Mezzo secolo dopo l'originale e dieci anni dopo il primo tentativo di replica ritorna il bus icona di una generazione. La reinterpretazione postmoderna prevede, coerente con i tempi, dimensioni raccolte e motore elettrico.
FIORI E SOGNI Per una generazione ha segnato il simbolo di un sogno fatto di libertà e scoperte. Ma per l'accavallarsi dei decenni il minibus Volkswagen per eccellenza ha accompagnato la storia della mobilità commerciale e non. Con il suo motore posteriore e la sua semplicità meccanica accompagnata ad affidabilità e una linea personalissima ha avuto una carriera lunghissima. Già nel 2001 in casa Volkswagen avevano pensato ad un sequel, sulla scorta dell'operazione New Beetle, e ora i tempi sembrano finalmente maturi. Il Bulli postmoderno presentato a Ginevra forse colpisce più in foto che dal vivo, ma le dimensioni compatte e la propulsione elettrica ne fanno, a prima vista, un interprete perfetto dei tempia moderni. Con molti richiami alle memorie del passato.
BULLITTINO Un van compatto a sei posti. Con motore elettrico da 85 kW di potenza e 250 Nm di coppia posizionato davanti, come la trazione. Siamo agli antipodi rispetto al passato anche qui, guarda caso, proprio come accaduto al New Beetle. Non c'e' neppure il cambio, con il motore elettrico non serve. Ma c'è la panchetta anteriore e c'è un pianale a sandwich dove nascondere le batterie. A proposito, l'autonomia raggiunge i 300 km e la ricarica completa richiederebbe un'ora di attesa. Le prestazioni sono adatte al veicolo con 11,5 secondi per il classico zero-cento e una punta velocistica limitata ai 140 km/h. La stessa casa comunque non nasconde, nel comunicato stampa ufficiale, che arriveranno anche motori diesel e benzina ma tutto sempre all'insegna del downsizing.
BICOLOR Oltre la scheda tecnica ci sono i concetti estetici di base a fare del redivivo Bulli un'icona postmoderna. Che possa piacere o meno, è' innegabile la transumanza di geni dall'originale, ma non si tratta di mero copia incolla attualizzato. Quasi come se si fossero diluiti attraverso il passaggio sul concept Microbus del 2001, ammirato ma mai nato, il Bulli sembra figlio di questi tempi. In qualche modo coerente con gli stilemi attuali del design di Casa, che parla di linee seplici e tese finalizzate ad allargare la postura e la presenza scenica. Richiami decisi al passato sono rappresentati dalla vernice bicolor, dalla V sul muso e da un minimalismo d'insieme. Con l'enorme logo sul muso a recitare il ruolo di star. Oggi come allora. Ma sono suggestioni che non vanno a discapito della modernità.
TEMPI MODERNI Mentre i sottili fari con largo utilizzo dei led, le luci ridotte tra le lamiere, i finestrini uniti che disegnano un tetto flottante sono tutti segnali di tempi moderni. Come i cerchi in lega da 18 pollici con le ruote posizionate alle estremità o le portiere che basta toccare le maniglie e si aprono "al tocco". I dati dicono che il nuovo van misura meno di 4 metri (399 centimentri per la precisione) ed è largo 1,75. Rispetto all'originale èmeno lungo ma più largo.
IPADCENTRICI Poi ci sono gli interni. Il vecchio Bulli era stato anche camper, luogo di ritrovo per schitarrate tra amici e alcova. C'era chi lo personalizzava con tendine a fiori o chi ci montava impianti stereo fuori parametro. Il revival riprende il concetto di flessibilità e modularità, ma oggi è la regola. Il bagagliaio varia dai 370 ai 1600 litri. Quello che non ci si aspettava forse da un revival era un abitacolo iPadcentrico, dove il tablet con la mela non è solo un gadget ma strumento di controllo oltre che dell'infotainment anche di alcune funzioni del veicolo. Come il climatizzatore, un esempio di integrazione convergente fra due mondi e un chiaro tentativo di guardare alle passioni dei giovani tecnomaniaci di oggi. Segno dei tempi.