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Il caso Qashqai-Compass


Avatar Redazionale, il 03/03/07

17 anni fa - Auto e skateboard

I gusti si evolvono. E le categorie cambiano. Si contaminano, si mischiano. E così può accadere che si confondano anche le pubblicità. Come nel caso delle ultime crossover: Nissan Qashqai e Jeep Compass. Entrambe legate a uno skateboard

JUMPINGÈ il sogno di tutti. Un'auto che dissolve le code, supera gli ingorghi e stabilisce nuovi record spazio temporali, dribblando il traffico.Qualcuno preferisce che siano gli altri a sollevarsi, a volare via, mentre tutto ruota intorno alla vettura (vedi Citroën C1). Qualcun altro, invece, che sia proprio l'auto a librarsi sopra case, ponti, rotonde, per planare direttamente in parcheggio. Si parla di pubblicità, ovviamente. Nissan e Jeep per l'esattezza, entrambe planate sulla seconda opzione, quella del prodotto che salta gli ostacoli. In modo fin troppo simile però.

UN'AUTO, UNA TAVOLA Perché, quando si tratta di sorvolare, letteralmente, sullo stress della guida cittadina, sugli schermi non si vedono più alzarsi da terra auto "tout court", con sorpreso e compiaciuto proprietario al seguito. Troppo vecchio, roba da Harry Potter. Molto megliouno skateboard, il massimo dell'agilità. Con l'amatissimo oggetto automobilistico "ridotto" a misera tavola con le ruote. Del resto a cosa serve parlare di cc, di cv o di trazione integrale se poi si resta fermi fra un semaforo e una precedenza?

SORRISI Qualcuno potrà parlare di eccesso di funzionalismo. Di un'auto che perde il suo status, che schiaccia la tecnologia nei pochi centimetri sotto i piedi degli skater. Niente di tutto ciò: molto meglio fulminare subito l'immaginario con un'immagine inequivocabile, liberatoria, dinamicissima. L'automobile è talmente schiava degli ingorghi tentacolari che è meglio tagliare corto ed equipararla subito a qualcos'altro.

ZAPPING Peccato però che negli stessi giorni in cui in Nissan lanciano la Qashqai, un'altra figura cavalca una vettura come fosse una tavola. Stavolta la vediamo, è un giovane robot (qui la tecnologia si vuole sottolineare, con il gioco dell'automobilista "bionico" noto da almeno vent'anni ma sempre efficace). Ciò che lascia perplessi, però, al punto da spingere più volte a provare a controllare («eppure ero sicuro di aver cambiato») con uno zapping di confronto, è la dinamica dello spot. Stesso uso della vettura, stessi modi di evitare gli ostacoli, stesso messaggio complessivo.

NEW DEAL La spiegazione di tanta somiglianza è semplice, e inizia dallesimilitudini fra i prodotti. Crossover la nipponica, con tanta voglia di sfidare la RAV4 ma anche una netta antipatia verso la Golf. E comunque nuova, inedita per il marchio, giovane nelle linee e nella fruizione. Idem per la Compass. Un'innovazione per la Casa delle sette feritoie, lontana dalle 4x4 dure e pure (tipo Cherokee e Wrangler) ma anche dalle forme old America come la Commander o la futura Patriot. Un'auto da presentare con una strategia diversa: la prateria meglio lasciarla alla altre.

COMPASS E anche lei giovane, giovanissima. Negli USA (dove la campagna pubblicitaria è diversa, ma sempre con personaggi digitali o quasi) pensano di venderla a un pubblico dai 22 ai 30 anni. Troppo pochi per avereuna capacità di spesa di circa 24.000 euro (il prezzo di listino base)? Forse sì. Perché qui s'innesta un altro discorso. Cioè quello dell'anti-aging. Che non sono creme e prodotti di bellezza, ma stili di vita e oggetti di una società occidentale che non vuole (più) invecchiare.

POST TEENAGER E così, anche se i listini Nissan e soprattutto Jeep non sono esattamente da neopatentati (i quali, a malapena, con i tempi che corrono potranno permettersi la C1 di cui sopra) la figura dello skater funziona benissimo. Perché incarna l'idea di mobilità e dinamismo, sospesi in una bolla di stile di vita tutta iPod e happy-hour. Anche per il manager quarantenne, ma sempre più tonico, abbronzato e con i figli piccoli (o senza), a cui stimolare quel pizzico di nostalgia adolescenziale che non guasta. Trasformare l'auto in skate, alla faccia delle sofisticazioni, avrebbe funzionato. Peccato si siano messi (fin troppo) d'accordo...


Pubblicato da Redazione, 03/03/2007
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