Iniziato il restauro dell'Alfa Romeo 6C 1750 SS di Benito Mussolini. Sotto il cofano un sei cilindri in linea da 1750 cc
UN PEZZO DI STORIAQuella che vedete nella gallery non è un’auto come tutte le altre. Si tratta di un’Alfa Romeo 6C 1750 SS (Super Sport) degli anni 30, numero di telaio 0312898, appartenuta a Benito Mussolini. L’auto venne acquistata dal Dittatore di Predappio il 13 gennaio del 1930, a un prezzo di 60.000 Lire. Ancora oggi esistono dei documenti che ne riconducono la proprietà proprio al Duce del Fascismo. Si tratta di una delle auto più importanti del suo periodo, in quanto sul finire degli anni 20 partecipò a diverse competizioni sportive, non ultima la Mille Miglia del 1929. In quell’anno 13 Alfa 6C 1750 SS presero parte alla corsa, una di queste si aggiudicò la vittoria, un’altra chiuse terza e altre 7 si classificarono nella top ten.
VITA ROCAMBOLESCABenito Mussolini era solito utilizzare la sua Alfa 6C 1750 SS come auto personale; quel che è certo è che la fuoriserie del Biscione venne guidata dal Dittatore nell’aprile del 1931, in un viaggio di 30 km dal centro di Roma vero il lido di Ostia. Nel 1937 l’auto fu venduta a un certo Renato Tigilio e in un secondo momento spedita nella colonia italiana dell’Eritrea, dove venne pesantemente modificata. Furono rimossi i parafanghi e sul cofano vennero installate due prese d’aria. In Eritrea l’auto partecipò a corse su sterrato e a gare di hill climbing. La trasferta africana ha lasciato moltissime cicatrici sulla 6C 1750 SS, tanto che oggi appare ridotta a un cumulo di lamiere arrugginite. Per questo motivo l’attuale proprietario ha deciso di affidarla alle mani sapienti del restauratore britannico Thornley Kelham, che ha promesso di riportarla allo splendore di un tempo.
Alfa Romeo 6C 1750 SS: le condizioni dell'abitacolo
OPERA D’ARTESotto il cofano di Alfa Romeo 6C 1750 SS batte un sei cilindri in linea da 1750 cc in grado di sviluppare 64 CV in versione aspirata, 85 CV con sistema di sovralimentazione. L’auto dispone di un cambio manuale a 4 velocità e in condizioni ottimali era in grado di toccare una velocità massima di 153 km/h. La carrozzeria veniva assemblata negli stabilimenti torinesi Farina. A quell'epoca si era già consumato il divorzio fra Giovanni Farina e il fratello minore Battista, che proprio nel 1930 aveva deciso di mettersi in proprio fondando la Società Anonima Carrozzeria Pinin Farina. L’obiettivo di Thornley Kelham è dunque riportare indietro le lancette dell’orologio al 1930, anno in cui la 6C 1750 SS vedeva la luce per la prima volta. Il restauro dovrebbe richiedere all’incirca un anno di lavoro, anche se è lecito aspettarsi che le tempistiche siano ancor più dilatate.