Lanciata a tavoletta sulle autobahn tedesche, dove è consentito tirare il collo anche alle supercar, la Logan MCV mostra per la prima volta i propri limiti velocistici: non è una scheggia, si sapeva, e i 170 km/h si raggiungono a fatica. Ma c'è dell'altro
MARATONETA Il confine tedesco è al proverbiale tiro di schioppo da Strasburgo e non ci vuole molto a ritrovarsi sulle autobahn, liberi ogni tanto di mettere alla frusta i 105 cavalli del motore della Logan MCV lontano dall'occhio elettronico e severo degli autovelox. Dopo i primi allunghi si capisce però che la familiare rumena si trova meglio nei panni della maratoneta che non della sprinter: se le si mette fretta, alza la voce, come se volesse redarguire i piloti dal piede troppo pesante.
CHI VA PIANO... Il tutto ha una spiegazione tecnica. Per garantire buone capacità in ripresa anche a pieno carico, gli ingegneri hanno scelto rapporti corti per il cambio a cinque marce. Ai 130 km/h di Codice delle nostre autostrade, il 1.600 16V viaggia a 4.000 giried è quindi normale che alla lunga, forzando ulteriormente il passo, la rumorosità aumenti. Tra l'altro, anche francobollando il pedale dell'acceleratore al pavimento, non si riescono a toccare punte molto elevate, complici pure la ruota di scorta supplementare sul tetto e pneumatici che badano più al grip col gelo che non alla scorrevolezza. Con la Dacia da raid lanciata giù per un discesone, la lancetta del tachimetro fa giusto il solletico alla scritta dei 170, lontani dunque dai 174 effettivi promessi per la versione in borghese, tutta lavoro e famiglia.
FIGURA... MARRONE In ogni caso, è facile mantenere velocità di crociera dignitosissime e passare anzitempo agli archivi anche una tappa da quasi 600 km. Giusto quel che serve per permettere, in vista del traguardo di Chemnitz, una puntata per la campagna in cerca di situazioni fotografiche carine. E' qui che, mio malgrado, ho provveduto di persona a dare un lieve tocco di colore a una giornata altrimenti un po' grigiastra. Peccato che il colore sia risultato essere il marrone, proprio come il fango in cui sono finito azzardando una manovra ai bordi di un prato un po' malmesso e come la figura fatta con il vicino contadino che ha dovuto trainarmi fuori con il trattore...
DIABOLICO PERSEVERARE Uscito di poco dal sentiero di ghiaiami sono ritrovato impantanato. A nulla è valso il tentativo di sfruttare una leggera discesa per riprendere velocità. Anzi, in un attimo il fango è diventato alto una dozzina di centimetri, con il sentiero asciutto più lontano di prima, alle mie spalle. A quel punto non sono serviti nemmeno gli eroici sforzi di spingere la Logan da parte dei compagni di viaggio. E dire che già l'avevo scampata bella ventiquattr'ore prima sul Grand Ballon, in una situazione simile! Parola di giovane... marmitta: non lo faccio più!