La Alfa Romeo Giulia nata nel 1962 è un'auto rivoluzionaria, sia tecnicamente sia stilisticamente. Ripercorriamone brevemente la storia
CODA TRONCA Tutto cominciò da quella coda tronca, fortemente voluta dall'Ingegner Orazio Satta Puliga, responsabile dell'Ufficio Progetti. Una decisione sofferta, alla quale il progettista arrivò solo dopo una serie di test nella galleria del vento del Politecnico di Torino. Che dimostrarono la bontà della sua idea e convinsero, in un attimo, anche tutti gli alti dirigenti. La nuova Alfa Romeo avrebbe avuto il posteriore tagliato con l'accetta, questo era sicuro.
GENS IULIA Rimaneva, quindi, la scelta del nome. Si accantonò il numero, un po' avaro di emozioni e passione, per dirigersi verso una parola, Giulia, che aveva diversi pregi: sottolineava la parentela con la Giulietta – anzi, ne sembrava la sorella maggiore – e ricordava i fasti della romana Gens Julia, oltre al nome di una potente bombarda che Alfonso d'Este aveva ricavato attraverso la fusione di una statua di Papa Giulio II. Sì, Giulia sembrava proprio perfetto.
LA SCELTA DEI CARABINIERI Nell'estate 1962 la Alfa Romeo Giulia piombò come un fulmine nel cielo sereno delle avversarie. In breve tempo, grazie al brillante motore bialbero a quattro cilindri e ad un telaio avanti anni luce, con sospensioni anteriori a doppio triangolo e posteriori ad assale rigido, la Giulia balzò in testa alle classifiche di vendita. La nuova Alfa era talmente veloce e sicura, su strada, che fu scelta anche dall'Arma per rinnovare il proprio parco vetture.
LA BELLEZZA DELLA COUPE' Nel frattempo, le linee di montaggio del Biscione si stavano spostando dal Portello ad Arese, dove, pian piano, venne trasferita tutta la produzione. Con il tempo, la famiglia Giulia si allargò: oltre alle sportive TI (Turismo Internazionale) e TI Super, arrivarono le coupé, disegnate da un giovanissimo Giorgetto Giugiaro, a quel tempo al soldo di Bertone. Fu l'apoteosi, perché le varie Sprint GT, 1750 GT Veloce e 2000 GTV diventarono delle ottime auto sportive stradali che trionfavano in pista.
IL MILIONE Auto che, oltretutto, si vendevano praticamente da sole: con oltre un milione di esemplari dal 1962 al 1977, la Alfa Romeo Giulia ha consacrato il Biscione nel firmamento dei grandi costruttori d'auto. Permettendogli, al contempo, di risanare i propri (disastrati) bilanci. E di guardare al futuro con più ottimismo.