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Guida su chiaccio

Porsche Sport Driving School


Avatar Redazionale, il 10/03/11

13 anni fa - Due giorni di esercizi tra i ghiacci di Livigno, utili a risvegliare (o a sviluppare) la sensibilità di guida.

Due giorni di esercizi tra i ghiacci di Livigno, utili a risvegliare (o a sviluppare) la sensibilità di guida. E’ questo il programma didattico del Porsche Corso Ice, una tra le scuole di guida più divertenti ed emozionanti.

CORSO ICE Anche per un milanese, Livigno non è il posto più comodo del mondo. E gode della fama di essere terribilmente freddo, in virtù anche dei suoi 1816 metri di altitudine. Non è un caso che a Livigno si trovi il ghiacciodromo dove si tiene il Corso Ice di Porsche. Un corso inutile apparentemente: quanti di noi vivono in una situazione stradale di ghiaccio e neve perenni? In realtà è un corso molto divertente e anche molto utile per affinare la propria sensibilità di guida.

GHIACCIODROMO Il Porsche Corso Ice si svolge su due giorni di lezioni ed esercizi. Si arriva la sera prima in albergo, pronti a muoversi presto verso il ghiacciodromo l’indomani mattina. Con il termometro che segna meno undici appena usciti dall’albergo il nome ghiacciodromo fa correre un brivido gelido lungo la schiena. Il ghiacciodromo, poi, tiene fede al suo nome, e alla sua funzione. Un grande piazzale per gli esercizi vicino alla tenda dell’accoglienza, un pistino lungo 1200 metri al cui interno è ricavato un altro spazio per esercizi.

UNO A DUE La proporzione allievi/auto/istruttori del Porsche Corso Ice è decisamente favorevole: 20 partecipanti al massimo, 10 auto, 10 istruttori. Ci si divide in due gruppi eogni gruppo è diviso in due sottogruppi quando si dedica agli esercizi. Il gruppo Blu, il mio, inizia con gli esercizi di slalom e di frenata con evitamento dell’ostacolo. Lo slalom ovviamente si fa in maniera sciistica, lasciando derapare le code per infilare meglio le punte tra un birillo e l’altro. A rendere più difficile l’esercizio ci sono le due tonnellate e mezza della Cayenne S, oltre a qualche lastrone di ghiaccio vetrificato di cui è necessario tenere conto per evitare facili testacoda.

PALESTRA È un bene iniziare dagli esercizi: abituati all’asfalto e impegnati a tenere le ruote ben aderenti alla strada, alla sensibilità al controsterzo va spolverata un po’ di ruggine. Ed è necessario interpretare il carattere della Cayennona, capire la sua propensione a raddrizzarsi da sola grazie alla trazione integrale che richiede un po’ meno sterzo per correggere di quanto si immagini. E poi si prova la frenata su ghiaccio a 55km/h, con attenzione a dosare bene l’Abs per guadagnare metri e utilizzandolo invece per schivare l’ostacolo mantenendo direzionalità.

SULLA GIOSTRA Nel piazzale ricavato all’interno del circuitino si sale sulla giostra. Si gira in tondo attorno a due cerchi di birilli di diametro differente. Ci si cimenta con il sovrasterzo dosando l’acceleratore, prima intorno a un tondo, poi intorno all’altro tondo e poi formando un otto, abituandosi al pendolo per uscire bene da un tondo ed entrare meglio nel secondo. Esercizi utilissimi affrontati con la Cayman, leggera e nervosetta sul ghiaccio. L’otto poi si allunga e diventa un vero circuitino con otto, slalom, tondo e passaggi obbligati.

CARROUSEL Esercizi che si rivelano utilissimi in pista. E poi, prima il dovere e poi il piacere, prima gli esercizi e poi la pista. Alla partenza sono allineate la Carrera, S e 4S, con cambio manuale o PDK. Da qui si parte in leggera salita, poi chicane con gobbetta, a cui segue un breve rettilineo con curva finale che immette in un altro rettilineo vetrificato ben bene, dove tenere a bada la Carrera prima di infilarsi in una curva destra fatta a canalone, come il Carrousel del Nurburgring.

