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Renault Twizy ZE Concept


Avatar di Luca Cereda, il 16/09/09

15 anni fa - Ecco la city-car del futuro secondo Renault: aperta come un risciò, due posti in tandem, con un'impronta a terra di poco superiore a uno scooter. Naturalmente elettrica al 100%.

Ecco la city-car del futuro secondo Renault: aperta come un risciò, due posti in tandem, con un'impronta a terra di poco superiore a uno scooter. Naturalmente elettrica al 100%.

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QUATTRO CARAVELLE La flotta dell'elettrico avanza, a Francoforte. Mai come al Salone renano si era vista una spedizione così nutrita, alla quale la sola Renault ha contribuito con quattro caravelle. Tra queste c'è la piccola Twizy, cui va il premio simpatia per quel look hippie dentro e fuori una cabina (deformabile in caso di urto) a metà strada tra un risciò e uno scooter col tettuccio. Porta con sé qualche anticipazione delle novità in materia di elettrico che la Régie introdurrà a partire dal 2011.

RUOTE NASCOSTE Le guardi le ruote e qualcosa non quadra: ottagonali non lo sono mai state, pensi, manco ai tempi dei Flinstones quando la "mescola” era di pietra. E invece no, c'è il trucco: trattasi semplicemente di copriruota integrali che nascondono il pneumatico fino alla soglia del battistrada, e sono bianchi come la carrozzeria a cellula aperta sui due lati, chiusa sopra da un tettuccio panoramico blu. Ai fianchi, due barre di rinforzo fungono da portiere e proteggono i passeggeri in caso di "contatti proibiti”.

LIBELLULA Se le ruote girano nascoste i gruppi ottici si vedono eccome, condensati in un corpo unico e fatti di diodi in grado di configurare una faccina che sorride. Un effetto speciale che assieme ai colori scelti per gli interni e ad alcuni dettagli "freak” ribadiscono l'invito ad una guida rilassata. Lunga due metri e trenta e larga 1,13 metri, ha il fisique du rôle per sgattaiolare nel traffico in scioltezza (favorita da una mole da libellula) ed infilarsi nei parcheggi dimensione sardina caratteristici dei centri-città. Si rigira in un fazzoletto d'asfalto (il raggio di sterzo è contenuto in 3 metri) e poi riparte, silenziosa e senza lasciare alcuna scia di anidride carbonica.

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ALVEARE L'abitacolo, luminosissimo grazie al pannellone di vetro blu, riprende i colori bianco e blu della carrozzeria nonché la sua filosofia "anti-stress”. Il motivo a nido d'ape dei diodi ritorna anche sul pannello strumenti interno, dove ciascuna cella ospita un indicatore e aiuta chi guida a interagire più facilmente con la plancia. Il sedile posteriore invece si adatta alla morfologia del passeggero e, all'occorrenza, può rialzarsi per consentire – ad esempio se il passeggero è un bambino – una migliore visibilità.

INNAFFIATA DI VOLT Dal cruscotto spunta un fiore di loto, che non ha velleità meramente decorative ma funge da indicatore di carica delle batterie. Inizialmente lo vedete a petali spiegati, completamente aperto; man mano che cala l'autonomia della Twizy, però, si racchiude su se stesso avvisando che è giunta l'ora di riattaccare la spina per una nuova innaffiatura. Allacciandosi a una presa da 220 volt, la batteria agli ioni di litio fa il pieno in circa 3 ore e mezza e poi via, di nuovo in strada per altri 100 chilometri di viaggio.

20 CAVALLI Per la Twizy è stato possibile ottenere un'autonomia così lunga anche grazie a drastiche scelte progettuali. Ad esempio quella di destinare l'intera energia a bordo alla mobilità (escludendo quindi la climatizzazione, superflua su un veicolo aperto) e la minimizzazione del peso (420 kg). Il resto lo fa la batteria, che alimenta un 20 cavalli elettrico dall'accelerazione paragonabile a quella di uno scooter 125 cc. Settantacinque chilometri orari è la punta massima di velocità raggiungibile dalla Twizy: quanto basta, e avanza, per sopravvivere nella giungla urbana.


Pubblicato da Luca Cereda, 16/09/2009
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