Tutto è pronto: dal prossimo 15 settembre scatterà in molte città del Piemonte il blocco alla circolazione delle auto Euro 5 a gasolio ed Euro 2 a benzina, oltre ai divieti già attualmente in vigore. Una misura molto restrittiva che riguarda circa 300mila auto immatricolate tra il 2009 e il 2014 (650mila contanto quelle già escluse), decisa dalla giunta regionale in seguito alla procedura d’infrazione aperta dalla Commissione Europea per la qualità dell’aria rilevata tra il 2010 e il 2018 in Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, e relativa condanna dell’Italia da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Una condanna che ha costretto la giunta ad anticipare misure inizialmente previste per il 2025.
LA LEGA In una nota, il partito del Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture fa sapere che il blocco alla circolazione in Piemonte è una ''scelta ideologica e dannosa, senza benefici per l’ambiente. La direttiva europea impone questa misura anche agli amministratori locali. Il Ministro Salvini è determinato a intervenire per correggere il provvedimento''.
I COMUNI I primi a lamentarsi della misura sono proprio i comuni attorno alla città di Torino, che chiedono misure strutturali che favoriscano e incentivino l’uso dei mezzi pubblici, introducendo per esempio il biglietto unico, potenziando i collegamenti esistenti e lavorando per migliorare le condizioni del traffico in alcune zone notoriamente “deboli”. Di pari passo, si chiedono incentivi e sostegni alle famiglie con reddito medio-basso, che - complice anche l’aumento dei prezzi e l’inflazione di questi ultimi mesi - non possono sostituire un’auto relativamente recente come una Diesel Euro 5, in vigore dal 2009 al 2014.
Torino e Piemonte, il blocco alla circolazione degli Euro 5 Diesel
IL COMUNE DI TORINO Non si è fatta mancare neppure la risposta della città di Torino, per voce dell'assessora alla Transizione Ecologica, all’Ambiente e alla Viabilità del Comune di Torino Chiara Foglietta: ''la misura non è più rinviabile, ma occorre che Governo e Regione pensino a incentivi strutturali per evitare che la transizione ecologica finisca per gravare sulle tasche dei cittadini che, con lo stesso salario, già fanno i conti con l’inflazione e il caro energia. Occorre mettere in campo innanzitutto i bonus trasporti già annunciati dall’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati. E magari immaginare altre agevolazioni per il rinnovo del parco auto. Resta però una questione di fondo che supera le differenze politiche: la necessità di intervenire in maniera strutturale per migliorare la qualità dell’aria''. L'assessora spiega l'impegno della sua città per il trasporto pubblico: ''in programma c'è il prolungamento della linea 1 della metropolitana con altre quattro stazioni, due nuove linee tramviarie e 30 chilometri di binari in più, 437 nuovi bus ecologici e 70 nuovi tram. A seguire, la realizzazione della tratta della linea 2 della metro tra Rebaudengo, Porta Nuova e Politecnico. Nel 2025 entreranno in servizio i Bus Rapid Transit su quella che sarà la futura linea 2 tra via Sempione e corso Traiano. Autobus elettrici con ricarica al capolinea e caratteristiche che li rendono simili ai tram: alta capacità, elevata velocità e un’infrastruttura dedicata che non interferisce con il traffico privato''.
Tram in via Torino a Milano - Foto di Andreeew Hoang su Unsplash
I COMMERCIANTI “Fra blocco degli Euro 5 Diesel, strisce gialloblu e aumento dei ticket per i parcheggi e i mezzi, si prepara un rientro dalle ferie disastroso per i commercianti, ma anche per i cittadini. Comune e Regione ci riflettano: non è questo il momento per assestare un altro duro colpo a negozi, bar e ristoranti”, ha dichiarato Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Torino e Piemonte. Rincara la dose Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino: “Il blocco dei veicoli diesel Euro 5 è un provvedimento iniquo ed anti-imprenditoriale. Iniquo, perché penalizza le famiglie che non possono permettersi di sostituire l’auto. Anti-imprenditoriale, perché impedisce di lavorare a tutti coloro, a cominciare dagli artigiani, per i quali il furgone è un vero e proprio strumento di lavoro per raggiungere i clienti. Il blocco anti-smog è per le micro-imprese un vero e proprio lockdown imposto per ragioni non sanitarie ma ambientali. Un ulteriore colpo assestato ad un settore che dopo aver pagato un duro prezzo durante la pandemia ora si trova a fare i conti con le conseguenze dell’inflazione”.
Torino e Piemonte, il blocco alla circolazione degli Euro 5 Diesel: le reazioni
I BENZINAI ''Facciamo fatica a immaginare un futuro. Per i benzinai il 2023 si è trasformato in uno degli anni più neri di sempre. Da gennaio sono iniziati i rialzi del carburante, che ovviamente hanno penalizzato le nostre entrate. Adesso con il blocco degli Euro 5 le istituzioni ci stanno condannando a una morte lenta ma inesorabile'', ha dichiarato Enzo Nettis, presidente dei benzinai di Torino di Confesercenti, che conta circa 700 impianti in tutta la provincia. ''Non intendiamo scioperare, piuttosto siamo pronti a fare delle proposte. Non siamo contro le politiche in difesa dell’ambiente, però anziché mettere in ginocchio la popolazione si garantiscano incentivi per favorire la transizione energetica. Anche noi saremmo pronti a fare delle trasformazioni''
IL CODACONS Non è mancato l’intervento del Codacons, che in una nota stampa fa sapere di “contestare modi e tempi dello stop ai veicoli Diesel Euro 5 adottato in Piemonte. Come per la stangata su biglietti dei mezzi pubblici e dei parcheggi deliberata nelle scorse settimane dalla Giunta Comunale, anche la nuova misura della Regione Piemonte - anticipata di due anni rispetto al previsto – non tiene assolutamente conto del notevole pregiudizio che si produce a danno dei cittadini. È evidente, infatti, che non si possa obbligare – in tempistiche assolutamente inadeguate e prendendo di sorpresa i cittadini – un gran numero di lavoratori e di famiglie a sostituire i propri mezzi di trasporto privato in nome della transizione ecologica, in un momento in cui le difficoltà economiche già gravano pesantemente su di essi e sulle imprese, senza adeguati incentivi (che, per ora, sono solo annunciati). L’Associazione chiede di adottare ogni provvedimento idoneo a garantire ai proprietari di autovetture Diesel Euro 5 pregiudicati la liquidazione di un equo indennizzo, proporzionato al valore del danno subito a causa della privazione del godimento del bene (l’automobile)''.