Lo stile della RCZ fa discutere: troppo simile a quello della TT? Ecco il perché di alcune linee nell'occhio del ciclone.
FUORI DAL CORO Nonostante sia fresca fresca di lancio sul mercato, la nuova Peugeot RCZ si trascina da molto tempo un aspro dibattito sul suo stile egocentrico. C'è chi l'ha amata fin dalle prime immagini della concept, vedendo nelle sue linee un coraggioso balzo verso un nuovo corso stilistico della Casa francese, e chi invece continua a criticarne la somiglianza con la prima versione della TT, accusando la Peugeot di poco spirito di iniziativa. Insomma, per alcuni rivoluzionaria, per altri già vista. Chi ha ragione? Adesso che di RCZ se ne incontrano sempre più in strada, armiamoci di lente d'ingrandimento e approfondiamo la questione.
ROMPICAPO Sembrerebbe un paradossale rompicapo ma, con un'analisi un po' più approfondita e grazie alle parole di Boris Reinmöller, suo creatore, si possono comprendere meglio le verità che si celano dietro questa coupé. Tedesco di nascita e di formazione (si è diplomato alla rinomata scuola di Pforzheim) il trentacinquenne designer ha fatto esperienza in Seat e in Volkswagen prima di approdare alla Casa francese e firmare progetti come la concept RC HYbrid4 del 2008.
INFLUENZA TEDESCA Stando alle sue parole, le linee della RCZ sono nate con il solo scopo di trasmettere dinamismo, originalità e pura identità Peugeot. Nessun riferimento dunque alla sportiva dei quattro anelli, anche se l'andamento dei vetri laterali, con il montante ad arco e lo spigolo affilato, sono molto simili a quelle della TT, sia attuale che prima serie, come si può notare nelle nostre ricostruzioni. La coda, poi, non può non ricordare il modello del 1998, lunga e tondeggiante come nessun'altra prima di allora.
INEVITABILESOMIGLIANZA? D'altra parte i numerosi vincoli industriali e la scelta di un determinato segmento comportano enormi limitazioni al lavoro dei designer, causando inevitabili somiglianze con i modelli già presenti sul mercato. In particolar modo la scelta di realizzare un terzo volume molto pronunciato rende quasi obbligatorio l'uso di linee sinuose e tondeggianti, così da smagrire la coda ed amplificarne la dinamicità.
IL BALZO DEL LEONE E' infatti proprio la coda ad aver originato tutta la forma dell'auto: "Il parafango posteriore", ci ha detto il designer, "evoca i muscoli delle cosce in tensione di un leone", così da caricare la RCZ in avanti e donarle un forte senso di movimento, anche da ferma: "Volevamo dare alla vettura un aspetto diverso: molto dinamico ma al tempo stesso elegante". Il posteriore lungo è stato così un elemento chiave nello svolgere questo compito, cambiando l'aspetto visivo tradizionale di una coupé e regalando un vasto bagagliaio.
GHIA E ZAGATO Le somiglianze non si limitano però alla coda della sportiva tedesca, andando a legarsi anche alle creazioni di celebri carrozzieri quali Ghia e Zagato. Gli addetti ai lavori hanno infatti notato una forte analogia con la Karmann-Ghia, la sportiva Volkswagen degli Anni 50 nata sulla base del Maggiolino. La nervatura che si sviluppa nella parte bassa della fiancata della RCZ andando poi a definire il passaruota posteriore (vedi foto), ricorda molto quella della Karmann-Ghia, anche se la crescita dei volumi la rende ora molto più marcata. Le due gobbette sul tetto non possono poi non rimandare alle realizzazioni dell'atelier milanese Zagato, anche se, ci ha riferito Reinmöller, "quei movimenti sono ispirati alla vettura da corsa della 24 Ore di Le Mans, la Peugeot 908 HDI, sulla quale sono stati impiegati per migliorare i flussi aerodinamici."
FACCIA CONOSCIUTA Nessuna similitudine si potrà invece contestare per l'anteriore, quasi identico a quello della due volumi di derivazione, anche se a molti non piacerà l'eccessiva somiglianza alle Peugeot meno corsaiole. Ma perché utilizzare un frontale così scontato visto il mutamento stilistico del resto della carrozzeria? "Il motivo è molto semplice", ci risponde Reinmöller, "La decisione presa alla fine del 2006 era di disegnare un "teaser" per la 308 che, all'epoca, non era ancora uscita. Ci eravamo dunque imposti di mantenere l'anteriore che in quel momento era inedito, e così è rimasto anche nella versione definitiva".
CONCEPT STRADALE Somiglianze a parte, questa nuova francesina ha fatto comunque colpo su molti appassionati e ha tutte le carte in regola (vedi la nostra prova su strada) per registrare un grande successo. I designer della Casa del Leone hanno svolto un gran lavoro, riuscendo a riproporre nella versione stradale gli stessi affascinanti dettagli che tanto avevano fatto amare la concept di partenza. Se solitamente i prototipi perdono molta della loro bellezza e spettacolarità prima di giungere sul mercato, questa RCZ non ha invece deluso le aspettative, riproponendo molto fedelmente i tratti originali. "Un risultato che è stato raggiunto", ci spiega il designer, "non un sogno esagerato e irrealizzabile come solitamente avviene, ma un'affascinante coupé che avrebbe potuto vedere la strada con pochi accorgimenti". Detto, ...fatto.