Prove generali di mobilità a emissioni zero per la Casa svedese, che sta preparando anche un'ibrida plug-in. Il futuro del marchio, insomma, potrebbe essre appeso a un filo.... elettrico.
BADA AL SODO Niente fronzoli ed effetti speciali. La Volvo sceglie la via della sobrietà per presentare la versione elettrica della C30, chiamata BEV per sintetizzare l'idea di Battery Electric Vehicle. La sobrietà senza inutili voli pindarici tutto sommato si addice a questo prototipo, visto che potrebbe raggiungere in tempi ragionevolmente brevi la catena di montaggio. In Svezia hanno infatti pianificato il lancio di una macchina ibrida plug-in per 2012 ma per l'elettrico puro i tempi non dovrebbero comunque essere quelli delle calende greche. Una piccola flotta di C30 è già circolante per la messa a punto in attesa del momento giusto per il lancio.
C'E' IL TRUCCO SOTTO Per distinguere la C30 BEV dalle sorelle a benzina e gasolio si deve essere buoni fisionomisti, poiché le poche differenze che si colgono a prima vista riguardano più che altro aggiustamenti di dettaglio all'aerodinamica. La vera differenza si scopre sollevando il cofano, sotto il quale si trova un motore elettrico al posto di quelli termici, a benzina o gasolio. Ad alimentarlo c'è un pacco di batterie agli ioni di litio che occupano la zona del tunnel centrale e lo spazio solitamente destinato al serbatoio del combustibile.
VA LONTANO Pur non essendo la C30 un'auto concepita all'origine per diventare elettrica, le prestazioni della BEV sono già di tutto rispetto. Per lo scatto da 0 a 100 si parla di un tempo inferiore agli 11 secondi mentre la velocità massima si ferma a 130 km/h. 150 sono invece i km di autonomia che si hanno prima di dover ricaricare la batteria; statistiche alla mano, è più di quanto percorra giornalmente il 90% degli automobilisti europei. La cura ricostituente per gli accumulatori si può fare anche in una presa di rete e richiede otto ore di tempo in presenza di 230V e 16A.