Con la scusa di sperimentare il plexiglass e illustrare il futuro, nasceva nel 1939 una vera Ghost Car. Tutta trasparente ha incantato prima gli occhi dei visitatori della fiera di New York del 1939 per poi fare la star nei concessionari e finire in collezioni private. Ora va all’asta, ma rappresenta una vera rarità sotto il profilo visivo, concettuale e di comunicazione.
CORREVA L’ANNO Mentre si addensavano i nuvoloni del secondo conflitto mondiale, correva l’anno 1939, in casa Pontiac giocarono con intuizioni trasparenti per nobilitare lo stand dellaCasa madre, General Motors, al Salone di New York. Approfittando di un nuovo materiale, più resistente e anche più trasparente del vetro, il plexiglass che di lì a poco conobbe in guerra alcune applicazioni, i tecnici e gli uomini di marketing crearono una berlina davvero fantasma.
GHOST CAR Tutti i pannelli della carrozzeria e molti altri particolari erano costruiti e sono tuttora in plexiglass e non ostacolano in alcun modo la vista. Ma in casa Pontiac non si limitarono al mero esercizio di stile, approfittando delle trasparenze utilizzarono il progetto a fini comunicativi, per illustrare e portare sotto gli occhi del pubblico le novità meccaniche e concettuali che sarebbero arrivate negli anni a venire. Ecco storia e retroscena della prima auto trasparente del mondo.
POLIMETACRILATO Il Plexiglas nasce nel 1929 e come spesso è accaduto e continuerà ad accadere sono la ricerca e le applicazioni a scopo militare a determinare l’evoluzione e la diffusione di un materiale. In parte la regola è stata rispettata anche per il polimetacrilato, conosciuto anche con il marchio registrato Plexiglas, inventato quasi per caso in Germania dalla Rohm, che stava lavorando ad alcune applicazioni per vetri di sicurezza, e utilizzato prima per applicazioni aerodinamiche, poi in campo aeronautico.
TUTTOFARE In seguito il Plexiglas ha conosciuto tanti mestieri, utile grazie alle sue proprietà multiformi e alla possibilità di colorarlo e incollarlo sia per i coloratissimi juke-box come per le insegne o le coperture degli stadi, basta ripensare al vecchio stadio olimpico di Monaco dove si esibiva il Bayern Munich fino a pochi anni fa. Buono anche per i fanali posteriori delle auto o per improvvisare cockpit in auto da corsa o di elicotteri. E oggi esiste pure la Plexiglas Art e siti specializzati dove ordinare la materia plastica in base alle specifiche e alle forme desiderate. Magari per realizzare una scultura piuttosto che un omaggio aziendale.
SPAZIO PER TUTTI Negli Anni Trenta però tutto questo era ancora da inventare, ecco perché la storia è davvero interessante. Partendo dalle proprietà di questo materiale innovativo gli ingegneri Pontiac si erano inventati una show car fantasmagorica. Base di partenza una Deluxe Six del 1939; non sappiamo se è venuta prima l’idea di marketing o se, invece, è stata l’evoluzione di un approccio quasi casuale alla collaborazione con l’azienda tedesca detentrice del brevetto. Fatto sta che con un motore a sei cilindri e tutta la sua meccanica in bella vista, la Plexiglas Deluxe ha conosciuto diversi momenti di gloria. Non solo nei giorni della fiera, dove i visitatori potevano ammirare, ad esempio, l’impianto frenante idraulico sulle quattro ruote piuttosto che le sospensioni anteriori indipendenti.
A ME GLI OCCHI A sconvolgere gli occhi ancora adesso sono particolari banali ma occultati normalmente alla vista. Come ad esempio le pannellature delle portiere, i vari cablaggi o, per dire, la possibilità di ammirare il basamento del motore attraverso parafanghi trasparenti. Tutti i particolari meccanici che non sono trasparenti per natura qui sono in bella vista. E mutano non solo le percezioni di chi guarda ma anche quelle di chi deve disegnare le auto. Come non banali sarebbero le implicazioni legate alla sicurezza in una eventuale trasposizione di serie per le auto contemporanee. Che potrebbero risultare di difficile collocazione e utilizzo anche sotto il profilo visivo, sia per chi sta intorno che per chi guida.
NUMERI TRASPARENTI Altra storia sono gli investimenti legati alla creazione di questo esemplare fuori dall’ordinario. Si dice che sia costata al tempo circa 25.000 dollari, una cifra fuori dall’ordinario all’epoca, considerando che la versione normale dell’epoca veniva venduta dai concessionari a circa 1000 dollari. Normale quindi, considerata storia e rarità, che oggi la base d’asta sia fissata intorno ai 275.000 dollari. Vi aggiorneremo sul prezzo finale.