La genesi della Giulietta attraverso il racconto di Alessandro Maccolini, designer del Centro Stile Alfa Romeo e capo del team di stilisti che ha creato l'ultima nata del Biscione.
C'ERA UNA VOLTA LA 8C L'auto del momento ha il volto e il corpo di Uma Thurman ma le curve che l'hanno ispirata sono altre:quelle della 8C Competizione, per esempio, ma non solo. Alessandro Maccolini, dal 1997 al Centro Stile Alfa Romeo e capo del team di designer che ha creato l'ultima nata del Biscione, la Giulietta, conferma e svela altri retroscena. Tutto infatti ha origine dalla supersportiva presentata per la prima volta a Francoforte nel 2003. Un progetto che fin da subito ha ricevuto molti apprezzamenti ma anche tante critiche per il suo "Rétro-design" che viene disdegnato da una parte degli appassionati.
IMMAGINANDO IL FUTURO "Con quel progetto si volevano recuperare gli stilemi tipici della storia di Alfa Romeo, così da creare un nuovo vocabolario stilistico da applicare ai nuovi modelli" dice Maccolini. E come è noto, lo stile della 8C è nato proprio ispirandosi ad alcuni modelli del passato (guarda la gallery), riprendendone gli stilemi e il carattere che ben sono evidenziati in quattro storiche Alfa Romeo: la 33 Stradale del 1967 per la sua impronta principale (la 33 non fu infatti una vettura rivoluzionaria, ma la sua bellezza l'ha resa famosa nel tempo, tanto da essere ammirata ancora ai giorni nostri); la Disco Volante del 1952 per il suo stile unico; la Giulietta Sprint speciale del '57 e la Sprint Coupé del '54 per il loro carattere tipicamente Alfa.
BIGLIETTO DA VISITA "Nacque così la supercar che tutti conosciamo, con il frontale caratterizzato dal trilobo, vero biglietto da visita di Alfa Romeo, e i fari a goccia sviluppati sulla muscolatura del cofano" dice Maccolini, "Il padiglione disteso ma compatto fu scelto per valorizzare i muscoli delle spalle, lasciando molto spazio allo sviluppo del corpo vettura. Si studiarono in dettaglio i montanti, rovesciati all'anteriore (stretti alla base e larghi verso il tetto) e robusti al posteriore, ed infine la coda alta e tronca, con i gruppi ottici circolari ripresi fedelmente nella piccola Mito".
E FU LA MITO E' stata infatti proprio la Mito a beneficiare per prima di questo nuovo vocabolario stilistico, dopo che il Team di Maccolini è riuscito a risolvere tutte le difficoltà nell'applicare su scala ridotta gli elementi necessari a trasmettere il feeling della 8C. In particolare sulla Mito sono state tre le soluzioni riprese per creare questo effetto: l'andamento ascendente della linea di cintura, il montante anteriore rovesciato e i passaruota marcati, indispensabili per ricreare la stessa corposità trasmessa dalla sorella maggiore. Il disegno dei gruppi ottici, il trilobo e la forma del paraurti posteriore hanno fatto il resto, andando a formare quella che il designer Mike Robinson ha definito come "il bulletto di quartiere".
GIULIETTA E si arriva così alla Giulietta, terzo capitolo della saga. La Giulietta, che rispetto alla 147 è cresciuta nel passo (+ 90mm) e nello sbalzo posteriore (+ 30mm) per aumentare spazio a bordo e capacità di carico, entra infatti a pieno titolo nella classe delle piccole premium. Ma nonostante la crescita dimensionale e le 5 porte, indispensabili per non andare ad accavallarsi con la più piccola Mito, il team di designer ha lavorato per creare una forma che desse una percezione di maggior compattezza, una vettura che prima di tutto fosse adatta agli spostamenti cittadini.
TRE PROPOSTE Prima di arrivare alla definizione del modello finale, al Centro Stile Alfa Romeo hanno analizzato due possibili alternative: una, diretta evoluzione della 147, che aveva un'impostazione più tedesca, e una seconda, più vicina alla 145, decisamente più aggressiva, con i doppi fari tondi e una coda caratterizzata dallo sviluppo fortemente verticale e dai montanti scuri.
