GUARDA COME DONDOLO Il nome Zenvo potrebbe non dirvi nulla, ma chi conosce questo piccolo produttore di hypercar danese sa che si tratta di un’azienda che fa sul serio! Dopo un inizio segnato da difficoltà finanziarie e un po’ di sfortuna, Zenvo, nel 2019 ha presentato TSR-S, un bolide spinto da un 5,8 litri V8 sovralimentato da 1.177 CV e da 325 km/h di velocità massima. Però, il vero pezzo forte di questa hypercar è senza ombra di dubbio la sua ala posteriore mobile. Un alettone imponente in grado di inclinarsi lateralmente per gestire al meglio il carico aerodinamico. Una soluzione bizzarra, ma intelligente che fa impallidire gli spoiler tradizionali di Bugatti Chiron e Rimac Nevera (qui il nostro editoriale sulla joint venture Bugatti-Rimac).
Zenvo TSR-S: frontale
IN FUTURO L'IBRIDO Alberto Solera, Direttore Responsabile di Zenvo, avrebbe dicharato alla rivista britannica Autocar che l'azienda è attualmente al lavoro su una nuova hyper-sportiva che condividerà la stessa piattaforma della TSR-S. I dettagli sono riservatissimi, ma Solera ha confermato che il nuovo bolide sarà un ibrido a trazione integrale e verrà svelato entro i prossimi due anni. L’auto monterà alcuni componenti realizzati tramite stampa 3D e farà largo uso della fibra di carbonio. Secondo il CEO Angela Hartman, ora che il marchio Zenvo si è consolidato, la priorità è riuscire a espandersi a livello globale.
Zenvo TSR-S: l'ala mobile
FEDELE ALLA TRADIZIONE Sebbene il marchio intenda imporsi come produttore esclusivo con volumi contingentati nel Regno Unito e in Europa, l’intenzione è comunque quella di riuscire a sfondare anche negli Stati Uniti e nel Medio Oriente. In effetti, TSR-S è stata appena omologata per la vendita negli USA, dove Zenvo spera di vendere dalle 10 alle 15 auto l'anno. La Casa danese inoltre intende rimanere fedele ai motori a combustione interna, in quanto ritiene che l’adozione di powertrain elettrici ridurrebbe l’appeal delle sue auto (qui l'opinione di Jeremy Clarkson sulle hypercar moderne). Una scelta controcorrente, resa possibile dal fatto che società è attualmente esente dalle limitazioni imposte dall'UE sulle emissioni inquinanti a causa dei suoi ridottissimi volumi produttivi.