Pirelli sviluppa nuovi pneumatici ricavati da gomma di guayule
PROTOTIPO A TEMPO RECORD A due anni di distanza dall’accordo firmato con Versalis (Eni) per la fornitura esclusiva di gomma naturale di guayule, il neonato prototipo Ultra High Performance di casa Pirelli ha finalmente avuto il suo primo battesimo su strada. I due anni scarsi di sperimentazioni che hanno portato al test sui campi prova di Vizzola e Balocco sono un vero record per la P lunga: in questo lasso di tempo relativamente breve, la gomma di guayule è stata minuziosamente analizzata in laboratorio fino a raggiungere un’approssimazione quanto più fedele delle sue reali performance su strada. Lo studio ha coinvolto dunque non solo le tecniche di estrazione del contenuto resinoso dall’arbusto del guayule ma anche l’ottenimento di un materiale performante e al 100% compatibile con gli elementi non elastici dello pneumatico.
BATTESIMO DI FUOCO Né, all’atto pratico, ci si è risparmiati nello sperimentare condizioni di stress elevate: per la prova su strada la scelta è ricaduta infatti su una Maserati Ghibli, che ha corso sui nuovi pneumatici in diversi tipi di condizioni meteo. Sollecitate dalla poderosa spinta della Ghibli, le coperture hanno registrato prestazioni pari a quelle di gomme costruite con polimeri sintetici da fonte petrolifera.
ORO VERDE Produrre sempre meno con polimeri artificiali, dando spazio alle materie prime rinnovabili ed ecocompatibili è il diktat di Pirelli degli ultimi anni. Uno di questi esempi è la silice ricavata dalla lolla di riso, di cui l’azienda milanese fa già largo uso. Il guayule, oltre a essere un prodotto naturale e ipoallergenico, è un arbusto abituato a climi aridi che dunque, per sopravvivere, necessita di pochissima acqua e nessun pesticida (ne produce esso stesso di naturali in gran quantità), motivo per il quale rappresenterebbe una materia prima eccellente per la produzione di gomme totalmente ecosostenibili e un’ottima alternativa alla Hevea brasiliensis amazzonica, fonte primaria di caucciù.
UN PROGETTO STORICO Con l’impiego di guayule come fonte alternativa alla gomma naturale per la costruzione di pneumatici siamo in realtà, in Italia, già al secondo tentativo: proprio Pirelli prese parte, durante gli anni del fascismo, a un progetto per la produzione di gomma autarchica. La cosiddetta SAIGA (Società Agricola Italiana Gomma Autarchica) fu di fatto la responsabile della nascita del polo chimico di Terni, dove l’arbusto poteva essere coltivato in un clima analogo a quello del Paese di provenienza, vale a dire il Messico. Quel progetto, ben presto abbandonato a favore di un ritorno all’impiego di gomma sintetica, vive oggi una seconda vita: le ricerche di Pirelli e Versalis si tradurranno infatti nello sviluppo di coltivazioni sperimentali di guayule nel Sud Europa. Oltre a quello dell’automotive, la nuova gomma troverà applicazione anche in molti altri ambiti, dal farmaceutico all’edile.