Il successo della Dacia insegna, ma quanto piace oggi il prodotto low-cost? Ce lo rivela un nuovo studio
SCELTA FILOSOFICA Niente sconti, ma prezzi di listino ridotti; prodotti che costano poco ma non per questo necessariamente di bassa qualità. La filosofia low-cost è semplice e geniale allo stesso tempo, e proprio per questo in pochi anni ha cambiato lo stile di vita di milioni di consumatori in Italia e nel mondo. Forse oggi è superfluo dover ricordare il significato della parola low-cost, il termine è diventato di dominio pubblico e a comprare low-cost sono fasce sempre più ampie di popolazione. Ma, come rivela uno studio condotto dalla società TNS su indicazione della Dacia, restano ancora zone di diffidenza tra i consumatori.
TRE ANNI FA Nel 2007, come rivelava la stessa TNS nella prima indagine effettuata su questo argomento, il termine low-cost era ancora un concetto sconosciuto a metà della popolazione italiana; oggi invece le cose vanno molto meglio e il low-cost, complice anche la crisi economica, è diventato un termine conosciuto da molti anche se non ancora accettato del tutto. Tre anni dopo, la stessa TNS e la stessa Dacia hanno ripetuto il sondaggio e le sorprese non mancano. Come è cambiata la percezione del concetto low-cost in questi tre anni? Come si pongono gli italiani di fronte ai prodotti low-cost?
LOW-COST PER TUTTI La grande novità è che low-cost non è più sinonimo di "sfigato", di vorrei ma non posso; ha perso la sua connotazione di classe e i beni e servizi raccolti sotto questa voce sono diventatiuna quota importante dei consumi delle famiglie. Persino l'auto low-cost, ieri guardata con molta diffidenza, trova oggi un seguito di estimatori che rischia di stravolgere i piani produttivi di numerose Case automobilistiche. Solo l'8% degli intervistati associa infatti il concetto di low-cost a prodotti destinati agli "stranieri": il 69% ritiene invece che sia un concetto trasversale, associabile a tutta la popolazione, ricca o povera che sia. Del resto per averne una conferma pratica è sufficiente dare un'occhiata ai parcheggi dei supermercati low-cost doveoggi è facile trovare in sosta molte vetture premium se non di lusso.
GIOVANI E DONNE Come si può notare nella prima scheda della ricerca TNS, sono i giovani e le donne in particolare i più sensibili al richiamo del low-cost. Complessivamente il 76% degli intervistati si dichiara disponibile oggi ad acquistare un prodotto o un servizio a basso costo, segno che il messaggio del low-cost è accettato dalla stragrande maggioranza della popolazione (tabella 2) e ha segnato uno spostamento nelle abitudini dei consumatori verso questi prodotti/servizi.
I PRODOTTI TOP In testa al gradimento ci sono i voli low-cost (72%), ma anche i prodotti alimentari e il vestiario iniziano a diventare sostanziosi (acquistati rispettivamente dal 34% e dal 32% degli intervistati). Per entrambi la crescita rispetto a tre anni prima è nell'ordine del 31%. E chi fino ad oggi non ha ancora utilizzato un prodotto low-cost non lo ha fatto perché convinto della loro scarsa qualità bensì perché non gli è ancora capitata l'occasione (tabella 4). Lo dichiara il 63% degli intervistati, a cui andrebbe aggiunto l'altro 15% di coloro che non ci ha mai pensato. Solo il 15% continua a non fidarsi di questi prodotti mentre cresce il bisogno di sicurezza (12%) soprattutto da parte delle donne, le più difficili da convincere che dietro un prodotto di costo ridotto si nasconda una fregatura.
DAI VOLI ALL'AUTO Come si può notare dai dati, i consumi low-cost stanno invadendo tutti i settori fino a rivolgersi anche ai servizi primari e agli acquisti importanti, a quei consumi fino a poco tempo fa ritenuti troppo "delicati" per rinnegare quanto afferma la saggezza popolare, ovvero che spendere di più alla fine fa risparmiare. Persino le assicurazioni auto low-cost sono ormai un territorio sempre più frequentato dai seguaci del low-cost. Per non parlare dell'auto, un prodotto la cui scelta è da sempre legata a fattori di sicurezza oltre che immagine.
IL PREZZO INNANZITUTTO Dopo tre anni aumenta quindi il numero di quanti si dichiarano propensi all'acquisto di un'auto low-cost (68%, il 25% in più rispetto a tre anni prima) attirati da un prodotto che costa poco, senza fronzoli e optional inutili e di qualità accettabile se non buona, anche se la mancanza di fiducia resta il motivo principale di esitazione. Il 47% di costoro continua infatti a dichiarare che non si fida anche se poi quando viene chiesto loro di dichiarare la differenza principale tra un'auto low-cost e un'auto tradizionale il 77% pensa al prezzo e solo il 19% alla qualità, segno che anche quest'ultima è ormai data per assodata. Nella gallery le tabelle dello studio TNS, da cui si possono ricavare numerose altre considerazioni.