100 COLPI DI SPAZZOLA Dopo il canalone si affronta una curva a sinistra, dove è meglio passare alla terza marcia per avere la massima aderenza sul lastrone in uscita di curva e tenere giù tutto il gas per raggiungere il curvone che riporta verso la partenza, da spazzolare tutto per divertirsi o da tenere tutto all’interno per essere più veloci. In uscita il curvone ha una gobba in discesa verso l’esterno su un lastrone Saint Gobain ed è importante uscire con un minimo di sovrasterzo per non finire nel mucchio di neve che delimita il circuito. Per tornare alla partenza un paio di chicane infide e ghiacciate richiedono un po’ di manico per farsi spendolare e trovarsi ben posizionati in uscita di curva. Un tornantone di fronte ai box riporta all’inizio del giro.

SI CAMBIA La difficoltà aumenta considerando che il circuito si affronta con 911 Carrera sempre differenti ma l’aspetto positivo è che, grazie al rapporto allievi/auto/istruttori, si gira tanto, negli esercizi e anche in pista e cambiare auto contribuisce a rinfrescare la sensibilità di guida o ad acquisirla per chi non l’ha mai avuta.

INTEGRALE Inizio la pista con una Carrera 4S. Pur apprezzandone le sue doti di auto tuttofare inarrestabile, non amo le Porsche Carrera a trazione integrale. Non riesco a guidarla come vorrei, faccio un po’ fatica a stabilire un buon rapporto con la sua capacità autoraddrizzante e mi trovo sempre con troppo controsterzo, divertente per chi mi vede ma poco efficace per andare forte. Per mettersi di traverso vuole un bel colpo sull’acceleratore e poi poco sterzo.

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QUATTRO x DUE Queste Carrera 4S hanno il nuovo sistema di trazione integrale a controllo elettronico PSM, che trasferisce immediatamente la trazione sulle ruote anteriori passando dal 95% al posteriore nella guida normale fino al 40% all’anteriore in caso di pattinamento posteriore. Questa rapidità di trasferimento di potenza sull’asse anteriore è alla base della sua capacità di autoriallineamento, con la Carrera che si trasforma da una posteriore a una integrale e cambia comportamento. Mi chiedo perché, al comando elettronico del differenziale centrale non sia abbinata anche una funzione per cui sia possibile bloccare la trazione nella normale ripartizione con il 95% al posteriore. Così la 4S sarebbe quasi una normale S per divertirsi e una 4S per avere più sicurezza e più mobilità su strada. Chissà se qualche modder è già al lavoro…

DUE BASTANO Per il secondo turno salgo sulla Carrera S con cambio PDK. Impiego un paio di giri per riabituarmi alla guida più raffinata, più di cesello della Carrera S. Vuole tocchi gentilisull’acceleratore e mani veloci sul volante. Vuole precisione e in cambio offre grande sincerità d’animo e di comportamento. Mi riconcilio con la guida sportiva e, in questo caso, acrobatica. Il sovrasterzo è dosato con il bilancino e il controsterzo è spettacolare e tenuto a bada. Al tornantone finale l’istruttore mi stimola a entrare con una bella manovra di pendolo e a spazzolare l’uscita. Finalmente mi ritrovo a guidare come si deve.

FATTE A MANO Per il terzo turno in pista mi spetta la Carrera S con cambio manuale. Pur essendo un fan del cambio automatico e trovando ottimo il PDK, con il cambio manuale su questo circuito è vera festa. Perché a pendolo e a sovrasterzo si aggiunge un comando in più, il blocco di ponte, con la coda che allo scalare della marcia più o meno violento risponde con l’invito al sovrasterzo che si continua con un poco di gas. Da questa Carrera S non vorrei più scendere, guidare così è vero godimento.

DUE RUOTE IS MEGLIO DI QUATTRO Ritorno sulla Carrera 4S, l’istruttore me ne fa apprezzare il carattere e riesco a divertirmi parecchio anche con la trazione integrale anche se la Carrera S manuale rimane imbattibile nel divertimento di guida sul ghiaccio, meno veloce, meno efficace, ma decisamente più divertente e più stimolante nel cercare la precisione di guida. La Carrera 4S è più ignorante, vuole bei pestoni sull’acceleratore per mettersi di traverso e la sua propensione a trasformarsi da posteriore a integrale la rende meno sincera.

