Il celebre scultore statunitense raccoglie il testimone di Warhol e Lichtestein e riveste in chiave pop la M3 che correrà la prossima 24ore di Le Mans.
DA MUSEO Auto come opere d'arte, quadri con tanto di firma. Un esempio ne è questa Bmw M3 GT2 che esce direttamente dal museo parigino Centre Pompidou, passerella obbligata prima di calcare l'asfalto del circuito di Le Mans dove correrà la più celebre delle 24 ore. La livrea l'ha disegnata Jeff Koons, artista statunitense famoso soprattutto per le sue sculture: ironiche, scanzonate, molto spesso trasgressive. La storia che lo lega alla Bmw, e nella fattispecie a questa M3 GT2 "pop”, affonda le radici in una tradizione avviata dalla Casa bavarese nell'ormai lontano 1975.
DINASTY Prima di Koons ci sono stati Andy Warhol, Roy Lichtestein e Frank Stella, tanto per citarne alcuni nomi celebri che nel tempo si sono passati il testimone: ognuno di loro ha realizzato una delle "art car” nella storia di Bmw. Il primo a ridipingere in chiave artistica una vettura da corsa con lo stemma bavarese fu Alexander Calder, su richiesta di un banditore d'asta con il vezzo delle corse, il francese Hervé Pulain. Da allora, di anni ne sono passati tanti e tante sono state le rivisitazioni in chiave "pop” della livrea delle Bmw da corsa. Questa, la diciassettesima, vede l'artista impegnato a ricreare l'idea di velocità sulla scocca, per suggerire dinamismo anche quando si contempla l'auto da ferma.
ESPLOSIVA Lo fa con un'esplosione di linee colorate che, quasi fossero gli zampilli di un fuoco d'artificio, partono dal muso e sembrano distendersi sulla carrozzeria seguendo il flusso aerodinamico dell'aria (i contrasti tra i colori servono ad accentuare l'idea di potenza). Le grafiche di detriti in corrispondenza dei passaruota posteriori, poi, non fanno altro che rimarcare il concetto di fondo. Nel corso del suo processo creativo, Koons ha raccolto immagini di auto da corsa, con relative grafiche, colori vibranti, ed impressioni di velocità per delineare le grafiche. Il passo successivo è stato produrre una livrea con l'utilizzo di materiali leggeri e di un design che non interferisse con l'aerodinamica e con il peso dell'auto da corsa.
NUMERO STORICO Il tutto da farsi in tempi molto stretti: tra i primi schizzi e la prima mondiale di Parigi di martedì 2 giugno, infatti, sono intercorsi solamente due mesi. Anche per questo la "scelta tecnica” è ricaduta su una stampa digitale su apposita pellicola vinilica coperta da due mani di trasparente per far risaltare il colore. Per configurare la livrea definitiva, Koons si è servito di disegni CAD tradotti da 3D in 2D per il processo di stampa, quindi applicati all'involucro dell'intera vettura. Il numero 79 che campeggia sul cofano e sulle due fiancate non è infine una scelta casuale: ricorda l'anno (1979) in cui fu Andy Warhol ad allestire "ad arte” una Bmw M1 del '79 (versione da corsa Gruppo 4), la quarta della serie.
VISSUTA Prima di rivestirla da capo a piedi, Koons ha sperimentato sulla propria pelle le emozioni che si provano alla guida di una M3 GT2, un bolide realizzato con materiali ultraleggeri spinto da un motore V8 di 4,0 litri da 500 CV che raggiunge i 100 km/h in 3,4 secondi. L'artista ha partecipato assieme al team BMW alle prove sul circuito di Sebring, nell'ambito della Le Mans Series americana, traendo da quest'esperienza ulteriori spunti per elaborare il design definitivo della sua art car, potendo approfondirne la dinamica.
SE LO SPORT E' ARTE Il risultato lo avete sotto i vostri occhi e, come nella tradizione delle art car, punta a stupire, provocare. D'altronde le auto sportive, nella loro lunga storia, si sono sempre prestate a una comunicazione artistica attraverso le grafiche, soprattutto da quando la tecnologia le ha portate a una sovraesposizione mediatica, fatta di grandi fotografie a colori e riprese televisive che facevano il giro del mondo. Finché alcune di queste, come opere d'arte, hanno finito col diventare pezzi unici nell'immaginario collettivo.