Dopo una lunga gestazione che l'ha trasformata da concept ad auto di serie, da sigla a nome di battesimo, l'ammiraglia Volkswagen si mostra in modo definitivo al salone di Ginevra. Non più "D1" ma Phaeton.
Fe che? Ci vorrà un po’ perchè il nuovo nome entri nel dizionario comune. Giusto per gli appassionati di storia della mobilità non sarà nuova l’etichetta Phaeton: era infatti un particolare modello di carrozza signorile a quattro ruote trainata da un solo cavallo, che suscitava invidie tra i rampolli dell’alta società europea. Ai cavalli, nel diciannovesimo secolo, si sostituiscono i primi motori a scoppio, ma il nome rimane quello e identifica mezzi particolarmente rapidi e leggeri.
Si deve attendere il Novecento per associare il termine a simbolo di lusso ed esclusività, per poi perderne le tracce con l’arrivo delle Guerre Mondiali. Rieccolo ora: la grande V decide di far rinascere il nome, per unire classicità a un nuovo concetto di lusso, l'alto di gamma al fascino di una coupé a quattro porte.
Eccola dunque, in tutta la sua imponenza: 5,06 metri di lunghezza – per 1,9m di larghezza e 1,45m di altezza, con un bagagliaio da 500 litri di volume –. A partire dal frontale arrotondato con i vistosi gruppi ottici allo xeno e la calandra cromata che incornicia la doppia V, proseguendo lungo le fiancate eleganti e caratterizzate dal profilo delle superfici vetrate arcuato e le frecce incastonate negli specchi laterali, come Mercedes insegna.
Fino alla coda, possente ed elegante nella doppia coppia dei terminali di scarico a filo del paraurti, e nei fari uniformemente rossi (fatta eccezione per la luce della retromarcia) grazie alla tecnologia LED bicolore. La firma è del dottor Hartmut Warkuss, capo della squadra design.
Ci sarà l'inedito sistema di sospensioni pneumatiche a quattro livelli, con la regolazione continua degli ammortizzatori controllata dal cervello elettronico, in abbinamento alla trazione integrale permanente 4Motion con differenziale Torsen. La velocità aumenta e il telaio si abbassa automaticamente. Mentre il conducente può scegliere, manualmente, tra due altezze (alto e basso, che si aggiungono al ''normale'') e quattro livelli di assetto (base, comfort, sportivo e sportivo 2)
L'attenzione al risparmio di peso di traduce in portiere, cofano motore e baule interamente in alluminio, così come i cerchi da diciotto pollici, mentre le parti della carrozzeria in acciaio sono completamente zincate. Per il lancio, atteso per la prossima primavera, saranno previste due motorizzazioni, ben poco timide: il V6 di 3200 cc di cilindrata da 241 cavalli (177 kW) e 315 Nm di coppia e il W12 6.0 litri da 420 cv (309 kW) e 550 Nm di coppia massima, aspettando un turbodiesel che arriverà in seguito, pure lui a muso duro.
Sarà il dieci cilindri a V a iniezione diretta common rail: 5.0 litri la cilindrata, 313 cavalli di potenza massima (230 kW) a 400 giri al minuto, 750 Nm di coppia a partire da 2000 giri. Non per niente il diesel per auto più potente del mondo. Cambio automatico a sei rapporti e funzione sequenziale Tiptronic. E si capisce perchè telaio, catena cinematica, e componenti della carrozzeria tutti, siano stati concepiti per le velocità fina a 300 orari.
Dentro continua la qualità: pelle, Alcantara, legno, più regolazioni elettriche in ogni dove (dodici per i sedili), display, navigazione satellitare, stereo, volante in pelle con comandi multifunzionali, telefono e cruise control. Il climatizzatore 4-Corner distribuisce l'aria nelle quattro zone separate dell’abitacolo in modo indiretto senza generare correnti, grazie ai diffusori che si aprono e chiudono in modo automatico. La ''Fabbrica del Vetro'', lo stabilimento di Dresda dedicato alla Phaeton, realizzerà cento ammiraglie al giorno. Per ora non ci sono dettagli sui prezzi.