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Film

Il nuovo film di Michael Moore sembra essere un po' troppo complottista


Avatar di Federico Sardo, il 29/04/20

4 anni fa - Planet of the Humans si scaglia contro l'elettrico, ma il distributore non ci sta

Michael Moore contro l'elettrico: complottismo?
Planet of the Humans si scaglia contro l'elettrico, ma il distributore fa un passo indietro. Eccessivo complottismo?

Planet of the Humans

Vi stupiremo: questo titolo contiene un errore. Parliamo infatti del nuovo film di Michael Moore, ma in realtà non si tratta di un suo nuovo film da regista. Planet of the Humans, lanciato in streaming il giorno dell'Earth Day 2020 (mercoledì 22 aprile), è infatti un film scritto, diretto e narrato da Jeff Gibbs, che di Moore è uno storico collaboratore. Ma ovviamente è il nome di Moore, che del film è soltanto il produttore, ad avere maggiore appeal, e per questo il film è stato spinto ovunque spendendo il nome del famoso regista americano, premio Oscar per Bowling a Columbine (2002) e vincitore della Palma d'oro al Festival di Cannes con Fahrenheit 9/11 nel 2004. Di più: il titolo del film è ufficialmente Michael Moore presents Planet of the Humans

IL FILM Il film documentario, che nel titolo e nel suo lettering si rifa al noto Pianeta delle scimmie (Planet of the Apes), è interamente visibile liberamente su YouTube, ed è già stato guardato da oltre 4 milioni di persone. Moore è noto per i suoi documentari politicamente scorretti e per essere un autore che si vanta di rivelare verità scomode, ma in questo caso sembra che il film abbia fatto il giro, per finire nel territorio del complottismo più spinto. Al punto che, questa è la notizia, dopo le critiche arrivate un po' ovunque dal mondo dell'ambientalismo, persino il suo distributore è stato costretto a fare un passo indietro e chiedere scusa.

LA TESI La tesi fondamentale del film è che l'umanità consuma troppa energia, e la nostra sopravvivenza su così larga scala e il nostro benessere opulento sono incompatibili con la salute del pianeta. Fino a qui tutto bene. Niente di nuovo e niente che non sia già stato detto in tante forme diverse. Il problema sorge quando si passa a parlare di una delle principali formule attraverso le quali l'umanità sta cercando di ridurre le proprie emissioni, e cioè le energie rinnovabili - incluso quindi tutto il mondo della mobilità elettrica. La tesi piuttosto radicale di Gibbs, e scarsamente sostenuta dai dati che sarebbero necessari, è che nessuna soluzione è davvero verde, e quindi è pessima esattamente come quelle in uso precedentemente.

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LE CONTROVERSIE Auto elettriche, pannelli solari, energia eolica: tutto inutile. Le auto elettriche si ricaricano attraverso colonnine che prendono l'elettricità dai combustibili fossili, Tesla utilizza energia elettrica, le batterie utilizzano metalli presenti sulla terra in numero finito: qualsiasi soluzione propongano in termini di riduzione delle emissioni è vanificata da quelle generate durante il processo di costruzione. In pratica, non c'è nessun miglioramento rispetto ai combustibili fossili. Ma non solo: secondo il documentario, tutti gli ambientalisti, i politici a favore del green e le aziende che stanno lavorando a questo cambiamento (da Al Gore a Elon Musk, Michael Bloomberg e Arnold Schwarzenegger), stanno semplicemente cercando di fare soldi in modi nuovi, che non apportano alcun miglioramento alla situazione del pianeta. Green-washing nel migliore dei casi.

Un'immagine tratta dal film Planet of the HumansUn'immagine tratta dal film Planet of the Humans

LE CRITICHE È sicuramente vero che le aziende hanno come obiettivo primario il profitto, e che dietro a molte di esse ci sono probabilmente la ricerca di nuovi mercati e la necessità di rispettare le regolamentazioni più recenti più che una reale convinzione, ma ciò non toglie che comparare l'impatto di queste nuove soluzioni alla situazione del passato è quantomeno scorretto. Non a caso questa eccessiva semplificazione ha fatto piovere numerose critiche nei confronti del documentario, fino alla sconfessione (e le scuse) da parte del distributore.

LA SOLUZIONE? Ma quale sarebbe la soluzione secondo Gibbs? Una estrema riduzione nel numero degli abitanti del pianeta. ''Dobbiamo accettare il fatto che una crescita infinita su un pianeta finito è un suicidio. Dobbiamo accettare che la presenza umana è già ben oltre i livelli di sostenibilità, con tutto ciò che questo implica''. Per farvi in ogni caso un'idea personale sulla questione, o perlomeno sul film, vi rimandiamo alla visione diretta. E aspettiamo il vostro parere nei commenti!


Pubblicato da Federico Sardo, 29/04/2020
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