Dai dati UNRAE emerge che a luglio il mercato ha perso solo l'1,9% ma leggendo tra le righe e ripensando al 2012 si scopre che è presto per parlare di una frenata al calo del mercato
FEBBRE A 38 Che il mercato italiano dell'auto sia malato si dice da tempo ma ora c'è un dato in più a preoccupare: la febbre a 38. La battuta per sdrammatizzare un po' ci sta: tanti sono infatti i mesi consecutivi da cui si registra un segno negativo rispetto a dodici mesi prima. E il fatto che lo scorso mese di luglio si sia chiuso con una variazione pari a solo il -1,9% rispetto al luglio precedente è davvero una magra consolazione: quel mese del 2012 era stato uno dei peggiori di sempre e nel 2013 c'è pure stato un giorno lavorativo in più. E sorprende non poco che lo Stato non si dia molto da fare per rimettere in sesto il malato febbricitante, visto che il settore auto, con 72,7 miliardi di euro, rappresenta la prima voce di entrate fiscali per l'Italia (il suo peso è pari al 17% del totale).
TIRIAMO LE SOMME Venendo agli aridi numeri, luglio si è chiuso con 107.514 immatricolazioni, che portano il totale dei primi sette mesi a 839.481 pezzi. Da gennaio il dato cumulato corrisponde dunque a un -9,2% e, proiettando invece il tutto verso la fine del 2013, è probabile che l'anno si chiuda a questo punto sotto 1,3 milioni di pezzi, attorno al -8% rispetto al 2012. Insomma, la fine del tunnel sembra ancora lontana.
SU E GIU' A livello di segmenti, a puntellare il mercato sono ancora una volta le piccole monovolume, letteralmente trainate dalla Fiat 500L, e le crossover, la cui quota di mercato cresce in maniera stabile, mentre a calare sono soprattutto le vendite delle grandi monovolume e delle coupé. In materia di alimentazione, invece, i segni più riguardano gpl, metano, ibride ed elettriche, con le ultime due che però, sommate, pesano ancora meno dello 0,4% del totale immatricolato.