BABELE Di tutti i corsi di guida che ho seguito non mi è mai capitato come nel corso Porsche Ice di Livigno che a ogni turno mi venissero impartite istruzioni di guida differenti. Cambia l’auto, cambia la pista di minuto in minuto, lasciando affiorare lastroni di ghiaccio che al turno precedente non c’erano e cambia anche lo stile di ogni istruttore. Subito può lasciare un po’ sconcertati, soprattutto i meno esperti che non hanno dimestichezza con alcune manovre, ma alla fine il continuo adattarsi ad auto e a guide differenti aiuta ad affinare la propria sensibilità e a scegliere la propria linea di guida. Al tornantone si può arrivare in staccata, inserirsi piano, buttare dentro la prima in mezzo alla curva per iniziare la spazzolata in uscita. Oppure si può fare un bel pendolo in ingresso per trovarsi già in spazzolata in ingresso, oppure si può dare un tocco di freno a mano o magari tentare di uscire di gas senza inviti alla derapata. Tutto va bene, sperimentare tutto diverte, tutto insegna.

DOCET Tra un controsterzo e un pendolo ci si rende conto di quanto ci si arrugginisca nella guida di tutti i giorni. Non guido certo con il cappello ma non posso certo svoltare con un bel controsterzo in Piazza della Scala. E un poco di sensibilità si perde, un poco di reattività a eventi inaspettati si addormenta. Uscendo dal ghiacciodromo non necessariamente si improvvisa il sovrasterzo ma in caso di strada innevata, ghiacciata o semplicemente bagnata la propensione al controllo, anche su strada asciutta, decisamente aumenta. Si risvegliano i sensori incorporati nel fondoschiena a tutto vantaggio della sicurezza e del piacere di guidare. Anche su una strada bagnata, è sufficiente un cambio di asfalto per generare una sbandata: avere le mani al posto giusto, nella classica posizione 9 e un quarto ed essere pronti a usarle per controllare una sbandata significa cavarsela ed evitare il peggio.

IN GARA Lato propedeutico a parte, alCorso Ice di Porsche ci si diverte parecchio. Sulle auto nulla da dire e su queste Porsche ci si spende parecchio tempo, si fanno tanti esercizi e tanti giri. Il secondo giorno di corso poi, che in realtà dura fino al pranzo, gli esercizi vengono cronometrati e per gli errori c’è un bel carnet di penalità. Cambiano le strategie di guida, qui si bada al tempo più che allo spettacolo, bisogna essere efficaci più che funambolici. A ogni turno i piloti provano la pista e assegnano dei coefficienti perché i tempi siano omogenei malgrado il cambiare di minuto in minuto della pista, per l’aumentare della temperatura e per i continui passaggi.

QUATTROOOO Il mio rapporto difficile con la 4S si vede in un bel testacoda nel punto più stupido della pista, mi costa 5 secondi di penalità sul migliore dei miei cinque giri e il mio buon terzo tempo finisce nella seconda metà della classifica. Il terzo tempo anche con la Carrera S non basta a risollevare le sorti della mia posizione e, a fine giornata, esercizi compresi, finisco a metà classifica. Peccato, ma il divertimento non è mancato e girare con il fiato sul collo del cronometro è uno stimolo piacevole.

CORSO VACANZANon è uncorso economico il Corso Ice di Porsche, con 1950 euro, albergo escluso ma con auto del PSDS, ci si può pagare una vacanza di una settimana in un alocalità amena, ma è sicuramente un corso divertente e ben organizzato non necessariamente destinato a chi ha una Porsche. Anzi è una buona occasione per provare le Cavalline di Stoccarda oltre che una ottima occasione per acquisire o rinfrescare quella sensibilità di guida che è più difficile mettere alla prova in un corso su asfalto asciutto. E poi, Livigno sarà freddo e scomodo ma offre sempre un paesaggio più gradevole e più vacanziero rispetto a un autodromo.


Pubblicato da Redazione, 10/03/2011
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