RIVOLUZIONE INTERNA Anche gli interni sono passati attraverso fasi diverse, che hanno portato alla realizzazione di una plancia "nuova" per Alfa,non più "driver oriented" come negli ultimi modelli. "Abbiamo già ricevuto critiche per questa scelta", ha ammesso Maccolini, "ma se si guarda indietro si può osservare come già altre volte sia stata adottata questa soluzione dall'Alfa Romeo. Che non deve essere dunque letta come un rinnegamento del passato. Lo sviluppo orizzontale della plancia è stato poi fondamentale per raggiungere il principale obbiettivo: amplificare la percezione della spaziosità interna".
IL GIUSTO EQUILIBRIO Nonostante sia stata usata anche la Ferrari 599 come elemento ispiratore, la nuova Giulietta cerca di sfoggiare la giusta dose di cattiveria con uno spoiler posteriore impiegato su tutte le versioni, ed una piccola offerta supplementare per gli allestimenti più spinti, che comprende cerchi, gruppi ottici bruniti e minigonne laterali. "Un'automobile", ci dice il designer, "va letta nel tempo, e per questo motivo non deve essere troppo aggressiva fin da subito, rischiando di stufare velocemente l'occhio dell'osservatore".
NEL SEGNO DELLA 8C Ma come nella Mito, la Giulietta mostra maggiormente l'influenza della sorella 8C più che della granturismo di Maranello, riproponendo ancora una volta il montante C "a gomito" che dà forza alla fine della vetratura laterale, e quello anteriore rovesciato, che va ad inserirsi nel curvano per dare più spazio allo sviluppo del cofano. Nel frontale dominano il trilobo e i fari longitudinali, mentre si rinnova la nervatura a V del cofano, più tridimensionale rispetto al passato.
I LED NECESSARI Degni di nota sono soprattutto i gruppi ottici anteriori che per i designer dell'Alfa dovevano essere compatti ma tecnologici, in modo da essere maggiormente riconoscibili rispetto a quelli delle concorrenti. Nonostante ciò "i quattro LED sono stati introdotti con il solo scopo di rispettare le norme di omologazione, motivo per cui non sono stati utilizzati per creare disegni particolari" chiarisce Maccolini.
LO SCUDO PREZIOSO "Le norme di omologazione sono risultate fondamentali anche nella definizione dello scudo anteriore: le leggi sulla sicurezza del pedone rendono infatti necessario un aumento dei volumi frontali, portando a ridefinire tutte le proporzioni" continua Maccolini. Per non ingrandire in modo eccessivo la parte cromata in Alfa hanno dunque pensato di posizionarla all'interno della presa d'aria triangolare, che alleggerisce i volumi e crea l'effetto di "gemma incastonata".
PROFILO SLANCIATO Maccolini chiarisce anche la decisione presa per la fiancata della Giulietta, a partire dalla maniglia posteriore nascosta per creare l'effetto 3 porte e lo spigolo della vetratura a spiovere, per dare slancio alla vista laterale. Due nervature nette movimentano invece il fianco della nuova Alfa, così come la linea di cintura che prosegue nel lunotto a V, ricordando molto le forme della Brera. E' nella vista di ¾ però che si nota fortemente la dinamicità portata da questa soluzione, esaltata dalla forte inclinazione del lunotto e dalla sezione della coda, che trasmette anche molta stabilità.
EFFETTO COUPE' Nella coda si notano lo spoiler e lo spigolo del paraurti che svolgono una funzione sia aerodinamica che stilistica, facendo sembrare la nuova compatta Alfa Romeo una vera coupé. Prima ancora sono però i gruppi ottici a rubare la scena con il loro disegno inedito, che unisce lo sviluppo orizzontale delle ultime Alfa al faro tondo della 8C. Una scelta necessaria per eludere l'impressione di vuoto data dal grande sviluppo in larghezza del posteriore, ed evitare allo stesso tempo di fossilizzarsi sullo stile della supercar. I fari tondi e tutte le sue linee devono infatti essere solo uno spunto per le forme del futuro, per non portare ad una mera ripetizione degli stilemi passati.