Continua il gran fermento creativo in casa Skoda. Ora il marchio ceco si butta per la prima volta nel mondo delle Suv compatte presentando a Ginevra un prototipo furbo e simpatico. E che potrebbe avere anche un seguito produttivo
INSAZIABILI E adesso chi li ferma più? Dopo aver portato il marchio dalla serie B alla serie A dell'automobilismo, gli uomini della Skoda stanno prendendoci gusto e ora si lanciano alla scoperta di nuovi orizzonti sinora rimasti inesplorati. A Ginevra nello stand della Casa ceca è attesa infatti la prima Suv a marchio Skoda della storia.
CON I PIEDI PER TERRA Non si tratta però di un mezzo esagerato, che fa uno sfoggio di tecnologia e di forza fine a se stesso. Vagamente ispirata alle forme di un'altra concept del recente passato, la Roomster, questa maquette ha dimensioni ragionevolissime, che la collocano idealmente a cavallo dei segmenti B e C. Dati ufficiali non esistono in materia, ma giudicando a occhio si può stimare una lunghezza non di molto superiore ai quattro metri.
FA LA DURA Per lei la Skoda ha optato per il nome Yeti, come il fantomatico e abominevole uomo delle nevi, anche se le forme avrebbero giustificato forse una scelta meno truce. Nel mezzo del frontale campeggia l'immancabile mascherina a listelli verticali su cui vigila la freccia alata, inserita in una sorta di naso che scende dal cofano. Un altro segno particolare è rappresentato dai fari di profondità tondi e incassati, che movimentano le forme altrimenti levigatissime del muso, in cui il paraurti e i lamierati si sviluppano senza soluzione di continuità.
TAGLIO NETTO Il parabrezza è molto verticale e dà il la a un padiglione dal disegno pulito e squadrato, sormontato per tutta la sua lunghezza da mancorrenti che fanno un tutt'uno con i montanti. Il loro colore nero è in aperto contrasto con la carrozzeria azzurra e il tetto chiaro. La coda sembra avere un sbalzo ridotto all'osso, con le ruote piazzate nei rispettivi angoli, e il taglio verticale, come se fosse stata sagomata da un colpo di ghigliottina. Notevole è comunque anche l'attenzione per il design dei più piccoli dettagli, a partire dalle maniglie per arrivare agli specchietti.
SI VEDRA' Nulla si sa ancora invece sul quadro meccanico, anche se è facile supporre che anche la Yeti faccia l'abituale ricorso alla sconfinata banca organi del Gruppo Volkswagen. Quanto infine alle chanches di vedere un clone della Yeti su strada, è legittimo covare qualche speranza. Quella di buttarsi a capofitto in un binario morto, d'altronde, non è un'abitudine tipica della quadratissima Skoda.