Le 24 ore sono le gare più emozionanti. Quelle di velocità. Ma anche se l'obiettivo è tenere a bada i consumi come al Porsche Panamera 24 Hours Challenge, le emozioni non mancano. E nemmeno le sorprese sui consumi
ZINGARATA "Mauro, hai fatto montare i sedili da fachiro?" è la domanda che mi viene spontanea quando Il PR di Porsche Italia mi invita a una 24 ore. Sul circuito di Nardò, a 130 orari. Alle zingarate non si manca mai ma tra la struttura del circuito di Nardò, un anello perfetto disegnato da Giotto, e il limite di velocità, 130 e 150 km/h, il Porsche Panamera 24 Hours Challenge non mi spreme l'adrenalina come per un certame medioevale. Per tentare il deragliamento della catena mettiamoci anche una sbirciatina al meteo e i 40 gradi previsti. Ma, come ho detto, alle zingarate non si manca mai.
INGARELLO Un poco sano agonismo fa cambiare subito appeal alla prova e la vena giugulare che porta sangue al cervello si chiude subito come quando ci si avvicina in pista al pilota che ci precede. Vince chi consuma meno e con la media più alta. Vince, la parola magica. E poi forse a Nardò è più divertente dover pensare a una strategia di guida piuttosto che a tenere giù il piede al massimo su un anello di 12 chilometri con una inclinazione da parabolica che rende la guida uguale ad andare diritti a 240 km/h sull'anello esterno. Per il Porsche Panamera 24 Hours Challenge giriamo sull'anello interno, quello per i mezzi pesanti, dove l'inclinazione della pista è pensata per rendere la guida diritta a 140 km/h. Beh, la Panamera proprio leggera non è, ci sta…
9:11 PUNTUALI Ci troviamo tutti a Lecce il 9 luglio e si torna a casa l'11. Indovinate a che ora parte e finisce il Porsche Panamera 24 Hours Challenge? Alle 9 e 11. Quando si bada anche al dettaglio... Ad attenderci sul circuito di Nardò ci sono tre Panamera diesel, una per team, due composti ognuno da sei giornalisti e un team professional formato da quattro piloti. 9 e 11, si parte. Inizia già a far caldo e la radio gracchia i primi risultati di chi sta correndo il primo dei ventiquattro turni, circa 110 di media e più di 15 chilometri con un litro. Non male per la Panamerona a gasolio. Al primo giro dei sei piloti il mio team ha i turni con la velocità massima di 150 km/h. Un poco più di margine per giocare con l'acceleratore.
ANELLO IMPERFETTO Ho il terzo turno del mio team, i risultati dei due piloti che mi hanno preceduto sono piuttosto allineati: tra 110 e 115 km/h e tra 15 e 15,5 km/litro. Voglio provare a giocare bene con le marce e la curva di coppia che per la Panamera diesel ha il valore massimo tra 1750 e 2750 giri. E voglio giocare con il vecchio trucco da ragazzini al risparmio, il mitico follone. Il circuito di Nardò un poco si presta a questo gioco: Giotto si è preoccupato di disegnare un cerchio perfetto ma visto da terra l'anello ha dislivelli che si possono sfruttare in discesa.
IL FOLLONE Si mette il folle e via, si veleggia quasi gratis. Ovviamente è necessario sfruttare i dislivelli anche se minimi della pista che per Nardò va da 35 a 70 metri sul livello del mare. Unendo l'altro trucco di non cercare troppo la velocità in salita, premendo con dolcezza sull'acceleratore per guadagnare velocità e buttarsi giù dal discesone. A Nardò si riesce in due punti, al chilometro 4,5 e di fronte alla nostra area box. E il computer di bordo paga: è in questi tratti che giro dopo giro consolido le mie medie, di velocità e di consumo.
SIAM TRE PICCOLI FORELLIN Metto subito in pratica la strategia al mio primo turno, sto facendo una bella progressione ma sento un rumore dalla ruota anteriore destra. Ho bucato? Non ci voglio credere ma è così, provo a raggiungere i box ma la gomma si dechappa, si distrugge e devo accostare. Mi sento un po’ scemo a forare a Nardò… La cosa simpatica però è che intanto che rallento anche il secondo team ha il medesimo problema e un attimo dopo si ferma anche il team dei piloti professionisti. Tutti abbiamo forato la ruota anteriore destra. Sembra che abbiamo rovinato la gomma sui chiodi antisonno ai lati della pista, che sono belli alti pensati per i mezzi pesanti ma la stranezza è che pur avendoli pizzicati in momenti e punti differenti abbiamo forato tutti nel medesimo punto e nel medesimo momento. Misteri della cabala degli pneumatici. E mezzo turno per me che viene poi annullato per tutti i team.
FATTORE K Al secondo turno, alle 18.11, continuo con la mia strategia, sfrutto il follone, sto il più possibile sulla corsia esterna più parabolica e sfrutto l'inclinazione nei punti più difficili come le salite per scivolare verso destra e rendere la salita più dolce. Mi prendo dei riferimenti sulla pista per trovarmi alla velocità giusta al punto giusto e per mettere il folle al momento migliore. A ogni giro guadagno ma poi i progressi si fermano a 16,1 km/litro a 119 km/h di media. Sull'ultimo giro aumento la media a 120 km/h ma al momento della sosta ritorna a 119. Peccato, avrei fatto il record, ma chiudo comunque con un fattore K di 1915, l'indice di prestazione calcolato moltiplicando la velocità media per i consumi medi che poi determinerà il vincitore, tra i migliori.
