Flavio Manzoni, che dirige il Centro Stile Ferrari in cui è nata la nuova 488 GTB, racconta il design dell'ultima Rossa. Perché c'è sempre molto di più al di là degli aridi numeri della scheda tecnica
AL DI LA’ DEI NUMERI La nuova Ferrari 488 GTB irrompe come un fulmine a ciel sereno nel mondo delle sportive. Al suo arrivo, la 458 Italia segnò una svolta importante, alzando la proverbiale asticella per la categoria, e oggi la sua erede ha tutte le carte in regola per allungare nuovamente sul gruppo degli inseguitori. Motore V8 3.9 turbo da 670 cv e 760 Nm, 0-100 in 3 secondi e 0-200 in 8,3 secondi sono dati che fanno restare senza fiato gli appassionati. Al di là dei numeri, però, l’ultima nata di Maranello lascia a bocca aperta chiunque, con una linea incredibilmente atletica, asciutta e filante. Per apprezzare ogni sfumatura e dettaglio estetico della macchina, la cosa migliore è farsela spiegare da Flavio Manzoni, a capo del Centro Stile Ferrari.
Flavio, qual è l’aspetto che meglio definisce la personalità della 488 GTB?
Secondo me è nella fiancata che la 488 GTB esprime la sua vera essenza ma questa è una caratteristica comune un po’ a tutte le Ferrari. L’elemento cruciale la grande presa d’aria, modellata con un tratto che pare simile a un colpo di frusta
Come anche sulla F12berlinetta, spesso il design e l’aerodinamica sono legati a doppio filo. Succede lo stesso anche qui?
Sì, forma e funzione vanno a braccetto. Il look della presa d’aria richiama in parte la 308 GTB, nonostante l’apertura sia divisa da un profilo alare che crea due flussi separati. Uno porta aria fresca agli intercooler dei turbo, l’altro alimenta l’aspirazione del motore e un condotto aerodinamico interno, che trova poi sfogo nella coda.
A proposito della coda, il lato B della 488 GTB sembra davvero molto grintoso...
E’ un’impressione corretta e non solo per merito degli scarichi alti. Il posteriore è più largo e più basso rispetto alla 458 e, a prescindere dai volumi, molti dettagli enfatizzano la sportività. Un esempio viene dalle luci: abbiamo voluto sottolineare la loro forma ad anello scurendo la loro parte centrale. Un altro segno particolare è lo spoiler, che lavora a braccetto con un diffusore dotato di portelle aerodinamiche attive.
E del muso, invece, cosa ci puoi dire?
Anche qui la ricerca dell’efficienza aerodinamica ha avuto un ruolo importante nella definizione delle forme. Ciò vale soprattutto per l’alettone a cassetto che è come sospeso. Il suo profilo rappresenta la soluzione ideale per far sì che la superficie d’ingresso dell’aria per i radiatori non sia eccessiva e che, nello stesso tempo, ci sia un elevato carico aerodinamico sull’anteriore. Nella parte centrale i piloni sono due, non uno come su LaFerrari, e fanno gioco di squadra con un deflettore, che incanala l’aria verso il fondo piatto per ridurre il Cx.
Passiamo all’abitacolo. Qui si può parlare più di evoluzione o di rivoluzione rispetto al passato?
Non è semplice rispondere: ci sono tante novità ma i segni di continuità non mancano, pure se anche l’interno è stato completamente ridisegnato. L’assenza di un collegamento tra la plancia e il tunnel, per esempio, è un classico Ferrari, così come l’impiego di un volante multifunzione e la presenza di pulsanti sul mobiletto centrale. I comandi a satellite, poi, sono ottimizzati nella ergonomia e, assieme alle bocchette dell’aria rivolte verso il pilota, regalano a chi guida l’idea di avere la macchina cucita addosso. Se la nuova plancia mantiene alcuni concetti stilistici della 458, come le bocchette e i satelliti, cambiano radicalmente i volumi, la plancia non è più lineare ma ha una forte plasticità delle forme e si protende verso il pilota con una forma a cockpit che racchiude tutte le funzioni dedicate. Ciò non vuol dire però che il posto guida sia sacrificato o che ci sia poca attenzione al comfort. Sulla 488 GTB c’è tutto lo spazio che serve, il sistema d’infotainment ha una grafica rivista e debutta anche il sistema keyless start.