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Schumacher, Senna, Villeneuve dal GP di Barcellona all'incidente di Imola: questo maggio ci ricorda tre campioni sfortunati
RICORDI Sono giorni, questi dell’inizio di maggio, particolarmente ricchi di ricordi per gli appassionati di Formula 1. Legati a nomi indelebili come Ayrton Senna, Gilles Villeneuve e Michael Schumacher. Si tratta infatti di un mese che, per una serie di ricorrenze, riporta alla mente alcuni momenti indelebili che riguardano tre dei piloti in assoluto più iconici del mondo dei motori: storie che hanno formato profondamente l’identità dei tifosi di tutto il mondo, caratterizzate però da un retrogusto molto amaro. Sono ricordi che coinvolgono tre atleti accomunati da un destino sfortunato e da brutti incidenti, anche se avvenuti in modalità diverse.
IL MITO DI SENNA Il primo di questi nomi è quello di Ayrton Senna, forse il volto più noto nella storia della Formula 1. Particolarmente impressionante è il fatto che la sua morte sia avvenuta, il primo maggio del 1994, proprio durante lo svolgimento di una gara (il Gran Premio di San Marino, svoltosi presso l’autodromo di Imola). Anche per questo motivo, tutti quelli che non erano troppo giovani o non ancora nati all’epoca dei fatti si ricordano precisamente dov’erano quando è accaduta la tragedia: una caratteristica tipica di tutti gli eventi storici, come la caduta del muro di Berlino o l’attentato dell’Undici Settembre. A seguito del tragico incidente che lo ha coinvolto, molto è cambiato per quanto riguarda la sicurezza su pista, ma questo non mitiga certo il dispiacere per una disgrazia che comunque non avrebbe dovuto accadere.
IL FILM DOCUMENTARIO Ai suoi moltissimi affezionati sparsi per il mondo resta però una storia epica ed emozionante, raccontata anche nel film documentario Senna del 2010 (per la regia di Asif Kapadina), recentemente andato in onda sul canale televisivo Motor Trend. La sua è stata una personalità complessa e multisfaccettata, non certo quella di un personaggio bidimensionale: a partire dalla storica rivalità con Prost, passando per il carattere non facile del brasiliano e per la sua riluttanza nei confronti dei riflettori (inevitabili però nel ruolo che si trovava a ricoprire).
NEL CUORE DEGLI ITALIANI Il perfezionismo, l’attenzione per i dettagli tecnici e la capacità di spingere l’auto sempre fino all’ultimo limite possibile sono alcune delle caratteristiche che lo hanno fatto entrare nella leggenda, con un numero di pole position in carriera (65, per 80 podi e 41 vittorie) imbattuto per 17 anni. Ma forse, più che per chiunque altro, per Senna a parlare non sono soltanto i numeri e le statistiche, ma le emozioni che ha saputo suscitare nei tifosi di ogni parte del mondo, compresi gli italiani solitamente così restii ad affezionarsi ai piloti di scuderie avversarie.
GILLES VILLENEUVE, L’AVIATORE Un’altra ricorrenza di questo mese è la scomparsa di Gilles Villeneuve, avvenuta l’8 maggio del 1982 sul circuito di Zolder, durante le qualifiche per il Gran Premio del Belgio. Soprannominato “l’aviatore” per via dei molti incidenti imputabili alla sua guida spregiudicata, quello di Villeneuve è un mito molto particolare: si tratta infatti probabilmente dell’unico pilota nella storia della Formula 1 a essere entrato nella leggenda pur senza aver mai vinto un titolo mondiale. Gli italiani poi sono particolarmente affezionati al suo ricordo, dal momento che la sua carriera nella massima serie delle gare automobilistiche si è svolta pressoché interamente (dopo un anno, il 1977, in McLaren) sotto l’insegna della Ferrari. Lo stesso Enzo Ferrari, storico patron della casa di Maranello, non ha mai nascosto il profondo dispiacere che questa prematura scomparsa ha portato nella sua vita.
