primissime cose che vedevamo durante le puntate di Pimp My Ride erano fake. Affittate per l'occasione erano le case dove i ragazzi ricevevano l'inaspettata visita di Xzibit, e simulato era il loro entusiasmo, dal momento che queste visite non erano affatto inaspettate ma bensì programmate e concordate dopo un processo di selezione.
IT'S SHOWBUSINESS Anche le storie personali dei ragazzi erano in buona parte inventate, o quanto meno esagerate. Uno dei ragazzi aveva raccontato che la nonna era solita fumare nella sua macchina, e così gliel'avevano riempita di mozziconi di sigaretta; un altro era un po' sovrappeso e avevano allora costruito tutta una storia disseminandogli la macchina di dolciumi, per poi montargli nel bagagliaio una macchina per lo zucchero filato. Un altro ragazzo era stato invitato dallo staff dello show a raccontare di essere single e molto impacciato con le ragazze, e di volere una macchina per fare colpo, quando in realtà era felicemente fidanzato. Alcune auto giudicate non sufficientemente disastrate erano state invecchiate e rovinate ad arte, per farle sembrare messe peggio di quanto non fossero. Un altro elemento poco simpatico è che, mentre nel programma sembrava che i lavori di "pimpaggio" durassero una manciata di giorni, più spesso le auto venivano "requisite" ai loro proprietari anche per svariati mesi, mettendoli nella scomoda situazione di dover noleggiare un'altra vettura per l'uso quotidiano.
Justin Dearinger con Xzibit durante le riprese della puntata di Pimp My Ride di cui è stato protagonista
C'È QUALCHE PROBLEMA? Ma quando dicevamo che il tutto era pensato soprattutto per le telecamere e davvero poco per i proprietari delle macchine, ci riferivamo soprattutto al fatto che le auto "pimpate" spesso non diventavano affatto più utilizzabili. Innanzitutto quasi nulla veniva sistemato dal punto di vista meccanico, e se l'auto (già vecchia e malandata) aveva dei problemi, tendenzialmente questi non venivano risolti. Inoltre, a volte le presunte migliorie peggioravano addirittura la situazione: capitava infatti che gli accessori aumentassero notevolmente il peso della vettura senza che questa venisse attrezzata adeguatamente, in primis per quanto riguarda le sospensioni. E così il proprietario si trovava nel giro di poco tempo (trascorso a essere fermato a cadenza pressoché quotidiana dalla polizia, insospettita da bolidi così particolari) con un'auto da rottamare.
COCENTE DELUSIONE? Da ultimo, vi riportiamo (ricordando che si tratta delle testimonianze di alcuni partecipanti, che comunque ricordano tutto sommato quella di Pimp My Ride come un'esperienza divertente e positiva) quella che probabilmente sarà la delusione più grande per tutti gli appassionati del programma: moltissime delle cose più assurde e divertenti che venivano montate sulle auto (compresi imobili bar e gli schermi tv) venivano in realtà smontati non appena finite le riprese, o spesso non erano proprio mai stati funzionanti - e servivano soltanto a garantire delle scene d'impatto per il programma. Insomma, come sempre la realtà si dimostra meno splendente di quello che ci era stato fatto credere. Ma in fondo, anche dopo avere scoperto tutto ciò, chi mai oserà cambiare canale trovandosi davanti a una replica di Pimp My Ride?