Più bella, più ricca, ma soprattutto più autonoma. Toyota presenta la Mirai di nuova generazione, l'auto alimentata a idrogeno
MODELLO QUASI DEFINITIVO Al prossimo Tokyo Motor Show di fine ottobre Toyota presenterà la nuova Mirai Concept, che anticipa in via quasi definitiva la seconda versione della sua vettura a idrogeno. Le linee tormentate della Mirai attualmente in commercio (uscita nel 2014) verranno rimpiazzate da un design più armonioso e sportivo basato sulla nuova piattaforma TNGA, progettata fin dal principio per ospitare le fuel cell.
PIÙ BELLA E AUTONOMA Lunga poco meno di cinque metri e larga 189 cm, la Mirai Concept monta cerchi da 20 pollici e ha la trazione posteriore. All’interno, la plancia è dominata da uno schermo da 12,3 pollici e da una console che sembra abbracciare il guidatore. Più che gli occhi, però, nuova Mirai punta a stuzzicare il portafogli: il nuovo modello dovrebbe garantire un incremento di circa il 30% dell’autonomia, grazie alla presenza di batterie di maggior capacità. La versione definitiva della nuova Mirai dovrebbe essere commercializzata a fine 2020 in Europa, Giappone e Nord America.
Gli interni della Toyota Mirai Concept
UNA SOLUZIONE CONTROVERSA Il dibattito attorno all’alimentazione a idrogeno continua a essere piuttosto controverso: ci sono Case, come Toyota, che continuano a credere nel valore di questa alimentazione, e altri - come Elon Musk - che non esitano a definire “sciocche” le auto a celle di combustibile. La verità, come spesso accade, sta nel mezzo.
COME FUNZIONA? Un’auto a idrogeno è un veicolo con un generatore elettrico a bordo. All’interno delle celle a combustibile, dalla reazione chimica tra idrogeno e ossigeno viene prodotta energia, destinata a ricaricare le batterie che, a loro volta, alimentano il motore elettrico. L’idrogeno non è disponibile in natura, e dev’essere quindi prodotto artificialmente. Gli attuali metodi consentono la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili; all’interno dell’automobile il risultato della reazione chimica produce solo un po’ di calore e acqua. Zero emissioni, quindi, sia per la produzione di carburante che per la generazione di energia. Questo è il principale motivo per cui i veicoli a celle di combustibile (fuel cell electric vehicles, FCEV) sono i meno inquinanti in assoluto.
I PRO I rifornimenti di idrogeno, nei moderni impianti a 700 bar di pressione, richiedono solo pochi minuti, un tempo paragonabile al “pieno” fatto alla pompa di benzina, ed è uno dei principali vantaggi di questo tipo di alimentazione. L’autonomia è un altro punto a favore delle auto a idrogeno: i modelli attualmente in circolazione possono muoversi tranquillamente per più di 500 km. Di suo, la Mirai vanta una già ragguardevole autonomia di 550 km; la nuova versione promette di portarla a oltre 700 km.
Project Portal
I CONTRO Il primo aspetto negativo è quello del rifornimento. Se in California le pompe sono circa un centinaio e ne vengono aperte di nuovi in continuazione, qui da noi la situazione è tutt’altro che rosea. In Italia, i distributori attivi si contano - letteralmente - sulla dita di una mano. A meno di imponenti investimenti nelle infrastrutture, insomma, difficilmente l’auto a idrogeno potrà mai prendere piede. C’è poi il non indifferente fattore del costo: anche un’elettrica costa cara, ma le macchine a idrogeno lo sono molto di più. Ci sono poi altre questioni di non poco conto, come il reperimento del platino per il catalizzatore e i costi (anche energetici) di stoccaggio dell’idrogeno, che va tenuto a pressione molto elevata.
UN MERCATO IN CRESCITA Se il settore delle auto non è dei più frizzanti, con pochissimi modelli in commercio e cifre di vendita che si attestano sulle migliaia di unità vendute (diecimila le Mirai piazzate in tutto il mondo), quello dei trasporti pesanti è invece uno degli sbocchi più promettenti per il mercato dell’idrogeno. La stessa Toyota, con il suo Project Portal, sta lavorando alla realizzazione di motrici di camion a celle di combustibile. Del resto, nella sola California i TIR sono responsabili del 30% delle emissioni di smog.