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Volkswagen IROC


Avatar Redazionale, il 25/08/06

18 anni fa - Basta aggiungere SC e CO...

Il mistero del nome dura poco, giusto il tempo di leggere per bene la targa. Aggiunto SC all'inizio e CO alla fine, si palesa per incanto l'erede della Scirocco. Come 33 anni fa, una vettura compatta e pratica, pronta a portare scompiglio tra le piccole sportive.

AGUZZATE LA VISTA "IROC? E cosa vorrebbe mai dire?". Va bene che spesso le Case s'inventano i nomi più bizzarri ma questo rischiava di finire dritto e filato nella top ten dei più bislacchi. Invece quei burloni della Volkswagen ne hanno pensata una carina: se la concept deve condensare i contenuti di un modello futuro, tanto vale che lo faccia anche a livello del nome. Il segreto è dunque presto svelato: IROC è semplicemente la parte centrale di SCIROCCO, come svela, tra il chiaro e lo scuro, un'attenta lettura della targa. Un indizio poteva venire anche dal colore, lo stesso verde vipera metallizzato che dal 1976 in poi imperversò sulla tavolozza Volkswagen e sulle strade di mezzo mondo. Ma questa è roba per "sciroccati" cultori del genere...

A ME GLI OCCHI La tinta sgargiante aiuterà la IROC a spiccare tra gli stand di Parigi anche se le forme sarebbero già abbastanza audaci per esercitare da sole un certo potere ipnotico. Il frontale è spiovente e corto, in controtendenza rispetto alla moda attuale che vuole spesso coupé e sportive a muso lungo. Al centro si apre vorace un'inedita calandra esagonale in alluminio che sprizza grinta da tutti i pori e apre una nuova via per lo stile di Wolfsburg. La sua bocca spalancata si estende dal prominente spoiler inferiore fino ai fari allo xeno, creando un suggestivo gioco geometrico tra squarci e lamierati in cui fanno la loro parte le prese laterali, che portano aria fresca ai freni.

SPALLE LARGHE Lungo la fiancata, alta e imponente, si alternano invece superfici concave e convesse, con nervature che guidano lo sguardo fino agli spallatissimi parafanghi posteriori. La coda è bombata, sormontata da un alettone che fa da visiera al portellone cortissimo, certo non il massimo per facilitare il carico e lo scarico. Se la bocca è piccola, il bagagliaio della IROC ha invece la pancia grande, visto che si parla di una capacità di carico di 300 litri tondi tondi. Niente male per una carrozzeria lunga 424 cm, larga 180 e alta 140. La concept Volkswagen promette bene anche sul fronte dell'abitabilità, con un passo di 268 cm, che costringe le enormi ruote da 19" con pneumatici 235 alle estremità del pianale, neanche dovessero giocare ai quattro cantoni.

VETRATA PANORAMICA Anche il parabrezza cattura l'attenzione, con una forma così estesa da rendere i montanti visibili più nella vista laterale che in quella frontale. Il cristallo trova continuità nel tetto, a sua volta trasparente, in vetro scurito, e sorretto da una struttura rivestita in carbonio. Pure l'interno dell'abitacolo ripropone l'alternanza di verde, nero e alluminio. Quest'ultimo è utilizzato per le bocchette dell'aria, che con la loro forma e la retina a nido d'ape richiamano la calandra e per gli strumenti, dotati di una forma a doppio cilindro con spettacolare effetto tridimensionale. I sedili sono superavvolgenti, con poggiatesta integrato e cinture di sicurezza a cinque punti, rivestiti in neoprene verde vipera alternato a tessuto e cuoio goffrato a mo'di pelle di rettile.

TOP SECRET Sotto il cofano della IROC debutta una versione ipervitaminizzata del 1.400 TFSI che spinge la Golf GT. Il motore twincharger è abbinato al cambio robotizzato a doppia frizione DSG, che qui affianca le levette al volante a una curiosa leva che scompare nel tunnel centrale quando si spegne il motore. Rispetto ai 170 cv della versione di serie, la IROC ha una potenza massima di 210 cv, anche se dalla Volkswagen fanno sapere che quando la Scirocco prossima ventura arriverà in produzione, lo farà con motori di potenza anche inferiore ai 150 cv. Sui tempi e sui modi dell'operazione le bocche sono però ben cucite.


GUARDALA IN GRANDE














Pubblicato da Paolo Sardi, 25/08/2006
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