La Porsche 959 è, dopo trent'anni, ancora una supercar con i fiocchi. Grazie ad un livello tecnologico avanti anni luce sulle avversarie dell'epoca
OGGI COME IERI A vederla, non lo diresti. Eppure, sotto quelle linee così simili all'eterna 911, la Porsche 959 racchiudeva tutto un altro mondo. Di tecnologia, sofisticazione, esaltazione della prestazione. Oggi, dopo 30 anni precisi, la 959 riesce ancora ad essere straordinariamente attuale. Festeggiamola a dovere.
GRUPPO B Tutto cominciò quando la FIA introdusse il famigerato Gruppo B: vetture da rally farcite di cavalli fino all'inverosimile, veloci ma estremamente difficili da condurre. In quell'epoca - siamo agli inizi degli Anni '80 - la Porsche stava esplorando tutte le strade possibili per trovare una sostituta della 911 (che invece, fortunatamente, sopravvisse). Sembrò quindi naturale ai tecnici tedeschi creare un'auto da corsa, che fosse in grado di rispettare l'omologazione del Gruppo B, per sperimentare sulle strade di tutto il mondo le soluzioni che sarebbero poi andate sul futuro modello di serie.
LA RICHIESTA DI JACKY Leggenda vuole, poi, che un certo Jacky Ickx, per anni pilota Porsche nella categoria Endurance, chiese espressamente al management di Stoccarda un'auto a trazione integrale per correre la Parigi-Dakar, suo grande sogno. Gli ingegneri, allora, non esitarono: al Salone di Francoforte del 1985 fece il suo debutto ufficiale la Porsche 959.
BITURBO Il cuore, un 6 cilindri boxer da 2.8 litri, vantava un doppio circuito di raffreddamento: ad aria per i cilindri, ad acqua per le testate. I pistoni erano in alluminio, le bielle in titanio, la lubrificazione a carter secco e il sistema di iniezione digitale era stato messo a punto da Bosch. Il tutto per ben 450 CV, anche grazie alla sovralimentazione mediante due turbine KKK: ai regimi più bassi, un sistema elettronico ne disattivava una mentre dopo i 5.500 giri funzionavano entrambe, per prestazioni davvero micidiali. La Porsche 959 scattava da 0-100 km/h in 3,7 secondi e poteva raggiungere i 317 km/h.
4X4 Tutto ciò era possibile anche per merito del complesso sistema di trazione integrale (Porsche-Steuer Kupplung) che riusciva, grazie ad una frizione multidisco, a variare continuamente la ripartizione di coppia fra i due assali. Non mancavano - proprio come accade oggi - quattro programmi di guida: Trazione, Neve, Pioggia e Asciutto. La percentuale di coppia variava in base ai calcoli della centralina elettronica che governa il sistema e poteva arrivare, dal 60/40 di base, fino al 20/80 fra davanti e dietro.
ALLUMINIO E KEVLAR La Porsche 959 vantava perfino gli ammortizzatori (due per ogni ruota) regolabili su tre livelli di rigidità e su altrettante altezze (12, 15 e 18 cm da terra). Il tutto funzionava grazie ad un circuito idraulico in pressione, lo stesso che serviva per l'impianto frenante (con ABS). Il telaio, per contenere il peso, era un misto di alluminio e kevlar mentre gli pneumatici di primo equipaggiamento erano specifici e prodotti dalla giapponese Bridgestone.
QUOTAZIONI MILIONARIE Prodotta in due allestimenti (Komfort e Sport) in soli 292 esemplari, la Porsche 959 costava, nel 1986, 420.000 marchi tedeschi, oltre 300 milioni delle vecchie Lire. Oggi, per averne una, c'è chi è pronto a sborsare cifre pericolosamente vicine al milione di Euro...