#GM doveva accordarsi con #Google prima di #Fiat #Chrysler per la #GuidaAutonoma, ma ha rinunciato. Ecco perché
RETROSCENA Prima di Fiat Chrysler, doveva essere GM la partner di Google per l'auto a guida autonoma: lo riportano alcune testate straniere citando Bloomberg e fonti interne al colosso di Mountain view, che indicano in un fraintendimento sulla raccolta dei dati degli utenti la causa della rottura delle trattative.
LA RICHIESTA Sembra che Google volesse ricevere i dati forniti dai sistemi di guida autonoma per poterli analizzare e migliorare il comportamento delle logiche di controllo del veicolo. Sulle prime la richiesta non appare affatto strana, ma anzi perfettamente sensata all'interno di una partnership di sviluppo. Ma allora, perché GM si sarebbe tirata indietro?
COPPIA APERTA Un altro rumor potrebbe fornire la spiegazione. Sembra infatti che l'accordo tra Google e FCA non preveda un rapporto esclusivo, ma al contrario permetterebbe ai contraenti di instaurare altre collaborazioni con nuovi partner operanti nello stesso campo. Forse GM non voleva rischiare di condividere i frutti della collaborazione, che potrebbero garantire un vantaggio competitivo decisivo sui rivali.
UN NERVO SCOPERTO Le politiche sul trattamento dei dati degli utenti avrebbero indotto anche BMW e Daimler a recedere da una collaborazione con Apple, sempre sul tema dell'auto a guida autonoma. Sia Apple sia Google, lo ricordiamo, fanno uso dei dati raccolti dai telefonini per profilare gli utenti, cercare di prevederne le necessità e fornire servizi sempre più personalizzati: un aspetto controverso, che tuttavia i milioni di utenti di iPhone e Android dimostrano di accettare di buon grado.
UN PO' DI DIETROLOGIA Perché l'industria dell'auto storce il naso? Azzardiamo un'ipotesi: le auto a guida autonoma lasceranno gli automobilisti a trastullarsi con internet nei propri spostamenti. Google già monetizza i profili degli utenti proponendo loro pubblicità mirata e anche se per ora smentisce di voler adottare simili pratiche nell'ambito delle auto, non è escluso che siano i costruttori automobilistici a voler entrare, prima o poi, nel mercato della fruizione dei contenuti online. E a quel punto avrebbero tutto l'interesse a tenere per sé i dati raccolti a bordo delle loro macchine.