Cosa succede se su una strada si "incontrano" auto di dimensioni e pesi diversi? Secondo l'IIHS le conseguenze possono essere imprevedibili, in senso negativo. E purtroppo ad avere la peggio sono sempre i pesi piuma. Ecco le risultanze di tre test campione tra pesi massimi e leggeri
DUE PESI DUE SICUREZZENon sempre Davide vince contro Golia, anzi, in caso di impatto tra una piccola utilitaria e una grossa berlina quasi mai. L'Insurance Institute for Highway Safety (ente no profit americano) ha appena pubblicato il resoconto di alcuni crash test campione tra pesi massimi e leggeri nel mondo automotive, con risultati preoccupanti. Sulle strade del resto può succedere di tutto: incontri imprevedibili o con masse in gioco agli antipodi. E il vecchio adagio "prendila grossa che è più sicura" non è poi così sbagliato, con le auto big size che hanno quasi sempre la meglio su scocche ad assorbimento e deformazione programmata, sensori, airbag e pretensionatori.
SORELLE CONTRO Tanto per gradire gli sperimentatori dell'IIHS hanno lanciato, una contro l'altra (a 64 chilometri orari), sorellone e sorelline di uno stesso marchio. Questi i pesi leggeri selezionati per gli incontri: Smart Fortwo, Honda Jazz e Toyota Yaris. Dall'altra parte le sorellone "corpulente" ma neppure troppo (volutamente sono state selezionate delle berline medie in modo da far capire che non si tratta di ridurre il tutto a Suv e Pick-up mastodontici): Mercedes Classe C, Honda Accord e Toyota Camry. Che bastano e avanzano per "fare male".
STAZZALe piccole di Casa, che pure avevano ottenuto buoni risultati nei crash test contro barriera deformabile, quandolanciate contro auto di stazza doppia o tripla, hanno peggiorato drasticamente il loro livello di protezione. E il paragone sul livello di sicurezza offerto agli occupanti offerto diventa impietoso, con rischi di fratture e traumi alla testa per chi guida le microutilitarie. Da meditarci sopra al momento dell'acquisto? Forse, ma soprattutto un campanello d'allarme per chi dirige la politica automobilistica e industriale.
SPETTACOLARE Comunque, più delle parole possono le fotografie e i video, le risultanze concrete, di alcuni scontri ravvicinati. Immaginate una Mercedes Classe C che scontra frontalmente, con un angolo appena accennato, la sorellina di Casa, la Smart. In comune hanno (quasi) il marchio, la proverbiale affidabilità e investimenti in ricerca e sviluppo. Ma lanciate una contro l'altra è la piccola Smart con i suoi occupanti ad avere la peggio.
SITUAZIONI DIVERSE L'automobilina colorata viene infatti sbalzata letteralmente in aria, con angoli di rotazione e conseguenti accelerazioni/decelerazioni pericolose per la salute degli occupanti. Una situazione ben diversa da quella preventivata nei classici crash test dove l'auto viene lanciata contro una barriera più o meno deformabile. Sempre secondo i dati in possesso dell'Insurance Institute for Highway Safety,le microutilitarie avrebbero un tasso di mortalità (in incidenti multipli che vedono coinvolte numerose automobili) ben superiore a quello delle auto più grandi.
HONDA ANOMALA Nello scontro in casa Honda, è la Jazz ad avere la peggio e, anche in questo caso, a proteggere in misura minore. E come accaduto per la Smart, anche la piccola con la H figura molto bene nel crash test contro la barriera deformabile, tanto da guadagnare un rating "good" che purtroppo peggiora drasticamente fino a "poor" nel frontale con la Accord. I risultati di protezione degli occupanti sono leggermente migliori rispetto alla compatta Mercedes in questo caso, ma gli esperti dell'Insurance Institute for Highway Safety fanno notare che sono dovuti essenzialmente alle dimensioni maggiori. Simile il discorso per quanto riguarda il "testa a testa" di casa Toyota, tra Camry e Yaris.
ACQUA CALDA In base a questi test non sono tutte stelle quelle che luccicano. Vero anche che le leggi della fisica dovrebbero essere conosciute e date per scontate da tutti, non si può pretendere che una mircroutilitaria da città, contro un'auto lunga e pesante il triplo, se la cavi allo stesso modo.Peso e lunghezza contano molto al momento di dissipare i carichi e le forze in gioco sui conducenti. Non si tratta quindi di sorprese assolute, ma quasi di un "ammonimento" per ricordare a tutti che tecnologia e lamiere ad assorbimento di energia possono migliorare di molto la sicurezza delle auto, anche piccole. Ma non possono tutto.
PAROLA ALLA DIFESA Un quadro a tinte fosche. Ma d'altra parte i costruttori avrebbero buon gioco a difendersi sostenendo che certi test ripresentano situazioni a dir poco inusuali, che i miglioramenti alla voce protezione sono continui e che, purtroppo, le leggi della fisica non si possono sovvertire. Come può ben capire anche il profano quando, scendendo sul campo di calcio, prova a dare una spallata all'avversario che pesa 30 kg in più finendo invece... per avere la peggio.
CHE FARE? E anche se l'argomento è serio verrebbe da concludere dicendo che le dimensioni hanno la loro importanza. Troppo piccolo insomma non va, e per un settore alla ricerca di spazi, consumi e ingombri ridotti all'insegna del downsizing, si tratta anche di un'equazione di difficile soluzione. Che fare? Forse un uso massivo dell'elettronica, con le "strade informatiche" e auto zeppe di sensori che parlino far loro ed evitino pericolosi scontri ravvicinati. Il famoso ed agognato car-to-car network però non sembra così vicino. Nell'attesa, l'Insurance Institute for Highway Safety suggerisce di agire (ancora?) sui limiti di velocità: a loro giudizio è l'unico metodo per salvare vite umane e ridurre i consumi da subito.