USA, la FTC denuncia: persi o cancellati 23 smartphone di dirigenti e avvocati Volkswagen nei mesi successivi al Dieselgate
DAGLI USA La notizia arriva da Bloomberg: 23 smartphone appartenenti a dirigenti, avvocati e responsabili dei test sulle emissioni per Volkswagen in California risultano smarriti o hanno avuto la memoria cancellata tra il settembre 2015 e il febbraio 2016, da quando cioè è scoppiato lo scandalo Dieselgate. Il fatto risulterebbe dalle registrazioni del tribunale rese pubbliche ieri, giovedì 31 agosto 2017.
NOMI ECCELLENTI Tra i telefonini che sono divenuti irreperibili o inutili ai fini delle indagini dopo la contestazione della Environmental Protection Agency americana, formalizzata il 18 settembre 2015, ci sono quello di David Geanacopulos, Vice Presidente di Volkswagen Group America per gli affari pubblici; Anna Schneider, Vice Presidente delle relazioni con l'industria e il governo; Matthias Barke, direttore del centro di Oxnard, California, per i test sulle emissioni delle auto.
LA PAROLA ALLA DIFESA La questione è stata posta dalla Federal Trade Commission (FTC) già lo scorso dicembre: “Nel contesto del massiccio scandalo al centro di questo caso, 23 telefoni smarriti o bloccati è una evidente bandiera rossa, specie quando questi includono telefoni che appartenevano a personalità di rilievo”. La compagnia e i suoi difensori negano con forza il dolo: “Volkswagen”, dice la portavoce Jeannine Ginivan, “non è al corrente di prove che dimostrino l'intenzionalità del fatto. E l'accusa non ha prodotto prove che dati di rilievo, comprese email, siano andate perdute”.
LA GIUSTIFICAZIONE Barke e Schneider hanno detto di aver bloccato il telefono accidentalmente, scrivendo troppe volte di seguito una password errata, e che i dati sarebbero stati eliminati dal ripristino: “Un evento non infrequente in azienda”, avrebbe dichiarato in un altra deposizione un rappresentante di Volkswagen.
CLIMA DI TENSIONE Ma la Federal Trade Commission vuole approfondire: “Volkswagen sapeva che gli iMessage sui telefoni persi o bloccati non venivano conservati”, avrebbe dichiarato, e dice di aver ricevuto “risposte prive di senso o evasive” durante gli interrogatori. Di certo i 40 mesi di prigione a cui è stato appena condannato uno degli ingegneri del Dieselgate non contribuiranno a rasserenare gli animi.