Quaranta candeline per la vettura simbolo dei baby boomers americani, nata appunto il 17 aprile del 1964. Una storia di successi e di cadute ricostruita in dettaglio, dalla prima apparizione alla fiera mondiale di Flushing Meadows fino a quando, lo scorso anno...
C'ERA UNA VOLTA "Ragazzi, dobbiamo assolutamente inventare qualcosa da rifilare a tutti quei bambinoni viziati che tra qualche anno saranno in età da patente". Aggiungeteci qualche "fuck" e qualche "shit" e più o meno avrete davanti agli occhi la scena della riunione che portò alla nascita della Mustang.
TASK FORCE Era il 1961 e un giovanissimo Lido Antony Jacocca, detto Lee, trentaseienne figlio di emigranti italiani, divenuto in gran carriera vicepresidente della Ford Motor Company, arringava così i suoi otto top manager. Una task force segreta che si riuniva al Fairlane Hotel di Dearborn per non dare nell'occhio in azienda.
BABY BOOMERS I bambinoni da soddisfare erano invece le centinaia di migliaia di ragazzoni nati in Usa nell'immediato dopoguerra, figli di quel baby boom che avrebbe portato a una nuova generazione di consumatori, molto più ricchi dei loro papà e molto più esigenti anche in fatto di automobili. Come accontentarli? Jacocca, che diventerà uno dei più famosi manager della storia dell'auto, aveva già capito tutto: quello che ci voleva era una vettura sportiva di tipo europeo, compatta (relativamente alle dimensioni del mercato Usa), con un design originale e non troppo costosa.
MESTENGO Lo stile venne affidato a Eugène Bordinat che di lì a poco scodellò una spider a due posti secchi, con motore centrale, telaio tubolare, sospensioni indipendenti e un nome che farà storia. Mustang, ovvero i cavali pezzati degli Apache, un nome frutto della storpiatura yankee di Mestengo, sangue misto, quello appunto dei Mustang, nati dall'incrocio tra i cavalli selvaggi delle praterie americane e i purosangue portati dai conquistatori spagnoli.
MUSTANG MANIA Jacocca boccerà questa prima versione come troppo sportiva per poter essere destinata a dei ragazzotti, ma il seme era gettato. La Mustang definitiva vide infatti la luce tre anni più tardi, il 17 aprile 1964, alla Fiera Mondiale di Flushing Meadows, New York. E fu subito un evento, salutato da un interesse mai registrato prima per una vettura. I 100.000 esemplari previsti per il 1964 furono bruciati in quattro mesi e la Ford dovette correre ai ripari
allestendo linee di montaggio in tutti i suoi stabilimenti.IL MILIONE Nacquero centinaia di Club di amatori, venne fondato il Mustang magazine, Time e Newsweek le dedicarono la copertina e scene di entusiasmo coinvolgevano i proprietari ad ogni apparizione su strada. Anche Babbo Natale contribuì al successo della vettura, consegnandone più di 93.000 ad altrettanti "ragazzi". A fine 1964 la cifra raggiunse le 413.000
unità mentre nel febbraio 1966, solo due anni più tardi, la Ford annunciò trionfante il primo milione di Mustang vendute.V6 E V8 Il primo modello era in versione convertibile e coupé, mentre nel 1965 venne presentata la fastback, con il padiglione spiovente. Tre i motori disponibili inizialmente: un sei cilindri da 2,8 litri, 101 cv e 152 km/h (denominato "il sei cilindri della segretaria"
per via delle prestazioni non proprio brillanti); un V8 da 4,2 litri e 164cv, e un V8 da 4,7 litri disponibile a scelta con 195 e 210 cavalli.PER BULLI(T) USA Dalla fastback nel 1965 nacque anche una delle più famose Mustang costruite, la GT350 Shelby, che si affermò in pista e nei vari campionati dell'epoca, mentre le versioni stradali si conquistarono fama e successo come protagoniste di alcuni film indimenticabili, tra cui "Bullit", con Steve McQueen, e "Un uomo, una donna", con Louis Trintignant.
LA CRISI Visto il successo di vendite la Mustang mantenne per un po' di tempo le stesse linee, proponendo solo modifiche leggere, soprattutto negli interni e nella meccanica. Ma aggiungi oggi e aggiungi domani, la figura della Mustang iniziò ad appesantirsi e nel 1970 quella che era considerata un'auto simbolo diventò un'altra cosa. Le vendite scesero considerevolmente e per rimediare la Ford peggiorò solo la situazione con ulteriori restyling mal riusciti.
PEGGIO DI COSI' Nel 1979 la Mustang raggiunge il gradino più basso della
sua storia stilistica con un modello che non ha più niente a che vedere con l'auto che quindici anni prima ha affascinato una generazione di giovani e meno giovani. E da allora, nonostante vari tentativi di rivitalizzarla, la Mustang non riuscirà più a riempire i sogni dei giovani americani.SOGNO O SON DESTO? Fino allo scorso anno, quando al Salone di Detroit 2003 fa la sua apparizione una concept bellissima, una Mustang con linee moderne che ricorda da vicino il primo esemplare ed è capace di far tornare a sognare non solo i ragazzoni di allora divenuti papà, ma anche i loro figli.
GOSSIP Il resto è storia di oggi, con la Mustang vista quest'anno a Detroit che andrà presto in produzione mantenendo molti dei tratti della concept del 2003, e che finalmente questa vettura torna ad essere bella anche da guardare. Nella gallery la sua storia completa, ricostruita in dettaglio, con le immagini più belle delle Mustang di tutti i tempi e gli aneddoti più gustosi.
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