Stufi di sentir parlare della testata di Zidane? Non è ancora finita. L'equivalente nel mondo automobilistico lo regala Dodge. Che, nella sua campagna pubblicitaria sulla Caliber suggerisce di prendere la vita a testate.
TORMENTONE I colpi di testa vanno di moda. Anche se ai limiti della scorrettezza. Se siete stufi di sentir parlare della reazione di Zidane e trovate strana l'idea dell'imprenditore che ha deciso di farne un logo e registrarne l'immagine, andate a dare un'occhiata alla campagna online Dodge. Che sulle testate ha costruito una serie di spot.
ONLINE Ideata in tempi non sospetti, ma non si direbbe,la campagna "ramrash" sta accompagnando lo sbarco in Europa del marchio del gruppo Daimler Chrysler. Che, come altre Case, ha deciso di puntare forte sulla comunicazione virtuale. La rete del resto si presta a metodi innovativi di advertising. Che riescono a diffondersi a basso costo arrivando diritti al cuore del target giovane e non solo: clienti di oggi, clienti di domani.
PASSAPAROLA Le campagne di viral marketing, nateper raggiungere il maggior numero di utenti sfruttando il passaparola, non sono più una novità. Non basta più avere una buona creatività per farsi notare. Serve un'idea forte, che stupisca e faccia parlare... E la via scelta dalla Dodge sembra essere molto, troppo simile a quella che a Zidane è costata la finale mondiale. Un gioco di testate insomma, che nulla a che fare con il calcio e, a ben vedere, neppure con le auto. A meno di ipotizzare duelli rusticani a seguito di precedenze non date.
SEGNI Il filo narrativo degli spot gioca sull'ariete del logo Dodge. Che, tatuato sul corpo degli attori, influisce anche sui loro comportamenti. Bisogna stare attenti ad andare in giro, perché ci sono adepti dell'esclusivo club che sono particolarmente grintosi e decisi. Oltre che violenti: se si arrabbiano non esitano un secondo a usare la testa.
TRAME Per rendersene conto basta fare un giro sul sito "ramrash" creato appositamente dalla Dodge. E' qui che si trovano i video, da guardare ma anche da scaricare sull'iPod, trame diverse ma con un comune denominatore: le testate. Dal matrimonio in Lituania, dove la sposa invece del bacio opta per una testata al marito amoroso, alla discoteca milanese dove due pretendenti si scornano per attirare le attenzioni della bella di turno. Passando per il noioso parcometro londinese, distrutto a testate da un membro della community Dodge. O ancora, la ragazza di Barcellona che se la prende, non si capisce bene perché, con il lavandino.
NO GLOBAL Evidente anche la ricerca di localizzazione geografica: i cortometraggi tentano di andare incontro ai gusti o alle situazioni tipiche del vecchio continente, in modo da non risultare distanti e troppo americaneggianti. Dodge deve risultare un marchio vicino allo spirito europeo.
CHE SE NE PARLI A noi pare una campagna molto aggressiva, forse troppo. Pur facendo le debite tare e prendendo le cose come deve essere, con leggerezza, la scelta è di quelle forti. Non vincerà il premio del politically correct o dei benpensanti, ma fa discutere. E se, come diceva qualcuno, l'importante è che se ne parli, le regole del guerrilla/viral marketing sono chiare: stupire sempre e comunque. Nel bene e nel male. Il passaparola non funziona se il piatto non è bello pepato. Sembra, infatti, che la Dodge, con un budget non esorbitante, sia riuscita a fare breccia nel mondo web. Se è vero che i contatti sul sito sono stati numerosi e gli spot "delle testate" risultano molto scaricati anche su "Utube".
GIOCA Sempre su ramrash.com, sono disponibili anche videogame online, dove lo scopo, guarda un po', consiste nel far vedere quanto si ha la testa dura. E anche wallpaper e screensaver dedicati. Alcuni anche ammiccanti. Il che, tutto sommato, non è male.
DISTINGUERSI Distinguere e distinguersi sembra essere la parola d'ordine. Ma non è detto che i modi più aggressivi o bizzarri siano sempre i migliori. Non sempre, spot o idee pluripremiate si traducono in un portafoglio ordini pingue. Quante volte si ricorda lo spot ma non il prodotto pubblicizzato?
TEMPI MODERNI E chissà cosa direbbero i fratelli John e Horace Dodge che, ai primi del secolo scorso, dopo le biciclette iniziarono a produrre parti di veicoli Ford su commissione. Avrebbero mai approvato uno spot del genere? Altri tempi. Nell'incertezza, se dovesse capitarvi di litigare per un parcheggio con una Dodge, anche se guidata da una gentil signora, meglio evitare. Non si sa mai.