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Concept car:

Volkswagen Up!


Avatar Redazionale, il 11/09/07

17 anni fa - Tornano le tuttodietro

Tornano le tuttodietro. Forma piegata alla sostanza ma ripiena di tecnologia e sensori. E, soprattutto, torna l'impostazione meccanica cara alla nonnina. In mostra a Francoforte per saggiarne le potenzialità.

UP! Le voci di una piccolina tuttodietro come entry level Volkswagen si inseguivano da tempo. A Francoforte arriva la puntuale conferma, sotto le sembianze di una minicar semplice ma molto stilizzata. Dove nulla è lasciato al caso, come il nome con punto esclamativo ammiccante al giovanilismo. La stessa Casa produttrice dichiara apertamente di essere alla ricerca di una nuova icona. E le reazioni dei visitatori al Salone, specialistici e non, potranno dare i primi responsi in questo senso.

CONCETTI PRECISI Una concept car quindi, ma probabilmente molto vicina alla produzione. E anche un richiamo al passato, parte di un gioco simbolico che intreccia ricorsi storici e schemi meccanici. La Golf, una tuttoavanti aveva traghettato "quelli di Wolfsburg" nell'era dell'auto moderna. Oggi, almeno per quanto riguarda le utilitarie d'ingresso, si ritorna al passato, riesumando la pratica e razionale formula tuttodietro, come fatto dalla Smart. E differenziandosi in modo deciso dalle concorrenti, tipo Aygo, 107 o C1.

FORMA E SOSTANZA Ma le fortune di qualsiasi auto, partono fatalmente dal vestito. Non possiamo definirla bella, forse neppure acchiappa-occhi. Per essere un'icona, alla UP! sembrerebbe mancare, almeno al primo sguardo, quella personalità fuori dagli schemi in grado di "creare un genere". Ma rimirandola con attenzione, apprezzandone la sobrietà nel trattamento delle lamiere, non disgiunta da un'aria futuristica di perfezione pulita, ci si rende conto che il trattamento stilistico è volutamente minimalista. Ma anche lontana dal trasmettere un'immagine low cost.

SORRIDENTE Lo stile si intreccia con le scelte tecniche. Niente mascherina davanti, come il Maggiolino e il New Beetle. Ma solo la doppia VW chiusa nel cerchio a fare da ornamento al frontale, con una piccola fessura, quasi una palpebra, socchiusa a solcarlo in orizzontale. Intorno ci sono due occhi semplici ma curati. Pochissime le cromature. E soprattutto una bocca sorridente appena disegnata nel paraurti e replicata al posteriore. Un motivo stilistico che insieme agli specchi a forma di fungo prataiolo contribuisce a ravvivare un panorama di rigore formale. Come le proporzioni rigorosamente classiche, che nascondono misure comunque interessanti 3,45 metri d'altezza e 1,63 di larghezza.

SUGGESTIONI POSTERIORI Procedendo verso la coda il quadro diventa ricercato. La vista di tre quarti posteriore mostra un C pillar d'autore, con i finestrini tagliati e le superfici piene levigate. A tratti ricorda le roulotte americane o il prototipo Airstream della Ford. Le suggestioni e commistioni globali sono oramai una costante. Mentre il posteriore, tutto in materiale trasparente, occupa tutta la larghezza del volume coprendo pure i fanali e regala una ricercatezza imprevista. E qui vengono in mente i vagoncini da metropolitana. Si respira comunque uno stile improntato alla stretta interazione fra design ed esigenze tecniche e di ingegnerizzazione.

GONFIATA Negli spazi abitativi continua l'inseguimento fra forma e sostanza. Sistemi multimediali e di sensoristica applicata, unitamente allo studio degli interni, chiariscono l'ambizione della Up!. Con la speranza che non si tratti solo di cosmesi da Salone ma arrivi anche qualcosa nei concessionari. L'ambiente è di qualità ma funzionale e intelligente. A parte quello del guidatore i sedili sono ripiegabili e occultabili nel bagagliaio. Le stesse sedute sono una sorta di scheletro con pelle gonfiabile che si adatta alle forme degli ospiti. Semplice ma ingegnoso.

MINORITY REPORTInnervata di bit, processori e sensori la Up! promette quanto necessario ai consumatori di oggi e domani, cresciuti a pane e videogiochi. Il primo schermo da 7 pollici di fronte al guidatore è dedicato alle informazioni su velocità, consumi etc. Mentre nella consolle centrale a dominare ci sono tecnologia touch screen e sensori che accompagnano l'altro schermo da 8 pollici. In poche parole le selezioni per climatizzatore, navigatore, hi-fi o per guardare una foto dell'amata saranno selezionabili con il ditino o anche con il movimento della mano. In un amen potrete scorrere l'elenco telefonico dei vostri amici con atteggiamento ieratico. Molto Minority Report ma qualcuno, da fuori, potrebbe equivocare.

MOTORI ED EMISSIONISegreto totale su motori e tecnologia collegata. In Casa Volkswagen lasciano giocosamente spazio alla fantasia e si limitano adire che qualsiasi soluzione può essere immaginata. In ogni caso se nel display di bordo il guidatore può controllare in ogni momento le emissioni... tutto lascia pensare a soluzioni "salvambiente". I dettagli tecnici prossimamente.

DNA DELLE ANTENATE Nell'attesa non rimane che osservare anche l'operazione simile, in diversa categoria, tentata dalla Citroën con la Cactus: reinterpretare con spirito e taglio moderno il Dna e le intuizioni del passato. La Up! sembra fortemente misurata, sicuramente ben pensata. E intonata al tempo motoristico odierno. Il simbolo VW che si illumina sottovetro al posteriore chiarisce l'orgoglio di appartenenza al casato di mamma Golf e nonna Maggiolino. Studiare da icona, vantaggio o compito arduo?


Pubblicato da Luca Pezzoni, 11/09/2007
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