L’ELEMENTO UMANO Villeneuve era un pilota aggressivo e spettacolare, entrato nel mito grazie a vittorie considerate quasi impossibili anche per l’oggettiva inferiorità tecnica della sua vettura rispetto a quelle degli avversari: in questo senso sono particolarmente memorabili i successi a Montecarlo ’81 e a Jarama sempre nello stesso anno, tre settimane dopo, nel Gran Premio di Spagna. Si tratta in questi casi di veri e propri trionfi dell’elemento umano e della bravura di un pilota sui dati puramente tecnici e sulle schede prestazionali delle vetture: quei fattori di talento e imprevedibilità che rendono questo sport davvero appassionante, e non soltanto una mera sfida tra reparti ingegneristici. Anche per questo, tutti coloro che si sono emozionati per delle corse automobilistiche non potranno mai cancellare dai loro cuori una figura come quella dell’aviatore.
MICHAEL SCHUMACHER, IL KAISER Se è impossibile dimenticare questi campioni prematuramente scomparsi durante il pieno della loro attività, il mese di maggio ci ricorda anche un avvenimento importantissimo nella carriera del grande Michael Schumacher. Un successo, un avvenimento felice, che si trasforma però in un ricordo dolceamaro quando pensiamo a quelle che sono attualmente le condizioni di salute del campione tedesco, vittima di un incidente con gli sci sulle nevi di Méribel (Francia) nella mattina del 29 dicembre 2013.
L’INIZIO DI TUTTO Questo weekend infatti, nel pomeriggio di domenica, si disputerà sul circuito del Montmelò il Gran Premio di Spagna 2019. È stato proprio in questa gara, nella sua edizione del 1996, che Michael Schumacher ha conquistato la sua prima vittoria con il marchio Ferrari (e la ventesima nella sua carriera): la prima di una serie da record, quello per il maggior numero di vittorie sotto l’insegna di una stessa scuderia, giunto a fine carriera a segnare l’impressionante cifra di settantadue primi posti.
GRAN PREMIO DI SPAGNA Il 2 giugno del 1996, partito dalla terza posizione, il campione tedesco, al suo primo anno in Ferrari, conquistò il primo posto davanti a Jean Alesi e Jacques Villeneuve sotto una pioggia battente. Fu l’inizio di un mito e di una serie di vittorie senza pari nella storia dell’automobilismo, riuscita a far conquistare allo spigoloso tedesco l’affetto di tutti gli italiani amanti delle corse. Nonostante alcuni problemi tecnici avessero rallentato il pilota Ferrari da metà gara in poi, il suo dominio sugli avversari fu comunque assoluto: il secondo giro più veloce in gara, segnato dalla Jordan di Barrichello, era di due secondi più lento di quello del tedesco, che per buona parte della gara aveva guadagnato tre secondi a giro sugli avversari.
IL CONTESTO Un capolavoro inaspettato, visto che Schumi aveva precedentemente dichiarato che le caratteristiche del circuito non erano certo ideali per la sua monoposto. Il trionfo arrivava dopo una lunga crisi per Ferrari e sarà seguito nel corso del campionato da altri due primi posti (in Belgio e a Monza), per un piazzamento di fine stagione al terzo posto della classifica (il compagno di scuderia Eddie Irvine si classificherà soltanto decimo).
NELLA STORIA Arriveranno poi per il Kaiser gli anni Duemila e con questi i cinque titoli consecutivi entrati nella leggenda. Record su record infranti uno dopo l’altro conquistando per sempre un posto di diritto tra i più grandi piloti di ogni tempo. Ma è con il Gran Premio di Spagna che tutto questo ha avuto inizio. Quello di Schumi, dei suoi successi e del suo sfortunato destino, è nel giro di pochi giorni il terzo di una serie di ricordi dolci e amari, ingredienti di uno sport fatto di momenti entusiasmanti e di drammi, di esaltazioni e di tragedie, proprio come ogni vita che si possa dire degna di essere vissuta.