La nuova Chevrolet Malibu arriverà nel 2012 ma pochi forse ricordano le sette generazioni che l'hanno preceduta. La storia di questo modello, venduto in 8,5 milioni di pezzi, affonda le radici in un passato lontano, nel 1964.
A MACCHIA D’OLIO Un tassello alla volta, la gamma della Chevrolet si sta allargando sempre più. L’obiettivo della Casa crociata è dichiarato da tempo: arrivare a coprire con i vari modelli una porzione di mercato sempre maggiore, presidiando tutti i segmenti di grande volume. Il prossimo passo sarà verso la fascia medio-bassa del segmento D, con il lancio della Chevrolet Malibu. Questa berlina, protagonista all’ultimo Salone di Francoforte, sarà introdotta nel corso del 2012 in un centinaio di mercati, a ogni angolo del pianeta, e porterà i gradi di ammiraglia del marchio. In Italia sarà lanciata esclusivamente con un motore due litri turbodiesel da 164 cv, mentre ad altre latitudini sarà disponibile anche con un 2.4 a benzina.
OTTAVA GENERAZIONE In attesa di passare la Chevrolet Malibu sotto la lente d’ingrandimento, vale la pena di ripercorrere a ritroso l’albero genealogico della macchina. A molti il nome Malibu dirà probabilmente pochino. Tuttavia, chi è appassionato di auto a stelle e strisce ed è cresciuto a pane e telefilm americani potrebbe magari ricordare che la Malibu prossima ventura rappresenta l’ottava generazione di una stirpe nata nel 1964. Questa Chevrolet è stata prodotta, al netto delle interruzioni, per 35 anni, cosa che la rende una tra le medie più longeve della storia.
BUONA LA PRIMA La prima Chevrolet Malibu è proposta con quattro carrozzerie (hard top due porte, cabriolet, berlina quattro porte e station wagon) e il successo è immediato: nel primo anno di vendite sono immatricolati duecentomila esemplari. La Malibu è subito declinata anche in variante sportiva SS, con motore V8 5.4 da 300 cv. Questa versione passa in breve a un motore small block di pari cilindrata da 350 cv e viene proposta anche con il kit Z16, con un motore 6.5 da 375 cv. Nel 1966 è la volta della SS396, migliorata soprattutto a livello delle sospensioni e proposta con potenze di 325, 360 e 375 cv.
UNA DOPO L’ALTRA Nel 1968 va in scena un restyling che smussa gli spigoli della carrozzeria, mentre sotto la pelle rimane invariato le schema classico, con motore anteriore e trazione posteriore. Nel 1973 tocca invece alla terza generazione, che veste i panni della berlina, della wagon e della coupé e che continua la saga delle SS. Questa edizione è realizzata su telaio Colonnade ed è irrobustita per rispettare le nuove normative di sicurezza. E’ inoltre tra le protagoniste del Campionato Nascar, nel quale ottiene un totale di 25 podi. Nel 1978 l’ulteriore salto generazionale porta la Chevrolet Malibu ad assumere dimensioni più compatte. Questa, tra l’altro, è l’ultima Malibu a montare la trazione posteriore e con lei si chiude un ciclo, visto che nel 1983 va in pensione e con lei scompare per un po’ di tempo il nome dal listino.
PAUSA DI RIFLESSIONE La Chevrolet Malibiu si riaffaccia sulla scena 14 anni dopo, nel 1997, dotata di trazione anteriore e con motori più piccoli, un quattro cilindri da 150 cv e un V6 appena più potente. Il downsiziong continua anche con la sesta generazione, quella del 2004, con carrozzeria a quattro porte e con motori Ecotec a quattro cilindri e V6. Questo schema è utilizzato anche da una rediviva Malibu SS nel 2006, dotata di 240 cv e cerchi da 18”. Nel 2007 vede infine la luce la Chevrolet Malibu che arriva ai giorni nostri, macchina che nella sua carriera ha fatto incetta di una quarantina di premi e che nel 2010 è stata la Chevrolet più venduta su scala mondiale (oltre che la best-seller dell’intero gruppo GM).