DOPPIATORE FOLLE Quando scende la sera non siamo messi male, siamo secondi ma molto vicini all'altro team. Loro stanno insistendo con la strategia della velocità minima, noi abbiamo capito che andare veloci è più efficiente. E li stiamo raggiungendo. Il mio terzo turno, dopo la mezzanotte, è il turno da 150 orari. Abbiamo deciso di darci dentro e di sfruttare al massimo il limite di velocità. Vado al massimo ma non mi faccio mancare il follone più redditizio, quello davanti ai box, che è il trucco che tiene bassi i consumi: è un volo a vela da un chilometro e mezzo con una perdita di velocità accettabile. Mettendo il folle a 150 l'abbrivio non manca e si affronta la risalita con una buona velocità alla fine chiudo con una media di 140 km/h e 13,7 km/litro.
SCHERZI NOTTURNI Se considero che non mi hanno avvisato del rientro e la Panamera è stata ferma un minuto in mia attesa, la strategia è vincente. E la soddisfazione di doppiare tre volte a turno gli altri team (a volte anche in folle) non la ripaga nemmeno la MasterCard. Ora è meglio provare a riposare per qualche ora, il prossimo turno è dopo le sei del mattino. Purtroppo chi deve rilevare i dati dal computer di bordo sale come un bradipo e la media scende a 139. Lui riesce a perdere così tanto tempo nelle rilevazioni che segna 138. E vabbe’, bisogna aver pazienza. Forse non ha idea della fatica che si fa a guadagnare due chilometri di media, da 138 a 140, viaggiando a 150. E il mio fattore K da un meritato 1918 scende a un medio-alto 1890. La notte fa brutti scherzi.
BUONANOTTE Il camper del nostro team, che abbiamo scoperto sotto i 40 gradi avere il condizionatore fuori uso, è ancora bello caldo malgrado alle due, quando mi infilo nella cuccetta, l'aria sia fresca. Riesco a dormire tre ore nella scatola di plastica e sono pronto per affrontare l'ultimo turno, quello delle sei e undici. Nel frattempo i miei compagni di team hanno insistito nella strategia della velocità, tanto che anche l'altro team ha cambiato rotta e ci ha seguito. Loro però ora hanno il turno a 150 e noi a 130. Il rischio è che ci riprendano e ripassino in testa.
TOM CRUISE Nel nostro team l'unica discussione è: cruise control sì, cruise control no. Io sono per usare il piede, il cruise control, anche se molto efficiente come quello della Panamera, non è strategico, il mio piede sì o, almeno, ci prova. Nelle salite il cruise control accelera per mantenere la velocità costante e pela sul gas nelle discese ma la guida umana è più efficiente lasciando che il tachimetro scenda nelle salite mantenendo il gas quasi costante per riprendere velocità nelle discese e con bei folloni nelle discese più spinte. Dati alla mano la mia teoria sembra corretta: io termino il turno con 125 km/h e 15.2 km/litro, il mio socio di team che ha utilizzato il cruise control chiude a 126 km/h e 14,7 km/litro. Ovvero coefficienti di prestazione pari 1900 tondi toni nel mio caso e 1852,2 per il socio. Cruise control no.
GIOCHI DI SQUADRA È una 24 Ore per testare i consumi e una 24 Ore a prima vista noiosa. Invece sembra una 24 Ore di velocità, le strategie di gara sono anche più complesse perché non è sufficiente andare forte e avere pelo, a ogni giro si sperimentano nuove tecniche per consumare meno facendo più strada, adattandosi anche alle condizioni meteo che a ogni turno cambiano. La strategia che ho iniziato a testare nel turno delle forature ha funzionato e anche l'altro team ci ha seguito. Ma è troppo tardi per loro, la vittoria è nostra. Anche se, a confutare le nostre teorie, un pilota dell'altro team ha raggiunto l'indice K migliore di tutti, seguendo un'andatura da funerale. Noi ci siamo divertiti di più.
A PIU’ B Il nostro team, il team B, ha percorso 2.714 km e ha raggiunto un fattore K di 1819, frutto della velocità media di 120,73 km/h per un consumo medio di 15,06 km/litro. Il team A ha raggiunto un fattore K di 1787, prodotto della velocità media di 110,82 km/h con un consumo medio di 16,13 km/l, mentre ha coperto una distanza di 2.485 km. Chi va piano va sano, percorre 229 chilometri in meno e percorre circa un chilometro in più con un litro di gasolio. Tanta strada, poco risparmio.
PANAMERONA = BEONA? Mettendo insieme i dati di tutti, la media di tutte le Panamera è 120 km/h con consumi pari a 6,1 litri per 100 chilometri, ovvero 16,4 km/litro su un totale di 7967 chilometri percorsi. Mica male per la Panamerona. È vero, abbiamo utilizzato trucchi che non tutti e non sempre si possono utilizzare in autostrada, ci siamo infilati un uovo sotto il piede destro e a nessuno verrebbe in mente di viaggiare con il condizionatore spento con quasi 40 gradi. È vero però che siamo andati a velocità superiori a quelle consentite dal Codice della Strada. È altrettanto vero, comunque, che non è detto che le auto di lusso debbano per forza anche essere auto beone. Per Porsche quella dei consumi e, negli ultimi decenni, delle emissioni è una missione da sempre. Anche una 911 turbo e un pilota intelligente possono consumare poco. La Porsche nasce pur sempre dall'auto del popolo, la Volkswagen Maggiolino, ed è appena rientrata a far parte della grande famiglia VW.