Veloce come il vento, con Stefano Accorsi, è un film che incolla alle poltrone appassionati e non con riprese mozzafiato
CUORE E MOTORE Dopo due anni di lavorazione è uscito ieri nelle sale Veloce come il vento, l’ultimo lavoro di Matteo Rovere che ha voluto nel cast Stefano Accorsi e la giovanissima Matilda De Angelis, alla sua prima esperienza cinematografica. Inseguimenti, fughe, corse clandestine, la ricerca di una rivincita e di un riscatto personale e familiare, tanta, tantissima passione sono gli ingredienti di questo film “semplice”, autentico, molto italiano, nella maniera migliore, capace di ispirare buoni sentimenti. E la voglia di fare qualche sgommata.
VELOCE COME IL VENTO Liberamente ispirato alla storia di Carlo Capone, ex pilota di rally italiano, Veloce come il vento racconta, nella tradizione dell’underdog movie, la storia della 17enne Giulia De Martino, promessa del campionato Gt e del fratello minore Nico, prima abbandonati dalla madre e improvvisamente orfani a causa della morte del padre dopo una corsa. Giulia deve vincere per riuscire a salvare la casa ipotecata dal padre per trovare i soldi per partecipare al campionato. Quando il padre muore, Giulia viene abbandonata da tutti, unica eccezione il vecchio meccanico Tonino, ponte tra un passato glorioso e un presente infausto, poche parole ma che vanno a segno, come quando si rifiuta di consegnare la Turbo 16 al creditore: “La Turbo 16 no, quella non gliela lascio”.
LORIS, IL BALLERINO Quando tutto sembra essere perduto, torna a bussare alla porta di casa il fratello maggiore, Loris, “il ballerino”, ex pilota bruciato dalla droga, uno degli ultimi “disperati veri”, geniale e spericolato al volante, che insegna alla sorella (molto brava la De Angelis, ma non si capisce perché non parli con accento emiliano ma con un leggero accento romano) a tagliare le curve passando sul cordolo, a correre dei rischi, a mollare un po’ la presa, in pista come nella vita. In una interpretazione molto credibile di Stefano Accorsi, dimagrito più di 10 chili, coi capelli lungi e sporchi e i denti anneriti, che torna al suo accento emiliano più genuino.
205 GTI, 205 TURBO 16 E LE ALTRE Anche i meno appassionati ameranno Veloce come il vento. Ci sono le Porsche, le Lamborghini, e le Ferrari del vero campionato Gt italiano che duellano testa a testa tra i cordoli delle piste di Monza, di Imola, di Vallelunga; c’è la Peugeot 205 Gti e l’indimenticabile inseguimento tra le vie di Imola, così vero e coinvolgente; c’è la mitica Peugeot 205 Turbo 16 – arrivata direttamente dal Musée de l'Aventure Peugeot di Sochaux – protagonista di una corsa clandestina tra i Sassi di Matera che infiamma, appassiona, tiene sospesi.
SOUNDS GOOD E poi c’è il suono dei motori, bello, puro, portato al limite, a fare da sottofondo musicale continuo. L’amore per le automobili e la passione per la guida trasuda da ogni singolo fotogramma di Veloce come il vento. La fotografia del film è davvero pazzesca, spezza il ritmo delle corse e dei testa a testa con dettagli ravvicinati del motore, di una marmitta, di un cerchio, del cambio o dei piedi del 9 volte campione italiano di rally Paolo Andreucci, controfigura di Stefano Accorsi nelle scene più difficili, sui pedali della Turbo 16. Dettagli, gli appassionati lo sanno, che da soli valgono la visione della pellicola.