Su alcune strade c’è la storia fatta dai pionieri dell’auto e dell’automobilismo sportivo. Una di queste strade è in Sicilia, si percorre seguendo le orme della Targa Florio, competizione che agli inizi del XX secolo era una delle più importanti al mondo
STORIE DA RACCONTARE Sulle strade c’è storia. Storia fatta da chi viaggia per lavoro, da chi viaggia per diletto, da chi si sposta per qualsiasi ragione. Ma su alcune strade c’è la storia fatta dai pionieri dell’auto e dell’automobilismo sportivo. Una di queste strade è in Sicilia, si percorre seguendo le orme della Targa Florio, competizione che agli inizi del XX secolo era una delle più importanti al mondo. La prima edizione risale al 1906, tre giri su un percorso tra le colline siciliane per un totale di 444 chilometri percorsi su auto sportive affascinanti ma che ora fanno sorridere nella loro semplicità tecnica e tecnologica, con una manciata di cavalli e carrozzerie fatte di niente. E fanno pensare a eroi coraggiosi, come Alessandro Cagno che vinse la prima edizione dopo nove ore di gara alla media di 50 chilometri orari. Con la coppola in testa e una tuta da meccanico addosso.
NOMI ALTISONANTI È la storia di questi pionieri che si sente sul percorso della Targa Florio. In realtà i percorsi della Targa sono tre. Uno lungo 148 chilometri, il primo, utilizzato fino al 1911, poi il circuito si accorcia a 110 chilometri, tra il 1919 e il 1930. Una lunga pausa per la Targa fino al dopoguerra quando, nel 1951, inizia la stagione più lunga della Targa Florio, fino al 1977, su un percorso di 72 chilometri. Sono gli anni di Stirling Moss, Olivier Gendebien, e Nino, Ninni per gli amici, Vaccarella, siciliano idolo dei siciliani. Sulle strade ad attenderlo alla guida di Maserati, Ferrari, Porsche e Alfa Romeo sono in migliaia assiepati lungo le strade delle Madonie.
PRESIDE VOLANTE Il Preside Volante, come lo battezzò la stampa dell’epoca poiché è il preside del liceo Oriani fondato dal padre, invita i suoi alunni a non bigiare la scuola per seguirlo tra le curve della Targa Florio ma i suoi allievi non gli danno ascolto e si uniscono alle altre migliaia di tifosi. Che dipingono sulle strade VAI NINO fino a quando lo stesso Nino spiega loro che la vernice rende la strada scivolosa e, da quel momento, le scritte VAI NINO finiscono sui muri come striscioni permanenti.
STORIE DI CORSE Sono seduto a cena vicino al mitico Ninì e mi racconta che il sindaco di Collesano, uno dei Paesi attraversati dalla Targa Florio, lo invita per conferirgli la cittadinanza onoraria e quando Nino Vaccarella raggiunge Collesano è in corso la processione della Madonna. Quando scende dall’auto i portantini posteggiano la Madonna e prendono Ninì sulle spalle per portarlo in trionfo lungo le strade di Collesano. Questo era il tifo della targa Florio, questa è la passione che ancora si legge sulle strade (qualche scritta VAI NINO si trova ancora) e che si trova ancora magari seduti al bar, con qualche anziano che ha ancora aneddoti sulla Targa da raccontare.
TEMPI D'INCURIA Anche la strada in sé, tra curve e controcurve, ha ancora grande fascino. Ma, dai tempi in cui si correva la Targa l’incuria e la manutenzione zero hanno avuto il sopravvento. Negli ultimi dieci anni della gara le auto che hanno percorso la Targa Florio erano auto da pista che su quelle strade raggiungevano velocità da pista e tutto il percorso veniva verificato con la lente di ingrandimento e stirato come il panno verde di un biliardo. Sembra che da quegli anni la strada in molti tratti sia stata abbandonata a se stessa. La vegetazione ai lati della strada in molti tratti invade la carreggiata limitando la visibilità e costringendo a spostarsi oltre la mezzeria. E poi buche e voragini sono spesso lì, ad aspettarti in agguato dietro a una curva o dopo un dosso. Le frane mai sanate, poi, impediscono ora di seguire il vecchio tracciato per intero.
CANNOLI E CASSATE Se vi avventurate in Sicilia per ripercorrere un pezzo di storia dell’automobilismo non vi aspettate di poter dare sfogo alla vostra passione per le curve pennellate ma avventuratevi tra buche e vegetazione incolta pensando a Nino Vaccarella e al coraggio suo e di tanti altri piloti con cui percorrevano queste strade a velocità folli. Fermatevi a Cerda dove trovate i vecchi box, coperti da un telo che ne riproduce le sembianze di un tempo. Fermatevi a Collesano a visitare il museo della targa Florio, piccolo ma ben tenuto con alcune reliquie del tempo come tute, caschi e tante fotografie dell’epoca. Non ripercorrete il circuito (percorribile) della Targa Florio tentando il tempo sul giro ma prendetevela con calma, fermatevi nei vecchi bar e nelle pasticcerie a gustare cannoli e cassate e a fare due chiacchiere sulla Targa Florio. Per rivivere la Targa dalla bocca di chi c’era, di chi stava ai lati della strada quando la Targa passava come un lampo, dai loro racconti.
ROADBOOK Vi allego un roadbook della mia recente esperienza sulle curve della Targa con un’altra Targa, la Porsche 911 targa GTS, GTS come la splendida 904 GTS che ha vinto la Targa nel 1964. Un roadbook utile per seguire un itinerario il più possibile fedele a quello lungo della Targa Florio, che nelle varianti obbligate mette insieme curve di altre gare siciliane. Salvo frane e interruzioni dell’ultimo minuto…