Dopo vent'anni di onorato servizio anche i cilindri contrapposti della Fuji Heavy Industry si rinnovano.
EVOLUZIONE CONTRAPPOSTA Poche cose ma buone. In un mondo automotive dove ci rifilano come obbligatorie e imprescindibili economie di scala fatte di pianali e motori tutti uguali, dove a cambiare di solito sono le mascherine e le plastiche soft-touch, c'è ancora qualcuno che va controcorrente. In casa Subaru si indulge molto poco, per tradizione, alle mode ma si segue con decisione la stella polare fatta di trazione integrale come si deve, accompagnata rigorosamente dal motore boxer. Anche se si deve andare a gasolio. E ora, dopo vent'anni di onorato servizio, proprio i boxer a benzina da 2 e 2,5 litri vengono rivisti nell'architettura generale e in molti particolari. Per adeguarsi ai tempi fatti di attenzione a consumi ed emissioni ma anche per mantenere intatti e se possibile migliorare i tradizionali plus legati ad un format tanto raro quanto gustoso. Ecco le prime notizie, in attesa che la scheda tecnica si completi e che i primi cilindri contrapposti di nuovo conio arrivino ad albergare nella gamma Subaru. Impreza, Forester e Legacy sono pronte ad aprire il cofano ghiotto di novità.
1966 Correva l'anno 1966 quando debuttò il primo boxer sulla Subaru 1000. In mezzo ci sono state diverse generazioni dei propulsori a cilindri contrapposti. L'ultima, appena presentata, promette secondo Subaru notevoli miglioramenti e sarà prodotta in un nuovo stabilimento dedicato nell'impianto di Gunma Oizumi. Oggetto del rinnovamento è la struttura complessiva del propulsore, non si tratta quindi di un maquillage di facciata che riguarda pochi particolari. Ad essere completamente ripensati sono anche gli impianti di aspirazione e di scarico, mentre la camera di scoppio è stata compattata nelle dimensioni, come tutto il propulsore, in modo da agevolare il posizionamento sotto i cofani sempre più angusti del mondo moderno.
VALVOLE LEGGERE La cura delle fasi di aspirazione e scarico è testimoniata dal nuovo sistema di controllo delle valvole ACVS (Active Control Valve System), mentre il sistema di raffreddamento della valvola dei gas di scarico e l'uso di acciai alleggeriti per pistoni e parti in movimento, con una pompa dell'olio anch'essa ottimizzata nel funzionamento, sono tutti fattori che permettono a Subaru di esibire un -30% alla voce assorbimento di energia. Altro elemento caratteristico il doppio circuito di raffreddamento, uno per il basamento e uno per la testa del motore, il tutto si traduce in benefici effetti sia alla voce consumi che alla voce prontezza di risposta del motore e regolarità di funzionamento.
NUMERI Scendendo nel dettaglio dei numeri e confrontandoli con il passato scopriamo che se la cilindrata aumenta di poco, passando da 1994 a 1995 centimetri cubi, il nuovo alesaggio per corsa passa da 92x75 mm a 84x90 mm. Mentre la cavalleria rimane ferma a quota 150, la coppia aumenta di poco passando da 191 a 196 Nm. Stiamo parlando del nuovo Boxer da 2 litri, che insieme alla versione da 2,5 litri di cilindrata sarà il prezzemolino sotto i cofano di casa Subaru. Queste le novità tecniche appena accennate dal comunicato Subaru, mentre in attesa di avere informazioni più precise relative a consumi ed emissioni e piacevolezza sotto il piede, da testare su strada, ci si può consolare di tutti i benefici legati all'architettura boxer che ricordiamo per sommi capi alle giovani leve o agli smemorati.
REPETITA IUVANT I cilindri contrapposti, paragonandoli alla classica configurazione in linea o a V, assicurano un abbassamento del baricentro e minori inerzie nel funzionamento, con gli intuibili vantaggi in termini di comportamento su strada e inerzia di risposta all'acceleratore. Inoltre dato il "naturale equilibrio" determinato dai cilindri che si muovono in direzione opposta, non sono necessari contralberi di equilibratura il che significa meno peso e più semplicità costruttiva. Fin qui la tradizionale vulgata ma secondo Subaru l'architettura boxer assicura anche una maggiore sicurezza in caso di urto, con un propulsore basso e meno portato ad "invadere" l'abitacolo, e anche per il pedone. Essendoci più spazio tra cofano e propulsore bisogna registrare anche una maggiore capacità di assorbimento dell'urto nei confronti della testa del pedone.
LUNGA VITATre generazioni in quarant'anni, l'ultimo rinnovamento radicale risale al 1989, rispetto alle novità continue e a tambur battente di altri costruttori potrebbero far sorridere gli scettici. Ma il concetto di poco ma buono, forse poco amato dal marketing, eppure apprezzato da fedelissimi ed estimatori del genere, ha il suo perché. Ecco perché bisogna brindare ai due nuovi pargoli di casa Subaru. Nessun adeguamento alla normalità imperante, magari contrabbandato sull'altare di una messe di cavalli o giustificandola con altri stratagemmi ecologici. Lunga vita agli ingegneri e agli strateghi della Fuji Heavy Industry, mega conglomerata orientale che tra pezzi di aereo e sistemi di generazione d'energia costruisce anche auto di nicchia, alternative dentro e non perché lo dice la pubblicità.