FaceApp è la app tormentone del 2019, ma in molti stanno sollevando dubbi: la compagnia russa viola le leggi sulla privacy?
CHE COS'È FACEAPP FaceApp è indubbiamente la app del momento, soprattutto grazie al suo filtro "vecchiaia", ma in molti stanno sollevando dei dubbi per quanto riguarda la gestione che fa dei nostri dati. È impossibile che negli ultimi giorni non vi siate imbattuti sul web in qualche volto invecchiato ad arte. È opera di FaceApp, una applicazione russa, non nuova (risale infatti all'inizio del 2017) ma che sta vivendo un fortissimo ritorno di fiamma (è più popolare ora di quanto sia mai stata), che permette di applicare una serie di filtri ai volti - sia a foto scattate con la fotocamera, sia a foto di archivio (che possono quindi ritrarre chiunque, anche personaggi storici o famosi). Il filtro di maggiore successo è sicuramente quello che invecchia i volti: è particolarmente efficace e divertente, e per questo sta spopolando, non solo sui social network. Anche molte testate non si sono volute esimere dal partecipare al trend del momento, e hanno pubblicato fotogallery di volti noti come potrebbero essere tra qualche decennio. Anche noi non siamo da meno: la nostra gallery è interamente dedicata ai più famosi piloti in attività.
FACEAPP, COME FUNZIONA Fin qui tutto bene, ci stiamo tutti divertendo. Ma si sa, quello del web è un mondo complicato, e la app russa è presto stata messa in discussione per via della sua normativa sulla privacy e perché, sostanzialmente, non si sa bene che cosa possa fare dei nostri dati una volta che ne entra in possesso, previa la nostra autorizzazione. Sono molti gli esperti di tecnologia che hanno sollevato dei dubbi per via dell'informativa sulle condizioni del servizio che automaticamente accettiamo nel momento in cui decidiamo di fare uso dell'applicazione. FaceApp, che è di proprietà di Wireless Lab, una società che fa riferimento al CEO Yaroslav Goncharov, ex manager di Yandex (il principale motore di ricerca russo), come tutte le applicazioni di questo tipo, chiede all'utente l'autorizzazione per potere accedere alle foto che stanno nel suo smartphone. Quel che non è ben specificato, è che le foto da modificare saranno poi salvate e conservate nei server della società.
FACEAPP E LA PRIVACY La policy sulla privacy dell'app non è visibile dall'applicazione stessa, ma soltanto sul suo sito web (che la maggior parte degli utenti non visita), e i termini della policy sono molto ampi: danno in sostanza la massima libertà di utilizzo alla società per quanto riguarda le foto, compresa la possibilità di utilizzarle per fini commerciali e di cederle ad altre aziende. Inoltre non è possibile (a differenza che con altre app, come per esempio appunto Facebook o Instagram) controllare quali tra i nostri dati sono in possesso della compagnia. L'anno scorso è entrato in vigore a livello europeo il GDPR (Regolamento generale per la protezione dei dati), e la policy di FaceApp è ben lontana dal rispettarne le regole. FaceApp ha spiegato che esiste la possibilità di chiedere la rimozione dei dati dai propri server, ma il procedimento non è esattamente immediato. Bisogna entrare nelle impostazioni, andare nel menu Supporto, scegliere la voce "Segnala bug e invia i registri", infine indicare l'oggetto Privacy nella mail che il sistema genererà per la segnalazione.
QUALCHE VOCE A DIFESA Non tutte le voci però sono negative: questa mattina Check Point Software Technologies, fornitore di soluzioni di cybersecurity, ha inviato un comunicato stampa che riporta le considerazioni dei suoi esperti (ricercatori specializzati in mobile) sulla sicurezza dell'applicazione, e il responso è sostanzialmente positivo, o quantomeno neutro. In pratica sostengono che gli unici permessi che vengono richiesti dall'app sono quelli relativi al suo stesso funzionamento, e che non c'è nulla di fuori dall'ordinario. In sostanza viene sottolineato che non si tratta di un'applicazione malevola, che possa installare virus o malware sui nostri telefoni, o fare di nascosto qualcosa che non ci aspettiamo. Nel comunicato però, se pure si parla del funzionamento dell'app, non si fa menzione dell'ampia discrezionalità che FaceApp come azienda garantisce a se stessa per quanto riguarda l'utilizzo dei dati raccolti.
LA CONSAPEVOLEZZA È IMPORTANTE Per quanto riguarda questo aspetto, vero è che Facebook o Instagram sono per forza di cose più trasparenti per quanto riguarda quantità e qualità dei dati raccolti, e nelle possibilità che danno all'utenza di gestirli. Ma è pur sempre vero che quella che raccolgono dalle nostre fotografie è una enorme quantità di informazioni, utilizzate poi per una serie di scopi molto ampia, in primis il perfezionamento dei sistemi di intelligenza artificiale (peraltro sempre più legata al riconoscimento facciale). Come ultima cosa va sottolineato anche che, una volta che le nostre fotografie sono online e sono pubbliche, non ci sono regolamentazioni che tengano: quello che è su Internet è accessibile a tutti e, per quanto ci siano delle regole, le nostre immagini possono sempre anche essere utilizzate da chiunque per scopi che violano qualsiasi legge o termine di condizione. Divertiamoci pure, quindi, ma sempre con la consapevolezza di quello che stiamo facendo. E di quello che decidiamo di condividere.