In quasi tutto il mondo le industrie si fermano ma in Cina, dove tutto ebbe inizio, l'economia si muove. Settore auto incluso
LA CINA RIPARTE Dopo circa due mesi dall'inizio dell'epidemia arrivano dalla Cina notizie incoraggianti. Mentre gran parte della produzione mondiale è infatti ferma a causa del Coronavirus, nella Repubblica Popolare le cose iniziano a ripartire. Tornano in funzione i voli aerei (+2,4% pe oltre 9 milioni di posti), aumenta il traffico della metropolitana (+ 21% la scorsa settimana), riaprono le fabbriche. Anche quelle di automobili.
AUTOMOTIVE AVANTI TUTTA La vendita di auto in Cina ha toccato il fondo lo scorso mese, ma in molti a febbraio avevano già riaperto gli stabilimenti: tra questi ci sono BMW, Fiat Chrysler, Ford, Honda, Nissan, Tesla, Toyota, Volkswagen e Volvo, solo per citare i più celebri. Proprio la casa bavaresre che aveva riaperto lo stabilimento di Shenyang il 17 febbraio, si è detta fiduciosa che il governo cinese possa gestire la crisi e sconfiggere l'epidemia, dichiarando: ''Rimaniamo fiduciosi nelle prospettive di business a medio e lungo termine del nostro mercato n. 1 in tutto il mondo''. Anche Fiat Chrysler ha affermato che le attività produttive si sono riavviate, con il 90% dei rivenditori e il 95% del personale della joint venture con Guangzhou Automobile Group in attività. Tesla, invece, è persino riuscita ad aumentare il numero di auto prodotte rispetto al periodo precedente la chiusura, arrivando a 3.000 vetture a settimana.
BUONE SPERANZE PER L'ITALIA Anche se per il nostro Paese la situazione è ancora delicata, tra scioperi dei distributori di carburante, un nuovo modello di autocertificazione e un'ulteriore stretta sugli spostamenti con multe più severe per chi si muove ingiustificatamente, forse la situazione in Cina un motivo per sorridere deve darcelo. Certo, la strada è ancora lunga ed è ancora fondamentale restare a casa, ma tanto più saremo fedeli ad imitare le regole del regime di Pechino tanto prima vedremo la luce in fondo al tunnel.